Due settimane dopo

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Un fiume di persone si riversò fuori dall'aula di Economia Avanzata quando la lezione terminò, puntuale alle due del pomeriggio, come tutti i giovedì.

Lizzie si attardò a raccogliere le sue cose perché con il gesso non sopportava di infilarsi in mezzo alle persone. Le sembrava di doversi proteggere più del normale da spintoni che normalmente non avrebbe notato.

Qualcuno le toccò la spalle e lei si voltò, incuriosita. Nessuno dei suoi amici frequentava quel corso, tranne OIiver che però si sedeva sempre distante ed era il primo a scappare al cambio d'ora.

Una ragazza molto carina dalla chioma rossa e riccia le sorrise felice, mettendo in mostra le fossette.

A Lizzie servì qualche secondo di silenzioso imbarazzo prima di metterla a fuoco.

Un fantasma che riappariva da un passato lontano, prima che la sua vita si trasformasse in un drama di serie B.

Rispose al sorriso e si sforzò di parlare con tono sicuro, nonostante la voce tendesse ancora a mancarle a metà delle frasi, "Ciao, Juls! Da quanto tempo?!".

"No, non sforzare la voce! Ho saputo del brutto incidente!" disse lei luminosa. Lizzie combatté l'impulso di coprirsi gli occhi per quando fosse abbagliante quella ragazza.

Annuì, grata di avere una scusa per non parlare. Aveva detto a tutti che aveva avuto un semplice incidente in casa, e per fortuna nessuno fece domande sulla sua recente passione per i foulard al collo e la voce che andava a venire. Dentro di se si era convinta che tutti la credessero vittima di violenza domestica, e ringrazio vivamente la codardia generale nell'affrontare quell'argomento.

Se avesse davvero subito violenza, una violenza normale, si disse, allora ci sarebbe rimasta davvero male che nessuno dei suoi amici avesse fatto domande.

Juls la prese per il braccio buono e l'accompagnò verso l'uscita, chiacchierando sulla lezione appena finita. Quando furono fuori le rivolse un altro meraviglioso sorriso, "Ho deciso di frequentare economia quest'anno e sono felice che ci sei anche tu. È dal primo anno che non abbiamo materie in comune!"

Lizzie annuì. Juls era una brava ragazza con cui aveva preparato alcuni progetti al primo anno, ma i loro percorsi di studio poi erano deviati ed entrambe erano state assorbite dalla frenesia della vita.

Nella realtà è cosi, si disse triste. Niente è per sempre, neanche le amicizie più forti.

Juls stava per lasciare la presa dal suo braccio quando qualcosa attirò la sua attenzione verso il busto di Lizzie. La camicetta bianca era allacciata fino al collo, ma attraverso la stoffa la pelle si intravedeva e sopra al reggiseno un grosso cerchio nero risaltava inevitabilmente.

Lizzie si era ormai abituata e le reazioni degli altri la stupivano ancora. Si slacciò i primi due bottoni e scostò un lato della camicia per mostrare il petto a Juls.

"Fantastico! Un tatuaggio! Ma è bellissimo!", Lizzie annuì e si richiuse un bottone.

"Mamma mia, deve aver fatto malissimo là! Era sopra una cicatrice?"

"Quella ha fatto più male, fidati!" rispose Lizzie con un sorriso amaro.

Juls si accorse che l'argomento non era molto gradito quindi provò a chiedere con leggerezza cosa rappresentava il tatuaggio.

"Secondo una leggenda che c'è nella mia città è una runa di protezione" rispose, avviandosi con lei verso l'edificio della mensa.

"Wow! Sembra una cosa figa" ridacchiò Juls, "Ti serviva protezione, quando l'hai fatto?"

Lizzie annui di nuovo. Adesso poteva essere certa che avrebbe portato quella protezione per sempre con sé, libera da qualunque condizionamento, libera di essere se stessa. 




Angolo dell'autrice

Volevo ringraziare tutti quelli che si sono presi del tempo per leggere la mia storia. Significa molto per me! 

So che il finale non è esattamente quello che la maggior parte di voi si aspetta, ma per me era importante che fosse chiaro cosa davvero contava per la protagonista: essere libera di fare le proprie scelte e di vivere la propria vita. Fare tanto per lasciare il paesino in cui si è nati e doverci tornare solo perché qualcosa di sovrannaturale ti costringe è qualcosa che neanche io avrei accettato con piacere. Detto questo, anche a me, quando ho concluso la storia, è rimasto un retrogusto strano. Come di cose non dette, o non concluse: come se mancasse davvero il punto finale. Ho scritto, quindi, un piccolo seguito - I nostri errori - in cui racconto quello che potrebbe accadere ai personaggi se si continuasse a seguire la loro vita. 

Decidete voi, quindi, se vi sentite più rappresentati da un finale in cui la protagonista decide di essere libera e indipendente o se, invece, preferite continuare a cercare l'amore. 


Il legame tra di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora