- Simò... Simò ! Svegliate ! SIMO !
Simone aprì a fatica gli occhi e si girò su un fianco, proteggendosi con il braccio dalla luce del sole. Manuel era inginocchiato vicino a lui e lo scuoteva delicatamente per farlo svegliare.
- Che c'è Manuel, che succede?
- Stiamo nei casini Simò.
- E te pareva... Mi sembra di capire che quando ci sei di mezzo tu i casini sono all'ordine del giorno, o sbaglio?
- Te sei svegliato da tre secondi e già stai a fa' battute? Guarda che non scherzo. Alzate, su !
Il tono di voce di Manuel tradiva la sua agitazione: il suo piano perfetto non si era concluso nel modo previsto.
- So' quasi le 8, Simò. Dovevamo già stare a Roma da 'n pezzo.
- In che senso sono le 8??? Mi avevi detto di aver puntato la sveglia alle 4.30, per tornare a casa in tempo !
- E infatti io l'avevo puntata, ma poi me so' addormentato e non l'ho sentita... Mi dispiace, c'avevo troppo sonno.
- Vabbè, ormai... Il danno è fatto. I nostri genitori saranno incazzati da morire.
- Eh, m'hanno riempito de chiamate... Dobbiamo andà, Simò.
Simone si alzò, stiracchiandosi. La spiaggia era ancora vuota: era un vero peccato dover tornare a Roma. Quel luogo si era aggiudicato un posto speciale nel suo cuore (così come la persona che gliel'aveva fatto conoscere): avrebbe voluto rimanervi ancora per ore.
- Daje, su ! Sbrigate !
La voce di Manuel lo distolse dai suoi pensieri: Manuel si era già incamminato verso il sentiero che avevano percorso quella notte e si era voltato verso di lui per incitarlo a raggiungerlo. Simone fece una piccola corsa verso il ragazzo.
- Mamma mia, quanto sei lento. C'hai l'agilità de 'n bradipo.
- Ma che vuoi oh? È mattina, sono in modalità risparmio energetico.
Manuel si mise a ridere. Simone riprese a parlare.
- Ma ora dove andiamo, a casa mia o mi riporti in ospedale?
- Andiamo direttamente a casa, non ha più senso andare in ospedale. Ho già mandato un messaggio a mi madre e a tuo padre, così se tranquillizzano. Stanno incazzati neri, Simò. Comunque non te preoccupà, me prendo io la colpa de tutto.
- Vorrei ben dire ! L'idea è stata tua.
- Sei un infame... È questo il modo tuo de ringraziarmi?? Non me sembra che te sia dispiaciuto venì qua. O sbaglio??
- Vabbè dai, c'hai ragione te, è vero. Nonostante tutto... Grazie per questa notte. È stato... Divertente.
Manuel sorrise e si voltò verso Simone, annuendo.
- Già... È stato bello.
Dopo una ventina di minuti raggiunsero il parcheggio e salirono sulla moto di Manuel. Il viaggio di ritorno fu più lungo di quello di andata, a causa del traffico dell'ora di punta: quando arrivarono a Villa Balestra erano quasi le 10. Ad attenderli in giardino c'era Dante, lo sguardo impassibile e le mani sui fianchi: i due ragazzi si lanciarono un'occhiata d'intesa e si prepararono mentalmente alla sua sfuriata.
- Io non ho parole. Non. Ho. Parole.
Dante era veramente arrabbiato.
- Buongiorno professò. Ha dormito bene, sì?
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Back to you
FanfictionStoria basata sulla serie "Un professore": contiene SPOILER sulla prima stagione. [Long-Fic in cui Simone dopo l'incidente causato da Sbarra finisce in coma e perde la memoria: un disperato Manuel tenta di tutto pur di farlo innamorare di lui per la...