Quel lunedì Simone non si presentò a scuola. Manuel non seppe se per i postumi della sbornia o per altri motivi, ma percepì la sua assenza più di ogni altra cosa. Continuava a girarsi verso il banco di Simone per dirgli qualcosa o anche solo per guardarlo, ma al suo posto c'era un banco desolatamente vuoto. Era così abituato a vederlo seduto vicino a lui che gli veniva spontaneo voltarsi nella sua direzione di continuo. Ma Simone non c'era. Manuel pensò più volte di mandargli un messaggio per sapere il motivo ma non lo fece, non voleva sembrare così disperato da pregarlo di dirgli il motivo della sua assenza. Fu una giornata incredibilmente noiosa, fino alla quarta ora: mancavano pochi minuti alla ricreazione e Manuel alzò la testa dal banco, sentiva Matteo e Luna discutere di qualcosa. Incuriosito li guardò e cercò di leggere il labiale, parlavano a voce così bassa che dovette sforzarsi per captare anche solo una parola. Ma quando la parola fu Simone decise di avvicinarsi leggermente a loro, casualmente spostando la sedia verso sinistra. Doveva assolutamente sapere di cosa stessero parlando.
"Quindi Simone secondo te è gay?" Sussurrò Luna a Matteo, facendo un'espressione scioccata alla parola apparentemente sconvolgente.
"L'ho sentito dire in corridoio l'altra volta, non ne sono così sicuro"
"A noi lo ha detto Laura, ma non sembrava così convinta"
Laura andava a dire alle sue amiche quello che le diceva Simone? Cose così personali poi? Manuel non poteva credere a quello che aveva appena sentito.
"In che senso non ne era convinta?"
"Boh non lo so, le è scappato e poi ha detto di dimenticarcelo, forse se lo è inventato"
"Beh non sarebbe così strano, Simone passa il novanta per cento del tempo appiccicato a Manuel"
"Tu dici?"
"Si, sono sempre insieme. Forse gli sta sotto"
Manuel aggrottò le sopracciglia a quell'affermazione, come potevano permettersi di parlare di loro due con quella facilità, in classe oltretutto? E poi non è che gli stesse sotto o fosse innamorato di lui, aveva solo provato a baciarlo una volta, non voleva dire nulla.
"In effetti a volte si comporta in modo strano con lui" Luna fece una smorfia di disapprovazione.
"In che senso strano?"
Si in che senso strano Luna? Pensò Manuel, non è che siccome passassero tutto quel tempo insieme dovesse esserci per forza qualcosa di losco sotto.
"Lo fissa sempre, soprattutto quando stava con Chicca, sembrava ossessionato da lui" Luna alzò le sopracciglia come a voler sottolineare un fatto impressionante, come se loro due camminassero a braccetto per i corridoi tutte le mattine.
Nonostante Manuel stesse cominciando a innervosirsi ragionò sulle parole di Luna: Simone era geloso di Chicca quando stavano insieme? In effetti poteva avere senso, e poteva spiegare anche tutti i comportamenti che all'epoca lo avevano confuso. Gli tornò in mente la volta i cui era andato a letto con Alice e aveva scattato una foto per mandargliela, probabilmente lo aveva fatto soffrire e non se ne era neanche reso conto. Che motivo c'era di mandargli quella foto? Era stato proprio stupido a fare una cosa del genere.
Ad un certo punto qualcosa fece clic nel suo cervello, come un pezzo che finalmente andava al suo posto: la macchina. La macchina che aveva trovato rotta la mattina dopo la festa di Chicca. Doveva essere stato lui, pensò Manuel. Doveva aver deciso di spaccarla in quel modo per rabbia o gelosia, per la stupida foto con Alice. Ora tutto finalmente aveva senso, il suo malumore i giorni dopo, il modo in cui non era neanche riuscito a scusarsi dicendogli il vero motivo per quale lo aveva fatto.
Quando Manuel riprese ad ascoltare la conversazione di Luna e Matteo gli sembrò di sognare, che diavolo si stavano inventando ora?
"Secondo me Simone ci proverà con Manuel" esclamò Luna sicura di sé, come se avesse appena pronunciato il segreto di Fatima.
"Ma Manuel non è gay, lo rifiuterebbe e lui lo sa" Matteo fece una pausa e poi alzò la voce di poco esclamando: "Alessio"
"Chi è Alessio?"
"Un compagno di squadra di cui Simone parlava sempre un po' di tempo fa, e se fosse il suo fidanzato segreto?"
"Forse sta con lui ma lo tradisce con Manuel"
A quel punto Manuel non ci vide più.
"Mi spiegate che cazzo di problema avete?"
L'intera classe si girò verso di lui e strabuzzò gli occhi, le sue parole riecheggiavano nel silenzio più assoluto.
"Perché non vi fate i cazzi vostri? Simone non c'è e voi ne parlate come se fosse una cazzo di celebrità di cui leggete sui giornali"
Manuel era così arrabbiato che se non fosse già stato a rischio bocciatura per le troppe assenze avrebbe tirato un bel pugno a Matteo dritto in faccia.
"Stavamo solo parlando eh, non facevamo nulla di male" Luna alzò le mani e si accigliò, come se avesse avuto tutto il diritto di sbandierare quello che aveva sentito di Simone ai quattro venti.
"Ah sì? Quindi se io adesso mi mettessi a parlare di te a bassa voce con Laura ti sembrerebbe normale?" Manuel fece una pausa e la guardò, respirando così forte che temete di strozzarsi.
Poi si girò verso di Laura e le parlò con un tono di voce spropositamente alto: "Sai Laura, a Luna rode perché Chicca è andata a letto con Matteo, ma tu non lo dire a nessuno eh, perché qui girano male lingue"
Manuel sorrise a Luna e Matteo e lei rimase a bocca aperta, non si aspettava che Manuel la esponesse così, davanti a tutta la classe. La quale classe stava in silenzio da dieci minuti, spostando gli occhi da una persona all'altra. Chicca stava facendo finta di digitare qualcosa sul telefono, ma Manuel sapeva benissimo che era imbarazzata e aveva sentito tutto. Inoltre lei e Luna non si erano ancora chiarite del tutto, Luna era ancora arrabbiata con lei.
"Tu non stai bene Manuel, ti inventi le cose solo perché ho parlato del tuo Simone" Luna sottolineò la parola "tuo", pronunciandola con gli occhi alzati al cielo e un sorriso stupido. Se non fosse stata solo una stupida compagna di classe Manuel avrebbe messo al tappeto anche lei.
"Si da il caso che il mio Simone", Manuel mise la stessa enfasi di Luna sulla parola "mio", "Sta male, e questo non ti da il diritto di parlarne come se fosse un cazzo di Justin Bieber o una delle Kardashian che ti piacciono tanto". Manuel scimmiottò Luna e i suoi modi di fare e la classe rise, aveva decisamente capito di averla dalla sua parte. Luna arrossì e distolse lo sguardo, decidendo di lasciar perdere. Manuel scosse la testa e uscì da quella maledetta classe, doveva prendere una boccata d'aria o al primo malcapitato che gli fosse passato davanti non sarebbe andata così bene.Quando alla fine della giornata scolastica Manuel tornò a casa rimuginò ancora sul perché Simone non fosse venuto a scuola. Poteva almeno mandargli un messaggio. Un messaggio del tipo "Ehi Manuel sto male, oggi non vengo a scuola", era così difficile?
Decise di accantonare per un momento la questione Simone e andò da sua madre, trovandola intenta a cucinare qualcosa che aveva un odore strano.
"Ehi mà, che combini?"
Anita si girò e alzò gli occhi al cielo, percepiva il tono ironico di Manuel anche solo da quelle due parole che le aveva rivolto. "Sto facendo una lasagna""Ed è normale che sia di questo giallino strano?" Manuel guardò la lasagna e gli vennero i brividi, decisamente no.
"Qualcosa è andato storto"
"Se vede"
Manuel aprì il frigo e si preparò un panino, non aveva intenzione di assaggiare quell'obbrobrio che Anita voleva propinargli.
Poi si alzò e si andò a vestire, aveva deciso che se Simone non si faceva sentire sarebbe andato da lui, che lo avesse voluto o no.
Prese le chiavi del motorino e si diresse in garage. Infilò le chiavi nel quadro e partì, ormai sapeva il tragitto per casa Balestra a memoria.
Quando arrivo suonò un paio di volte ma non gli aprì nessuno, erano tutti scomparsi? Avevano abbandonato la villa e nessuno gli aveva detto nulla?
Al quinto squillo la porta si aprì e comparve il Simone più malato che avesse mai visto: aveva il viso pallido e i capelli sparati da una parte, un fazzoletto in mano e la coperta sulle spalle. Stava veramente male, ma gli sembrò adorabile, come un piccolo pulcino spelacchiato alto un metro e ottantacinque."Ciao"
"Ehi"
"Sono qui per capire come mai non fossi venuto a scuola oggi, non mi hai detto nulla"
"Ho la febbre da ieri sera e ho praticamente dormito tutto il giorno, mi sono scordato di dirtelo" Simone alzò le spalle e gli rivolse un debole sorriso, con la coperta che gli penzolava dalle spalle e il fazzoletto ancora in mano.
Lo fece entrare e si ridistese sul divano, coprendosi con la coperta e girandosi su un fianco.
"Stavo dormendo, ma se vuoi puoi restare qui, non c'è nessuno in casa"
"Hai la febbre?"
"Si, febbre e raffreddore, ho perso l'uso dell'olfatto ore fa"
Manuel rise alla sua battuta e si tolse la giacca, posandola insieme al casco vicino all'appendipanni in salone.
Poi si sedette sul bordo del divano e lo guardò, aveva un aspetto terribile.
Simone alzò gli occhi su di lui e si girò sulla schiena, guardandolo fisso.
"Grazie per quello che hai fatto oggi"
Manuel si girò di scatto, come faceva a saperlo?
"Non ho fatto nulla di che" cercò di dire nel modo più naturale possibile, non si aspettava che Simone avrebbe subito tirato fuori l'argomento.
Ma il ragazzo steso sorrise, adorava quando Manuel faceva il finto tonto.
"So che mi hai difeso Manu"
Lo aveva di nuovo chiamato Manu, se non fosse stato seduto probabilmente sarebbe caduto Simone non si rendeva conto del potere che aveva su di lui.
"Te lo ha detto Laura, vero?"
Simone annuì e sorrise un po' di più, Manuel era il migliore amico che avesse mai avuto. Lo aveva difeso più volte da Matteo e i pettegolezzi della classe, e nonostante non servisse lo apprezzava. Di solito si faceva scivolare addosso commenti del genere, ma sapere che c'era qualcuno pronto a difenderti quando non potevi farlo da solo era una bella sensazione.
"Già"
"Lo immaginavo" borbottò Manuel a mezza voce, da quando Laura e Simone si erano lasciati sembravano più uniti di prima, era l'unica coppia di ex che avesse mai visto che sembrava più felice da amici. Passavano ore a parlare sotto voce e a confidarsi segreti durante le ore di lezione, evidentemente la rottura gli aveva fatto bene.
"Non dovevi, lo sai vero?"
Manuel scosse la testa e sospirò: "Luna e Matteo sono due coglioni"
"Si, ma non fa niente"
"Non hanno un cazzo da fare che parlare di tutta la scuola e si inventano anche le cose"
Simone annuì.
"E poi tu avresti fatto lo stesso per me"
Manuel si girò a guardarlo incerto e trovò Simone con il viso già rivolto verso di lui. Dio, quanto era bello. Anche con il viso pallido e i capelli in disordine sembrava comunque pronto per una sfilata di moda. Allarme pensiero stupido.
"Probabilmente Matteo si sarebbe trovato un braccio rotto"
"Mossa da rugbista?"
"Mossa da stronzo vendicativo"
Entrambi scoppiarono a ridere.
Poi Manuel si alzò dal bracciolo del divano e si diresse verso Simone, abbassandosi sulle ginocchia per poter avere il suo viso alla sua altezza.
"Sei stato tutto il giorno da solo Simò?"
"Già, mia nonna è da mia zia e mio padre sta da qualche parte in giro per Roma, probabilmente a infastidire qualche malcapitata"
"Povero Simone"
"Povero Simone" Ripetè il ragazzo dai capelli corvini, facendo il verso a Manuel che lo aveva detto apposta per prenderlo in giro.
"C'hai bisogno de qualcosa?"
"No"
"Nulla? Na tisanina, n'altra coperta, du biscottini?"
"Niente"
"Ma come, me propongo come infermiere e mi liquidi così?"
Simone alzò gli occhi al cielo e si sistemò meglio sotto la coperta, stava morendo di freddo.
"Forse un'altra coperta non è una brutta idea"
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E poi così, tu sei qui | Simuel
FanfictionManuel e Simone hanno un'amicizia strana, parlano di tutto, ma non proprio di tutto. La tensione tra di loro cresce sempre di più. L'attrazione reciproca anche. Ma a Manuel non piacciono i ragazzi, lo ha detto più volte: non gli piacciono e non è at...