Capitolo 2 - Biancaneve

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Salve a tutti!

Volevo pubblicare domani, ma il periodo natalizio è una prova di sopravvivenza e mi sono spuntati impegni e compiti come funghi malevoli. Quindi eccomi qui, a ringraziare chi ha dato una possibilità a questa storia che adesso entrerà nel vivo, per i commenti e tutte le cose belle! Grazie mille!

Ho iniziato con Biancaneve, come potete vedere dal titolo, per vari motivi. Uno tra questi è che, paradossalmente, per me è molto importante. È stato il primo film Disney in videocassetta che mi è stato regalato dal mio papà, in un periodo in cui ero ricoverata per un'operazione. Avevo tre anni e mi sono divertita, non è stata un'esperienza traumatica, la ricordo molto felice! Ero circondata da bambini ricoverati come me e stavamo sempre a parlare e giocare. Inoltre, ho dormito che era un piacere con l'anestesia XD

Il regalo del mio papino (perché ero e sono una cocca di papà :P) non l'avevo pienamente compreso allora, ero troppo piccola, ma con il tempo sempre di più, facendomi appassionare come lui al cinema.

Quindi, spero vi divertiate a leggere questo capitolo come io mi sono divertita a scriverlo!

Buona lettura e buon Natale a tutti!!!


Capitolo 2 – Biancaneve

"Biancaneve."

Tutto, di quel venerdì sera, si era rivelato sbagliato.

Per prima cosa, Sakusa lo aveva contattato per chiedergli se fosse disponibile andare da Hinata prima delle sette di sera. Atsumu accettò. Non aveva altro da fare, in fin dei conti, anticipare di una mezz'oretta non gli avrebbe certo scombinato chissà quali piani.

Due ore e mezza prima, invece, gli fecero girare discretamente le palle.

Aveva incontrato Sakusa a metà strada ed era stato decorato come un albero di Natale con buste piene di prodotti igienizzanti e spray di varia natura, detergenti e spolverini. A quanto pareva, Sakusa non aveva la minima fiducia nelle abilità di pulizia di Hinata.

Atsumu storse il naso a quella considerazione. Hinata si era dimostrato molto pulito durante le trasferte, il suo armadietto non aveva nessuna cartaccia ammassata o calzino spaiato, portava con sé costantemente il caratteristico profumo della protezione solare che Atsumu associava sempre alle giornate di mare e che, molto probabilmente, avrebbe accostato a Shou-kun per il resto della sua vita.

Era l'emblema della limpidezza, interna ed esterna.

Shou-kun aveva avuto un coinquilino in Brasile, si tenevano ancora in contatto ed erano molto amici. Fosse stato il ratto che Sakusa pensava, Atsumu non era sicuro avrebbero mantenuto i rapporti idilliaci come sembrava.

Una volta varcata casa di Shou-kun, capì di dovere delle sentitissime scuse mentali a Sakusa.

A quanto pareva, Shou-kun considerava il suo corpo un tempio, ma la sua casa la discoteca di qualsiasi cosa riuscisse a entrare e farsi un giro. Il suo vivere da solo si traduceva in un susseguirsi di 'lo faccio dopo' che si era accumulato nel tempo e che non pareva molto propenso a risolvere. Vivere con un coinquilino spingeva il suo bisogno di compiacere e di non arrecare disturbo, ma una volta solo quelle sensazioni finivano allegramente nel secchio.

L'imbarazzo di seconda mano colpì Atsumu, mentre Sakusa entrava nella sua armatura da combattimento con piglio da generale e rendeva la casa splendente con un fare navigato e rilassato che lo stupì in più di un modo, il tutto in poco meno di due ore.

Il bagno venne disinfettato, i piatti lavati, il pavimento spazzato e vennero avviate due lavatrici e un'asciugatrice per tutti gli indumenti che il mantra 'lo faccio dopo' aveva consentito di proliferare negli angoli della stanza da letto, ringraziando ogni entità che fossero rimasti circoscritti a quell'unica stanza.

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