3. Lucifero

3.8K 207 139
                                    

Quella notte Manuel non era riuscito a chiudere occhio per l'emozione: dopo un mese che gli era parso interminabile, Simone si era svegliato. Niente in quel momento avrebbe potuto guastare la sua gioia: era elettrizzato all'idea di rivedere Simone, di potergli parlare, di poterlo guardare negli occhi. Un brivido gli corse lungo la schiena al solo pensiero: non si era mai sentito così felice e allo stesso tempo così vulnerabile.

Gli venne in mente quel verso meraviglioso di una poesia di Antonia Pozzi:

"A cuore scalzo e con laceri pesi di gioia."

Così si sentiva. Finalmente leggero, era ormai pronto a spiccare il volo: aveva deciso di dire tutto a Simone - gli avrebbe confessato che cosa provava per lui, il perché della sua freddezza, le ragioni del suo comportamento contraddittorio ed incoerente. Non poteva più tergiversare o fingere indifferenza: era giunto il momento di restituirgli la felicità che gli aveva negato.

Tutto sarebbe andato bene.


La mattina seguente, Dante e Manuel si recarono in ospedale: entrambi avrebbero dovuto essere a scuola, ma non riuscivano ad aspettare un momento di più - dovevano vedere Simone. Al loro arrivo, li accolse il neurologo che si era preso cura del ragazzo: Manuel notò subito che un velo di nervosismo gli adombrava il volto, lasciando trasparire una certa preoccupazione. In lui si fece strada un brutto presentimento, ma cercò di ignorarlo.

Dante, ignaro di tutto, andò a stringere la mano al dottore.


- Dottore, finalmente una bella notizia ! Come sta il nostro Simone?

Il medico rivolse loro un sorriso rassicurante.

- Buongiorno signor Balestra, ciao Manuel. Simone sta decisamente meglio. È ancora molto provato, chiaramente: nei prossimi mesi dovrà fare fisioterapia per ristabilirsi del tutto. L'incidente è stato un duro colpo per il suo fisico, ma è un ragazzo forte: si riprenderà presto, vedrete !

Manuel però non era del tutto convinto. C'era qualcosa che non andava e che il neurologo esitava a rivelare.

- Possiamo andare da lui ora?

Questa volta era stato Manuel a parlare. Il neurologo esitò.

- Ecco... C'è una cosa che dovete sapere, prima di incontrare Simone.

Manuel trattenne il fiato, mentre lo sguardo di Dante si fece interrogativo.

- Dopo un mese di coma, il fisico di ognuno reagisce in modo diverso. Possono succedere diverse cose che non ci aspettiamo. Nel caso di Simone, lo shock dell'incidente gli ha procurato una lieve amnesia.

- Un'amnesia?? Che significa??

Dante iniziava a preoccuparsi, mentre Manuel era visibilmente confuso. Il dottore proseguì.

- Quando Simone si è svegliato, io e i miei colleghi gli abbiamo fatto alcuni test e lo abbiamo sottoposto ad alcuni esami di routine, per verificare eventuali danni e scongiurare lesioni cerebrali più serie. Fortunatamente Simone non ha riportato danni permanenti. Solo che, quando gli abbiamo chiesto di dirci che giorno fosse, lui ci ha risposto che era circa fine settembre.

- Ma ora siamo a marzo !

Manuel era sempre più incredulo. Lui e Simone avevano iniziato a frequentarsi a metà ottobre: a settembre non erano ancora amici, anzi - erano più le volte in cui litigavano e facevano a botte che quelle in cui si comportavano come due normali compagni di classe. E se Simone era convinto che fosse settembre... Ciò significava che si era dimenticato di lui?

- Nei pazienti che hanno subìto un trauma del genere è abbastanza comune una perdita di memoria in forma temporanea. Non vi dovete preoccupare, presto Simone si ricorderà tutto: l'unico problema è che non sappiamo quando questo avverrà. Potrebbero volerci giorni, settimane - in alcuni casi addirittura mesi. Dovete solo essere comprensivi con lui e dargli il tempo di metabolizzare quello che è successo - senza mettergli fretta e soprattutto senza arrabbiarsi con lui se non riesce a richiamare alla memoria ciò che voi, invece, ricordate benissimo.

Back to youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora