Simone stava cercando di studiare da ore. Stava "cercando" di studiare perché effettivamente non ci stava riuscendo. Non con la testa e il cuore orientati verso una certa persona dai capelli ricci e la battuta sempre pronta.
Non riusciva a smettere di pensare alla notte appena passata per un solo secondo, al ricordo di quell'amore suggellato tra le lenzuola della sua stanza. Sentiva il profumo di Manuel ovunque, era dovuto andare a studiare in salone per provare a non pensarci. Ma fu tutto inutile, perché la realtà era che ogni angolo di quella casa sapeva di Manuel e del loro amore, di lunghe conversazioni e baci fugaci, e cercare di cancellarlo avrebbe voluto dire spegnere il cervello. Simone sorrideva incessantemente, mentre suo padre gli parlava, ascoltando la musica, leggendo i messaggi di Manuel. Era praticamente impossibile non sorridere ai messaggi di Manuel, Simone percepiva il tono e il suono della sua voce anche attraverso quello stupido dispositivo. Poi il ragazzo si divertiva a mandargli foto foto di tutto quello che faceva e lui sapeva che era un modo per renderlo ancora più partecipe della sua vita. Si immaginava anche la sua espressione quando gli scriveva o si scattava una foto e sorrideva ancora di più.
Manuel era andato via da casa sua solo da poche ore, sosteneva di dover riprendere possesso della sua casa e della sua stanza o sua madre avrebbe mandato i servizi sociali a riprenderselo.
Simone lo aveva salutato a malincuore, era così abituato ad averlo sempre intorno che la casa senza di lui sembrava tremendamente vuota.
Ma Manuel non smetteva di scrivergli e lui gliene era grato, lo faceva sentire come se lo avesse sempre accanto.
Se lo immaginava vicino a lui che sbuffava e lo prendeva in giro, che faceva finta di ascoltarlo quando in realtà lo ascoltava davvero.
Perché aveva scoperto che nonostante Manuel facesse di tutto per distoglierlo dagli esercizi di matematica in realtà captava ogni singola frase che usciva dalla bocca di Simone. Era così intelligente che spesso Simone pensava che studiare per lui fosse fatica sprecata, gli bastava aprire il libro e leggere velocemente per potere andare discretamente a scuola.
Ma a volte era difficile anche solo farlo stare seduto, e così Simone gli prometteva che se avessero finito il capitolo si sarebbero potuti rilassare un po', facendo sorridere il ragazzo vicino a lui in modo fin troppo furbo.
Chiuse il libro di scienze ed uscì, leggere quelle due frasi all'infinito non sarebbe servito a niente.
Si diresse alla verandina in giardino, dove da piccolo passava intere giornate seduto lì a leggere o fare i compiti.
Ci trovò il padre intento a correggere dei compiti di filosofia e pensò di tornare in un altro momento, ma lui gli fece segno di restare e avvicinarsi.
"Guarda chi si vede!" Dante si aprì in un grande sorriso, ultimamente vedeva il figlio solo nei pochi minuti che lo separavano dall'andare o tornare da scuola, visto che il restante tempo lo trascorreva a casa del figlio di Anita o chiuso con lui nella sua stanza al piano di sopra.
Tra lui e Anita non c'era nulla di certo e non era sicuro ci sarebbe mai stato, per ora si stavano solo frequentando occasionalmente evitando che i rispettivi figli li vedessero e facessero domande. Ma era arrivato il momento di dirlo, non potevano nascondersi ancora a lungo.
Simone fece una smorfia molto simile ad un sorriso e si sedette davanti a lui, dando un'occhiata alle verifiche che il padre aveva davanti.
Riuscì a scorgere un cinque bello grande e rosso sul compito che doveva essere di Chicca, riconosceva la scrittura. Se ne rammaricò, povera Chicca, Simone l'aveva persino aiutata qualche giorno prima a ripassare gli ultimi argomenti.
Evidentemente non aveva avuto grandi effetti sul suo andamento in quella materia.
"Niente Manuel eh?" Chiese Dante al figlio, ormai era raro vederli separati per più di qualche minuto.
"Già, è tornato da casa due ore fa"
Dante annuì e poi sospirò, sapeva benissimo il motivo per il quale Manuel passasse tanto tempo a casa loro, ma voleva che fosse Simone a rivelarglielo quando sarebbe stato pronto. E lui non lo avrebbe forzato di certo, era un argomento delicato.
"Come va tra voi?"
Alla domanda di Dante Simone arrossì, sapeva che il padre aveva intuito qualcosa, ma non sapeva esattamente cosa e non era sicuro di volerlo scoprire.
"Tutto apposto"
Il padre gli lanciò un'occhiata obliqua ma non disse nulla, sembrava pensieroso.
"Okay, quindi avete smesso di picchiarvi?"
Simone sorrise a quell'ulteriore domanda, ormai facevano tutto tranne che picchiarsi, a volte gli mancavano quei tempi in cui Manuel Ferro era soltanto il ragazzo fastidioso che sedeva in fondo alla classe e suo padre l'unica persona in grado di separarli quando si mettevano le mani addosso.
"Noi, uhm" Simone si passò una mano sul collo e deglutì "abbiamo una mezza cosa"
Sapeva benissimo che non era solo una mezza cosa, ma non era pronto a definirla qualcosa di più agli occhi di suo padre. Ma sentiva che doveva almeno accennargli la situazione, giusto per chiarire i suoi dubbi in merito.
"Una mezza cosa" Ripetè Dante, ora si chiamano così le relazioni tra adolescenti? Era veramente diventato così vecchio?
"Si, ci stiamo frequentando diciamo" Simone abbassò lo sguardo sulle sue mani che si stava torturando nervosamente, "in modo più più meno serio"
"Oh" Dante rimase senza parole, non si aspettava che Simone glielo dicesse così chiaramente e così in fretta. Ma ne era felice, era un po' che osservava Simone e cercava di capire cosa gli frullasse per la testa. E quel qualcosa era ovviamente Manuel, si vedeva lontano un miglio che Simone avesse occhi solo per lui. Lo capiva dal modo in cui digitava sul telefono, da come indossava vestiti che sapeva non fossero suoi, e da come si imbarazzasse quando in una qualsiasi conversazione saltava fuori il suo nome. Dante sapeva che il ragazzo ne aveva parlato con la madre quella volta a Glasgow e si domandava se prima o poi ne avrebbe parlato anche a lui.
A quanto pare quel momento era arrivato.
"Beh sono contento per te!" Dante sorrise a Simone e lui ricambiò, sembrava felice della sua reazione positiva.
"Probabilmente lo avevi notato perché sta sempre qui"
"Si Simone, fin troppo" Dante alzò le mani al cielo "l'altro giorno ci siamo scontrati in cucina e mi ha fatto prendere un colpo"
"Si, ha il vizio di arrivare alle spalle" Simone gli disse ridendo, sembrava contento di parlare di Manuel.
"Puoi invitarlo una sera a cena se vuoi"
Simone annuì.
"Cioè lo so che sta già spesso qui e non serve che lo inviti per farlo restare a cena, ma magari una volta facciamo una cosa fatta per bene ecco"
"Certo"
"E beh" Stavolta fu Dante ad abbassare gli occhi sui fogli "potresti invitare anche sua madre"
Simone gli lanciò un'occhiata obliqua, non pensava veramente che lui e Manuel non sapessero di loro due.
Li avevano beccati proprio qualche giorno prima a scambiarsi un bacio sfuggente all'uscita da scuola, e poi avevano una confidenza tale che era difficile che tra loro fosse solo un rapporto occasionale.
Manuel e Simone ne avevano anche parlato, tutta quella situazione era strana e particolare, ma finché fossero stati tutti contenti a loro andava bene. Sapeva che Manuel stimava il professor Balestra e lo considerava un mito, per lui doveva essere una figata averlo come compagno di sua madre. E a lui piaceva vedere Anita più spesso, le stava simpatica e rendeva Manuel allegro e sereno.
"Lo so che state insieme papà"
Dante strabuzzò gli occhi, in che senso lo sapeva? Era convinto si fossero comportati in maniera abbastanza discreta lui e Anita.
"Lo sai?"
Simone annuì. "Vi abbiamo visti l'altro giorno fuori scuola ma lo sospettavamo già"
"Ah sì?"
"È parecchio ovvio"
Dante gli rivolse un sorriso imbarazzato, era veramente convinto che non lo sapessero. Si era persino preparato un discorso con cui glielo avrebbe detto, ma a quanto pare i due ragazzi avevano risparmiato loro la fatica.
"Hai ragione, non siamo stati proprio attenti"
Simone si alzò e fece il giro del tavolo. Mise una mano sulla spalla del padre e gli lanciò una lunga occhiata.
"Se fai soffrire Anita Manuel ti porta all'ospedale, lo sai vero?"
"Non succederà Simone, te lo assicuro"
"Lo spero per te, Manuel Ferro ti obbligherebbe a scusarti in dieci lingue diverse con le ginocchia sui ceci"
Dante fece una faccia lievemente spaventata ma gli credette, sapeva che il figlio teneva parecchio alla madre e sperò funzionasse veramente tra di loro.
Oltre ad Anita avrebbe perso la stima del suo alunno preferito, dopo Simone ovviamente, e non poteva e doveva permetterselo.
"Te lo prometto, giuro"
Dante si mise una mano sul cuore e Simone scosse la testa, sperò veramente che lei fosse quella giusta per suo padre nonostante la stranezza di quella situazione.
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E poi così, tu sei qui | Simuel
FanfictionManuel e Simone hanno un'amicizia strana, parlano di tutto, ma non proprio di tutto. La tensione tra di loro cresce sempre di più. L'attrazione reciproca anche. Ma a Manuel non piacciono i ragazzi, lo ha detto più volte: non gli piacciono e non è at...