6. Le ragioni del cuore

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- Simò... Simò ! Svegliate ! SIMO !

Simone aprì a fatica gli occhi e si girò su un fianco, proteggendosi con il braccio dalla luce del sole. Manuel era inginocchiato vicino a lui e lo scuoteva delicatamente per farlo svegliare.

- Che c'è Manuel, che succede?

- Stiamo nei casini Simò.

- E te pareva... Mi sembra di capire che quando ci sei di mezzo tu i casini sono all'ordine del giorno, o sbaglio?

- Te sei svegliato da tre secondi e già stai a fa' battute? Guarda che non scherzo. Alzate, su !

Il tono di voce di Manuel tradiva la sua agitazione: il suo piano perfetto non si era concluso nel modo previsto.

- So' quasi le 8, Simò. Dovevamo già stare a Roma da 'n pezzo.

- In che senso sono le 8??? Mi avevi detto di aver puntato la sveglia alle 4.30, per tornare a casa in tempo !

- E infatti io l'avevo puntata, ma poi me so' addormentato e non l'ho sentita... Mi dispiace, c'avevo troppo sonno.

- Vabbè, ormai... Il danno è fatto. I nostri genitori saranno incazzati da morire.

- Eh, m'hanno riempito de chiamate... Dobbiamo andà, Simò.

Simone si alzò, stiracchiandosi. La spiaggia era ancora vuota: era un vero peccato dover tornare a Roma. Quel luogo si era aggiudicato un posto speciale nel suo cuore (così come la persona che gliel'aveva fatto conoscere): avrebbe voluto rimanervi ancora per ore.


- Daje, su ! Sbrigate !

La voce di Manuel lo distolse dai suoi pensieri: Manuel si era già incamminato verso il sentiero che avevano percorso quella notte e si era voltato verso di lui per incitarlo a raggiungerlo. Simone fece una piccola corsa verso il ragazzo.

- Mamma mia, quanto sei lento. C'hai l'agilità de 'n bradipo.

- Ma che vuoi oh? È mattina, sono in modalità risparmio energetico.

Manuel si mise a ridere. Simone riprese a parlare.

- Ma ora dove andiamo, a casa mia o mi riporti in ospedale?

- Andiamo direttamente a casa, non ha più senso andare in ospedale. Ho già mandato un messaggio a mi madre e a tuo padre, così se tranquillizzano. Stanno incazzati neri, Simò. Comunque non te preoccupà, me prendo io la colpa de tutto.

- Vorrei ben dire ! L'idea è stata tua.

- Sei un infame... È questo il modo tuo de ringraziarmi?? Non me sembra che te sia dispiaciuto venì qua. O sbaglio??

- Vabbè dai, c'hai ragione te, è vero. Nonostante tutto... Grazie per questa notte. È stato... Divertente.

Manuel sorrise e si voltò verso Simone, annuendo.

- Già... È stato bello.


Dopo una ventina di minuti raggiunsero il parcheggio e salirono sulla moto di Manuel. Il viaggio di ritorno fu più lungo di quello di andata, a causa del traffico dell'ora di punta: quando arrivarono a Villa Balestra erano quasi le 10. Ad attenderli in giardino c'era Dante, lo sguardo impassibile e le mani sui fianchi: i due ragazzi si lanciarono un'occhiata d'intesa e si prepararono mentalmente alla sua sfuriata.

- Io non ho parole. Non. Ho. Parole.

Dante era veramente arrabbiato.

- Buongiorno professò. Ha dormito bene, sì?

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