3. The Hidden Side

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Qualcosa punzecchiava i miei occhi.
Non volevo aprirli, non ne avevo la forza. Mi rotolai nel letto per non perdere la magia del sonno, ma non ottenni alcun risultato.

Decisi di aprire gli occhi perché tanto sapevo che non sarei più riuscita ad addormentarmi... La luce del sole entrava furiosa nella stanza, permettendomi di osservarla meglio.

Non era la mia.
Cosa ci faccio nella stanza di qualcuno?! Si domandò la mia coscienza ormai basita. Saltai giù dal letto, impaurita e ancora stanca. Chissà cosa avevo combinato durante la notte. Alla sola idea mi vennero i brividi.

La stanza non era molto grande, ma nemmeno troppo piccola, era una classica camera di un ragazzo. Pareti blu e post di calciatori. Notai delle foto sul comodino. Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?! Le foto! Bastava guardarle per capire di chi fosse la camera!

Mi precipitai al comodino e chi vidi?
Blake.
Feci un sospiro di sollievo.
Non temevo Blake, era sempre buono e dolce con me perché mai avrei dovuto dubitare di lui?! Mi fidavo? Sì.

Mi guardai allo specchio e non avevo addosso il mio vestito blu, ma avevo una maglietta intima a maniche lunghe, immaginai di chi fosse anche perché mi andava a dir poco grande e una gonna blu. Cosa? Una gonna blu? No impossibile. Alzai la maglietta e vidi che non si trattava di una gonna, ma del vestito tutto intero.

Per fortuna non aveva osato toccarmi mentre ero incosciente a causa del sonno.

Un sorriso si stampò sulle mie labbra, ero felice, felice perché sapevo che Blake mi aveva trattato come una principessa e questo mi rallegrava molto. Quando ero tra le sue braccia, durante il ballo, mi sentii, per la prima volta nella mia vita, al sicuro. Come se lui mi facesse da scudo con il suo corpo e questo mi fece onore.

All'improvviso le mie guance divennero calde e arrossirono. Udii la porta scricchiolare. Era Blake.

"Buongiorno Cate. Va tutto bene?" domandò imbarazzato.

"Sì, a parte essere in camera tua senza saperne il motivo, diciamo di sì..."
"Adesso ti spiego tutto... Sai ieri mentre ballavamo?"
Annuii facendo un cenno con la testa.
"Ti sei appoggiata alla mia spalla e ti sei addormentata... così ti ho portato in camera mia per farti riposare meglio." disse. Era sincero, glielo si leggeva in faccia.
"Ma questa camicia intima?" domandai ancora curiosa.
"Quando ti ho appoggiato sul letto sono stato lì con te per un po', così per capire se avevi bisogno di qualcos'altro, fin quando hai iniziato a tremare, perciò presi una mia maglietta intima, che sapevo ti fosse andata grande, e te la misi molto delicatamente per non svegliarti..."
In quel momento morivo dalla voglia di baciarlo.
Cosa?! Baciarlo?! No, assolutamente no! Cosa diamine mi salta in mente?! Non puoi esserne innamorata! Vero? Sì.
Mi limitai a dirgli una semplice frase. "Grazie, davvero tante. Se ci fosse stato un' altro al posto tuo, non saprei in quale situazione mi troverei ora.."
Lo ringraziai col profondo del cuore.
Come avrei voluto baciare quelle labbra così carnose e rosee, chissà quale sapore avevano, e sentire il suo respiro sul mio collo.
Dannazzione Cate! Non farci caso alla sua perfezione o altrimenti perdi la testa! A te la scelta!
Continuai a torturarmi la mente nei secondi che passavano, anche se mi parevano ore...
"Cate..." si avvicinò lentamente a me.
Eravamo vicini, troppo vicini perché la mente continuasse a essere razionale, non ci vedevo più, la vista divenne offuscata.
Riuscii a mugolare un "Blake svengo..."
Mi afferrò e mi sdraiò sul suo petto.
Eramo sdraiati sul letto ed io ero sopra di lui, mi dispiaceva togliermi da quella posizione, era comoda e poi mi piaceva ascoltare il cuore pulsare nel suo petto.
"Blake sto bene adesso..."
Anche se mi dispiaceva alzarmi, perché posso assicurarvi che ero davvero comoda, fui costretta a farlo a causa della mia pazzesca fame.
"Sei sicura di stare bene?"
"Sì, solo un piccolo calo di zuccheri... ho una gran fame!" risposi ironizzando un po' la situazione.
Sorrise e mi accompagnò per le scale cingendomi con una mano il fianco destro.
Mi adagiò su una sedia vicino al tavolo da pranzo e dalla mia bocca scivolò una domanda.
"Tu vivi da solo? Cioè, non ci sono i tuoi genitori con te?"
"No... non possono vivere con me..." rispose affranto rispose con gli occhi abbassati.
"Ho toccato un tasto dolente... scusa..."
"No, è che non posso spiegartelo... comunque cosa vuoi per colazione?" chiese cambiando argomento.
Perché non poteva dirmelo? Cosa glielo impediva? Non si fidava di me? Forse.
"Va bene anche un po' di latte."
"Sicura di non volere qualcos'altro?"
"Sì, sicura..."
Mentre si era girato per andare in cucina, gli afferrai il braccio e lo guardai negli occhi.
"Blake..." mi rivolsi con un filo di voce "Tu... ti fidi ti me?"
"Sì, mi fido di te, ma anche se io ti dicessi qualcosa tu non mi capiresti, ne sono certo..."
Aveva già intuito dove volevo arrivare, ma io non mi sarei persa d'animo, l'avrei aiutato con tutte le mie forze.
"Se lo dici tu..." risposi combattuta.
Aspettai la mia tazza di latte caldo in totale silenzio.
Posò la tazza davanti a me, ma non feci in tempo a dirgli "grazie" che bussarono alla porta.
Potevo mai essere così tanto sfortunata?!
Andò allo spioncino per vedere chi fosse.
Si girò verso di me con una mano nei capelli e mi guardò pensieroso tanto che mi uscì spontaneo una domanda.
"Che c'è? Non apri?"
"Promettimi che starai al gioco altrimenti ti puoi considerare già morta!"
Morta.
Quella parola mi risuonò nella testa come l'eco tra le montagne e mi ferì come un coltello trafitto nel cuore.
Abbassai lo sguardo fissando le scarpe con gli occhi gonfi di lacrime tanto che ne scese una sulla mia guancia.
Perché se l'era presa con me? Fino a un minuto fa era così premuroso e ora mi trattava come se fossi uno zerbino...
Perché quella tanta differenza di comportamento?
"No, non sto al gioco..." risposi con tanta rabbia e sicurezza di me stessa.
Non mi importava se mi avrebbe continuata a minacciare, ero fin troppo arrabbiata con lui per poter mantenere la calma.
Magari ti sta usando per far ingelosire qualcuno... La mia coscienza arrivò addirittura a pensare questo! Basta dovevo andarmene, non avrei sopportato un minuto di più stare sotto lo stesso tetto con lui.
"Cate! Tu adesso fai quello che dico IO!" ribattè furioso.
"No, sono stufa di essere usata da tutti!" Scoppiai a piangere e corsi verso la porta sul retro per scappare.
Corsi il più veloce possibile, ma lui mi stava dietro, non riuscivo a seminarlo.
L'unica via di fuga era la foresta, così decisi di entrarci, che costeggiava casa sua, nella speranza che magari scomparissi in mezzo alla vegetazione.
Corsi alla mia massima velocità, ma avevo il fiatone e la vista cominciava ad appannarsi, sapevo che non sarei resistita a lungo, finché non vidi un albero abbastanza grande da nascondermici dietro, fu la mia salvezza.
Mi fermai a riprendere fiato, fino a quando non sentii i rami dei cespugli rompersi, non era molto distante da me.
Sapevo che era lui e ne percepivo il rumore dei suoi passi pesanti.
Cavolo era più vicino di quanto pensassi, dovevo correre, ma questa volta molto più veloce o altrimenti sarei morta.
Scattai a tutta velocità facendo lo slalom tra gli alberi ormai secolari e muschiosi.
Ogni tanto guardavo indietro e vedevo Blake comparire e scomparire tra le piante del sottobosco.
Per una volta i nostri sguardi si intrecciarono, rimanendo incantata dalla sua muscolatura sotto sforzo.
Era davvero incantevole, il suo viso era imbronciato in una smorfia di rabbia e odio.
Riuscii a capire con chi ce l'avesse così tanto.
Ce l'aveva con me.
Okay sono stata cattiva anch'io con lui, ma non l'ho certo minacciato con la morte!
Rallentai un po' perché i polmoni cominciavano a bruciare e il respiro a mancare, nonostante l'aria entrasse nei polmoni.
"Cate!" Sentii pronunciare il mio nome e da lì ricominciai a correre più terrorizzata di prima.
Mi stava raggiungendo!
Mi volta i per l'ultima volta verso Blake prima che il buio mi avvolgesse e il nero calasse silenzioso sopra i miei occhi.

A Tear of WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora