4. Hospital

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"Lei è il signor Blake Foster?" disse una voce lontana.

"Sì, dottore. Cate come sta?" chiese angosciato.

"Le sue condizioni non sono ancora stabili... per ora non le assicuriamo niente..."

"Perché?!" era disperato, non sapeva più che fare.

"Si calmi. C'è una sedia accanto al letto se vuole sedersi... Ora devo andare da un altro paziente, tornerò più tardi per controllare le condizioni di salute di Catherine."

Il medico gli strinse la mano e uscì frettolosamente.

Aprii gli occhi doloranti. Blake era piegato sulla sedia, aveva i gomiti poggiati sulle ginocchia e la testa raccolta nelle mani.

Piangeva.

Singhiozzava ripetutamente e le lacrime scendano copiosamente sulle sue guance candide come pioggia nel bel mezzo di un temporale.

Mi sorse spontaneo pormi una domanda "Perché era quì a piangere per la paura che morissi da un momento all'altro? Non era ciò che voleva?
Dopotutto mi aveva anche minacciata ed ora quì a piangere per me?!
Io quel ragazzo non lo capisco, sul serio!
Lo vedevo disperato, mi faceva pena, così, affrontando la mia rabbia, iniziai a farfugliare qualcosa affinché si accorgesse che ero sveglia.
"Cate! Cate! Sei sveglia per fortuna!" gridò tra un misto di gioia e angoscia.
"Sssshhh! Abbassa la voce ti prego, ho un mal di testa terribile..." replicai frastornata.
Il medico fece irruzione nella stanza e interrompè la nostra conversazione.
"Signor Blake è pregato di abbandonare la stanza."
"Cosa?! Perché?!"
"Dobbiamo fare alcune analisi... la prego non si opponga. È già un miracolo che si sia svegliata, adesso non vorrà farla peggiorare!"
"Mi dispiace dottore... ma non riesco a starle lontano..." declinò l'invito ad uscire.
"Signor Blake la prego... non voglio farla scortare fuori dalla stanza dalla sicurezza..."
"Ok esco... ma almeno non impeditemi di restare dietro al vetro a guardarla!" rispose scocciato.
"No, può stare tranquillamente dietro al vetro... E la ringrazio per aver preso la decisione migliore..."
Blake non rispose, ma fece un piccolo sorriso al dottore.
Io ero mezza incosciente, capivo a fatica e avevo molto sonno, ma il mio desiderio era sapere il perché ero finita all'ospedale.
Cosa mi era successo? Cosa mi aveva fatto Blake?
"Dottore cosa mi è successo?" domandai con aria innocente.
"Oh cara... Quello che mi ha detto Blake è un po' vago...
Mi ha detto che stavate correndo, che tu ti sei girata per guardarlo e poi sei finita in un fosso...
Hai picchiato forte la testa e avevi trauma celebrale piuttosto grave...
Ti ha presa tra le sue braccia e ti ha portato di corsa all'ospedale...
Questo è tutto ciò che mi ha detto..."
Non gli aveva detto tutto! Me l'avrebbe pagata cara questa volta! Ne ero più che certa!
Blake era dietro la vetrata, gli lanciai occhiate ardenti e brucianti, ero furiosa con lui, me la doveva pagare e questa volta aveva un prezzo molto caro.
Lui mi fissava con occhi lucidi e semichiusi, era disorientato e non sapeva come rimediare il suo errore.
Meno male! Almeno sapeva di aver sbagliato!
Dalla vetrata vidi spuntare Aaron, mio fratello, che appena vide Blake gli diede, con una forza immaginabile, un pugno sulla spalla.
Cavolo no! Una rissa proprio ora no!
Blake reagì colpendo Aaron all'addome e cominciarono a insultarsi.
Due corpi, possenti e potenzialmente forti, si stavano per scontrare.
Sembravano benzina e fuoco, pronti a fare scintilla ed esplodere con tutta furia, mentre io ero il vento, dato che alimenta le fiamme e le aiuta ad espandersi perché ero l' unica ragione di quello scontro.
Basta ero davvero stufa, non sopportavo più di vederli litigare!
"Dottore fuori c'è una rissa!" gridai a squarciagola, ma invanamente.
Il dottore non mi ascoltò e mi rispose con una frase molto ambigua.
"Conosco Blake e so quello che fa..."
Ero furiosa! Come poteva dar ragione a quel cretino e incosciente di Blake?!
Tuttavia la frase si rivelò più che vera...
Blake scoppiò in lacrime, così come Aaron, singhiozzando e sperando in un abbraccio che subito divenne realtà.
I due si abbracciarono con forza e piansero coccolati uno dall'altro.
Che dolci che erano... O almeno, Aaron sì, Blake no...
Mi dispiaceva pensarla così, ma non avevo alternative... l'aveva voluto lui...
Una lacrima si formò nei miei occhi, ma riuscii ad intrappolarla nell'angolo di essi.
D'altraparte ero felice, felice che Aaron si fosse commosso nel vedere Blake nel pianto...
Aaron poteva sembrare duro e freddo come ghiaccio, ma in realtà era molto più dolce e tenero di quanto la gente pensa...
Il dottore mi rassicurò dicendo che le mie condizioni erano buone e che sarei potuta ritornare a casa fra circa tre settimane.
Blake e Aaron erano già andati, erano le 01:39, era notte fonda e io vegliavo sotto le soffici e calde coperte dell'ospedale, senza sapere cosa sarebbe successo quando mi sarei svegliata, o meglio, se mi sarei svegliata...
Socchiusi gli occhi, il sonno si stava impossessando di me, ma una voce interruppe l'abbraccio freddo di Ipno...
Era Sam! La mia dolce Sam!
"Cate stai bene? Ho visto tuo fratello piangere mentre tornava a casa, gli ho chiesto cos'era successo e lui non mi ha risposto così ho pensato al peggio... ma su dimmi come stai! Stai meglio?"
"Sam, io sto bene e mi sto riprendendo alla grande! Tu invece non mi sembri stare molto... Ehy! Sam non piangere! Io sto bene!"
Piangeva forse per lo spavento che si era presa.
"Sicura di stare veramente bene?" chiese singhiozzando.
"Certo! Al 100%!" risposi falsamente.
Era palese che fosse una bugia, ma forse non se n'era accorta perché accecata dal terrore.
"Sam è tardi, dovresti essere già a letto a quest'ora e poi domani c'è scuola, devi essere riposata o altrimenti non ce la fai..." pronunciai quelle parole come se fossero uscite dalla bocca di una madre che parla col proprio figlio, erano sagge.
"Cate io a casa non ci torno!"
"Non intendevo questo, ti stavo proponendo di dormire quì..."
"Sì, dormirò quì difianco a te, sempre se non ti dispiace..."
"Come potrebbe dispiacermi?! Certo che puoi, se vuoi condividiamo anche il letto!"
"No mi basta la sedia, davvero..."
"Sicura?"
"Ssssshhh! Zitta e chiudi gli occhi!"
"Sì, signor capitano!"
Scoppiammo a ridere tutte e due, era davvero bello stare con lei...
Le tenebre oscurarono i miei occhi facendomi precipitare tra le braccia della più totale oscurità...

A Tear of WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora