8. Gelosia

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Simone rimase a casa fino a mercoledì, il raffreddore e la febbre lo avevano costretto a rimanere sotto le coperte per tre giorni.
Manuel invece andò a scuola, annoiandosi a morte senza il suo amico e non rivolgendo la parola a nessuno se non a Laura, che aveva scoperto non essere così male come pensava. Simone lo prendeva in giro per il suo esserci diventato amico, non riusciva a capacitarsi di come i tempi fossero cambiati.
A settembre lui stava con Laura e Manuel con Chicca, i due ragazzi si sopportavano a malapena ed erano persino finiti in una rissa un paio di volte.
Poi Simone era diventato amico di Manuel e aveva lasciato Laura dopo poco tempo, non gliene serviva altro per capire che la persona giusta per lui non fosse lei.
La persona che credeva giusta era il suo migliore amico, che lo aveva prontamente rifiutato dopo un leggero sfregamento di labbra e che aveva creduto impossibile da perdonare.
Ma Manuel si era fatto perdonare, eccome se si era fatto perdonare.
Al suo compleanno erano andati a letto insieme e per lui era stato il più bel regalo di compleanno di sempre. Simone era stato consapevole fin da subito che per Manuel era stato un gioco e nulla di più, dettato dalla rabbia e dalla confusione, ma era stato pur sempre bello.
Non aveva messo in conto le dure parole che gli avrebbe rivolto dopo però, che lo avevano fatto sentire uno stupido che si era illuso anche solo per un secondo. Ora che il loro rapporto di amicizia era tornato più o meno normale si sentiva in pace con sé stesso.
Non capiva però che cosa provasse Manuel, visto che non si era mai rifiutato di baciarlo e a volte aveva anche preso l'iniziativa.
Si erano persino abbracciati e avevano dormito più volte nello stesso letto. Simone era confuso, era stato innamorato di Manuel per un po', ora non sapeva più se provasse gli stessi sentimenti o no. Si era talmente convinto di non piacergli che non si spiegava il perché di quel comportamento attento e amorevole che ora Manuel aveva nei suoi confronti, a volte sembravano una coppia a tutti gli effetti.
Poi, quando Simone si era ripreso dalla febbre e dal raffreddore, aveva finalmente accettato l'invito di Alessio ed erano usciti.
Avevano passeggiato per il centro di Roma e chiacchierato del più e del meno, era stato piacevole passare del tempo insieme. Alessio gli aveva raccontato dei suoi migliori amici, dei suoi piani del futuro e persino di come avesse scoperto di essere gay, baciando un ragazzo per caso per una stupida scommessa. Glielo aveva raccontato ridendo e Simone aveva provato un moto di tenerezza nei suoi confronti. Era bello il fatto che Alessio non si fosse fatto troppe domande e avesse accettato subito la sua sessualità, gli sarebbe piaciuto che fosse successo così anche a lui. Invece lui si era innamorato di Manuel da un giorno all'altro, lo aveva realizzato quella sera quando Manuel gli aveva inviato la foto con Alice. Si era sentito morire, vedere la persona di cui sei innamorato a letto con un'altra era stata decisamente la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. E se Alessio aveva accettato la sua sessualità in modo così semplice lui aveva letteralmente preso a martellate una macchina. Decisamente il modo giusto per affrontare la cosa. Si era sentito terribilmente in colpa nei confronti di Manuel, che aveva anche dovuto vedersela con Sbarra, ma la cosa fortunatamente si era risolta nel migliore dei modi.
Ad Alessio però non raccontò della sua cotta per Manuel e di come lo aveva scoperto, non era decisamente la situazione giusta per raccontargli una cosa del genere. Non sapeva se la situazione giusta sarebbe mai arrivata.
Alla fine dell'appuntamento Alessio lo aveva persino preso per mano e baciato, in modo così dolce e leggero che Simone non aveva potuto paragonarlo al modo irruento e poco delicato che invece aveva usato Manuel. Non riusciva a non paragonarli di continuo, si sentiva come se si trovasse in mezzo a due fuochi. Simone aveva ricambiato il bacio e gli era persino piaciuto, pensò che magari si sarebbe potuto abituare ad Alessio e al suo modo di fare. Magari sarebbero usciti altri volte e il loro rapporto sarebbe diventato più stretto. Avrebbe dimenticato Manuel e sarebbe andato avanti, era la cosa giusta da fare. Non sapeva quanto effettivamente Alessio gli piacesse, ma si trovava bene con lui. Avevano riso e scherzato per tutto il pomeriggio, non c'era stato il minimo imbarazzo e questo gli stava bene. Un passo alla volta.

Quando il venerdì Simone tornò a scuola passò tutto il giorno a ridere e scherzare con Manuel, era veramente contento che il loro rapporto piano piano si stesse ricucendo. Aveva ignorato gli sguardi insistenti di Luna e Matteo su di loro e aveva passato la ricreazione con Manuel e Laura, che sembravano aver legato in sua assenza e ora parlavano come se fossero amici da sempre. Il suo migliore amico, nonché ragazzo di cui era stato innamorato, e la sua ex: c'era qualcosa di veramente comico in tutto ciò.
All'uscita da scuola trovò Alessio ad aspettarlo, si erano accordati per pranzare e passare il pomeriggio insieme. Non sapeva come Manuel l'avrebbe presa però, non aveva avuto il coraggio di dirglielo.
Quando varcò il confine della scuola e si diresse verso il ragazzo biondo Manuel lo seguì senza dire una parola. Simone percepì il suo sguardo fisso sul suo compagno di squadra, ma non disse nulla.
Quando si avvicinò Alessio lo abbracciò velocemente e gli diede un bacio sulla guancia, tutto sotto gli occhi attenti e vigili di Manuel, che stava provando in tutti i modi a trattenersi dal prenderlo e staccarlo da Simone.
"Ehi" Disse Alessio ad un centimetro dalla faccia di Simone, che sorrideva imbarazzato e non sapeva se guardare lui o Manuel.
"Ehi" Simone fece una breve pausa per guardare la reazione di Manuel, poi decise di presentarli "lui è Manuel, il ragazzo che hai visto l'altra volta"
Manuel alzò una mano in un cenno di saluto e gli rivolse il sorriso più falso che avesse, sperava si togliesse da torno il prima possibile.
"Ciao, sono Alessio"
Alessio decise invece di porgergli la mano per presentarsi e Manuel la strinse, forse un po' troppo, perché Simone lo guardò male.
Era la situazione più imbarazzante di sempre, Simone che presentava a Manuel il ragazzo che stava frequentando e lui che sembrava pronto a staccargli la testa.
"So che tua madre lavora insieme alla mia"
Per qualche motivo Alessio era in vena di iniziare una conversazione e Manuel dovette sforzarsi di sorridergli, giusto perché Simone era lì che lo fissava.
"Già"
"Ti vedo spesso riportarle il motorino ma non ci siamo mai presentati"
"Che peccato"
Manuel lo disse con un sorriso di scherno che Simone capì benissimo cosa volesse dire. Gli schiacciò un piede a mo di rimprovero e guardò Alessio, per distrarlo dall'occhiata assassina che aveva lanciato a Manuel. Ma Alessio si era ammutolito e sorrideva in maniera imbarazzata. Non sapeva se parlare o stare zitto.
Manuel dovette trattenere un gemito di dolore e guardò Simone: decise che se Alessio voleva fare conversazione, lo avrebbe accontentato.
"Quindi tu e Simone vi conoscete da un sacco di tempo"
Alessio sollevò lo sguardo su di lui e annuì, evidentemente non si aspettava che lui avesse intenzione di continuare a parlare.
"Si, siamo amici dalle elementari e stiamo nella stessa squadra di rugby da un paio d'anni"
"Uhm"
"Simone ti avrà sicuramente parlato di me"
"In realtà no"
Simone guardò Manuel come a volerlo uccidere, eccome se gliene aveva parlato.
La situazione stava peggiorando ogni momento di più.
"Oh, okay. Evidentemente non ci ha pensato"
"Già, gli sarà sicuramente passato di mente"
Manuel sapeva benissimo che dopo quell'imbarazzante scambio di battute Simone ce l'avrebbe avuta con lui a morte, ma non riusciva a trattenersi.
"Certo" Alessio annuì e guardò Simone, che decise di porre fine a quello scambio di battute "noi dovremmo andare"
Manuel si accigliò, pensava che Simone sarebbe venuto da lui, ne avevano parlato qualche giorno prima.
"Si ecco" Simone posò una mano sulla spalla di Manuel "ti volevo dire che Alessio mi ha chiesto di pranzare insieme"
"Oh"
"Se non è un problema per te"
Era assolutamente un problema per lui, ma decise di comportarsi in maniera matura.
"Non lo è" Annuì nel modo più normale possibile, ma di normale in quella situazione non c'era proprio niente.
"Allora ci vediamo domani"
"A domani"
Manuel sorrise a Simone e se ne andò, non aveva intenzione di stare un minuto di più a vederli comportarsi da fidanzatini.
Con la stupida mano di Alessio sulla schiena di Simone e il viso a pochi centimetri dal suo, doveva togliersi dalla testa quell'immagine o sarebbe impazzito.
Ci rimuginò sopra per tutto il pomeriggio, non riusciva a pensare ad altro che non fossero Simone e Alessio avvinghiati come due polipi. E lui lì come uno stoccafisso, a fare da candela. Che situazione imbarazzante, solo a ripensarci gli veniva l'orticaria.
Quando Simone gli aveva detto che Alessio gli aveva chiesto di uscire non pensava lo avrebbe fatto veramente, non così presto soprattutto. Da un giorno all'altro uscivano insieme? E Alessio si presentava addirittura all'uscita di scuola?
Dov'era finito il Simone imbarazzato che quella volta aveva provato a baciarlo al museo? Probabilmente era cresciuto e lui neanche se ne era reso conto. E nonostante dovesse essere fiero di lui per essere diventato un po' più sicuro di sé stesso ed essere andato avanti, non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che ci fosse qualcosa che non andava. Sapeva benissimo che quella strana situazione tra lui e Simone non sarebbe potuta andare avanti, ma ci aveva sperato. Aveva sperato di evitare l'argomento per un po' e continuare così, non era pronto ad affrontare un discorso del genere e le conseguenze che me sarebbero scaturite.
E nel caos della sua testa Manuel si rese finalmente conto di una cosa: era geloso di Simone.

E poi così, tu sei qui | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora