"Il calcolo delle probabilità si propone di associare ad ogni evento un numero, denominato probabilità dell'evento, che consente di esprimere-"
Simone non fece in tempo a finire di leggere la definizione che fu letteralmente aggredito da Manuel, che lo abbracciava e baciava tentando in tutti i modi di distoglierlo dal libro. Stava provando a spiegargli il calcolo delle probabilità da ore ma era una battaglia persa.
Andarono avanti mezz'ora così, con Simone che cercava di fargli entrare in testa i concetti e Manuel che voleva fare tutt'altro. Non che a Simone dispiacesse questo Manuel in modalità fidanzato appiccicoso, ma ci teneva a farlo andare bene nella materia che amava di più.
"Mi lasci almeno finire la frase?" Esordì Simone, cercando di staccarselo di dosso.
"No"
"Dai!" Simone strattonò forte il braccio di Manuel e finì per terra.Era esausto.
"Finiamo questo paragrafo, e basta per oggi"
"Il mio unico obiettivo oggi è approfittarmi di te"
Simone stava disperatamente cercando di reprimere un sorriso.
"Se ti bocciano ci lasciamo"
"Non mi bocciano e non ci lasciamo"
"Sono serio Manuel"
"Anche io, sono così serio che se vuoi lo metto per iscriito"
Simone sbuffò e finalmente si lasciò andare, discutere con Manuel era come sbattere la testa contro un muro.
Manuel, soddisfatto della sua vittoria, gli prese il viso e lo baciò piano, il più delicatamente possibile. In quel suo modo strano e particolare voleva fargli capire che stava cercando di cambiare per lui, e aveva deciso di partire essendo un po' più dolce. E siccome la dolcezza non era di casa, stava cercando di impegnarsi il più possibile.
"Sei esasperante"
"Ti piaccio per questo"
"Non è vero""Allora ti piaccio perchè sono proprio un gran figo"
"Quanto te la tiri Ferro"
Manuel si staccò da lui e lo fissò.
"Stai per caso cercando di fare il prezioso con me Simò? Perché ce metto un attimo a tornà con Alice te lo dico"
"Ah sì?"
Simone gli mise una mano sul collo e sorrise.
"E che glie dici? Paparino è tornato?"
Manuel cercò di staccare la mano di Simone dal suo collo senza grandi risultati.
"Simo"
"C'aveva pure un figlio quella, ringrazia che non stava già in menopausa"
"Eri geloso di Alice Simò?"
Manuel lo chiese con un sorrisetto furbo, nonostante lo sapesse benissimo.
"Gelosissimo"
Simone lo disse in un modo così sicuro e certo che Manuel per un attimo lo osservò, non si aspettava che lo ammettesse così facilmente. Era restio ad ammetterlo, ma il fatto che Simone fosse geloso di lui lo faceva impazzire.
E lo baciò, voleva e doveva fargli capire che ormai con Alice era una storia chiusa e non gli importava di niente se non di lui.
"Alice però non me faceva diventà matto come fai te"
Simone sorrise e lo spronò a continuare con un gesto della mano.
"Alice non si è schiantata sotto casa mia"
"Ti ho già detto che non era previsto"
"Mossa audace però, te sei schiantato sotto casa del tipo che avevi provato a baciare in un museo di animali morti"
Simone sbuffò con un leggero sorriso in volto e poi rimase in silenzio per un po'. Dopo qualche minuto si girò verso Manuel e decise di porgli la domanda che gli frullava in testa da un po'.
"Mi avresti mai baciato da sobrio quella sera?"
Non ci fu bisogno di specificare quale, la sera in questione era ben chiara ad entrambi.
"Cioè nel senso, se quella sera non avessi bevuto e litigato con Alice, mi avresti mai baciato?"
Manuel si prese un po' di tempo per rispondere.Non si aspettava una domanda del genere, non in modo così chiaro e diretto.
Probabilmente no. Era questa la risposta alla sua domanda.Ma non perché fosse stata solo una stupida azione dettata dall'alcol, ma perché da sobrio non ne avrebbe mai avuto il coraggio. E non era neanche la prima volta che aveva pensato di baciarlo, ma era la prima per la quale decise che ne valeva la pena. Simone era lì, con i suoi occhi da cerbiatto e la bocca semiaperta e lui doveva farlo. Magari era vero, era arrabbiato con Alice e aveva bevuto, ma nel momento in cui si baciarono seppe che l'alcol non c'entrava nulla.
"Non credo"
Simone si rabbuiò e alzò le spalle, in fondo sapeva fosse così.
"Ma non perché da sobrio non volessi" Manuel continuò "ma perché non ne avrei avuto il coraggio"
Manuel gli prese la mano e la strinse forte, quel giorno si stava superando. Gli avrebbero dato il nobel come ragazzo migliore del mondo.
"Okay"
Simone annuì e sorrise.
"E poi non sono un grande fan del destino Simò, ma sono convinto che se non ci fossimo baciati quella sera sarebbe successo prima o poi, se le cose devono succedere succedono e basta"
Il ragazzo di fronte a lui lo guardò pensieroso.
"Cioè, secondo te, me potevo lascià scappà l'occasione de bacià l'unico e solo Simone Balestra?"
Il ragazzo in questione sorrise e scosse la testa.
"Hai ragione"
"Non me guardà co sta faccia triste che te meno"
"Ho una domanda" Simone non riusciva a guardarlo negli occhi, sapeva che probabilmente Manuel avrebbe riso ed evitato la sua domanda, ma ci provò lo stesso.
"Ti anticipo che se ridi me ne vado"
"Okay"
"E non mi devi prendere per il culo, sono serio"
"Su questo non posso garantire"
Simone trovò il coraggio di guardarlo finalmente negli occhi, voleva vedere la sua reazione.
"Perché me?"
Manuel accennò un sorriso, si aspettava esattamente una domanda del genere.
"In che senso?"
"Lo sai in che senso"
"Non è che sei tipo il prescelto di Harry Potter eh Simo"
Simone sbuffò e fece per andarsene, ma Manuel lo prese per la mano e se lo portò in braccio, cullandolo come un bambino, nonostante Simone fosse molto più alto e pesante di lui e la sedia stesse per crollare con loro due sopra.
Lo abbracciò forte e posò il mento sulla sua spalla, voleva che restassero così per sempre. Così allegri e spensierati a bisticciare nel loro solito modo.
"Perché non mi hai mollato" Rispose finalmente Manuel.
Simone era fermo, immobile, ad ascoltare le sue parole.
"Perché mi hai fatto capire che ero abbastanza e perché c'eri sempre" continuò, "anche quando facevo lo stronzo e ti cacciavo via"
"Sarei dovuto andarmene"
"Ma non l'hai fatto"
Il ragazzo sopra di lui si ammutolì per un po' e poi ripartì alla carica.
"Cosa ti piace di me?"
Manuel si passò una mano sulla faccia e si strofinò gli occhi, Simone voleva proprio sapere tutto e subito.
"Seriamente stiamo facendo questo discorso?"
"La prossima volta gli esercizi te li fai da solo"
"Okay okay" Manuel lo tenne stretto, Simone voleva scappare di nuovo e non glielo avrebbe permesso.
"Mi piaci quando sorridi. Mi piaci quando mi prendi in giro. Mi piaci persino quando mi fai duecento domande e non me dai manco il tempo de risponde. Mi piace la tua passione per quello stupido sport che che piace solo a te"
Simone si girò a guardarlo e gli scoccò un'occhiata offesa. Dovette anche sistemarsi meglio su Manuel perché a breve sarebbero caduti per terra, erano troppo pesanti per stare in due su quella minuscola sedia.
"Tu ti rifiuti di capirlo"
Manuel lo ignorò e proseguì col suo discorso.
"Mi piaci quando fai il finto offeso e sbuffi, e mi piaci anche quando confondi i pezzi per la moto e fai un disastro"
"È successo solo una volta"
"Due"
"La seconda volta è stata colpa tua, mi hai distratto"
"Certo" Manuel prese ad accarezzargli la schiena con la mano e a disegnare dei cerchi inmaginari su di essa.
"Mi piacciono i tuoi capelli, soprattutto quando la mattina sono tutti sparati e perdi le ore a sistemarli. Mi piacciono i tuo occhi e le tue labbra, non scherzavo quando dicevo che sono un arco di cupido perfetto"
Simone sorrise imbarazzato e distolse lo sguardo. Arrossì un po'. Era girato verso Manuel in maniera innaturale ma non se ne lamentava. A Manuel Simone in quel momento piacque un po' di più.
"Mi piace che mi fai incazzare e poi per farti perdonare mi porti la merenda a scuola. Mi piace come ti sta il blu ma soprattutto il rosso"
"Quel giorno a scuola ho messo la maglietta rossa apposta"
Simone glielo disse fiero e Manuel alzò gli occhi al cielo, era esattamente una cosa che avrebbe fatto uno come Simone Balestra. Ma gliene era grato.
"Ma soprattutto mi piaci quando ridi, perché so che è stato un anno difficile per te e se a volte sono riuscito a renderti contento almeno un po' ne sono felice"
Simone aveva gli occhi leggermente lucidi, ma gli fece il sorriso più bello del mondo e in quel momento Manuel avrebbe voluto solo scattargli una foto e incorniciarla per poterla riguardare per sempre. Era decisamente un ragazzo fortunato.
Poi pensò che effettivamente non avevano una foto decente insieme e prese il telefono.
"Che fai?"
"Girati un attimo"
Simone si girò verso di lui e Manuel gli sistemò i capelli e raddrizzò la maglietta, anche non ne aveva bisogno, era sempre perfetto. E nessuna foto avrebbe mai fatto giustizia al suo sorriso da copertina.
Manuel allontanò il braccio per scattare una foto e sorrise, ma mentre partì lo scatto Simone gli prese il viso e lo voltò verso di lui, baciandolo piano.
Quella era la foto che avrebbe incorniciato.
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E poi così, tu sei qui | Simuel
FanfictionManuel e Simone hanno un'amicizia strana, parlano di tutto, ma non proprio di tutto. La tensione tra di loro cresce sempre di più. L'attrazione reciproca anche. Ma a Manuel non piacciono i ragazzi, lo ha detto più volte: non gli piacciono e non è at...