11° capitolo

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Discesa...

Da questo punto inizia la sfida contro un nemico invisibile.

Di nuovo dobbiamo fronteggiare lo stesso luogo, il corridoio. Non possiamo mollare proprio ora, abbiamo reso i nostri corpi estenuati per raggiungere almeno metà percorso; basta arrivare alla fine di questo tenebroso passaggio e bene o male saremo alla porta d'entrata della più grande aula di questa scuola, la più grande nel quartiere terrestre B14 e la terza su quindici totali su codesto pianeta ripugnante.

Davvero, mi chiedo quanto possa essere grande l'intelletto di una persona. A Lucy viene la geniale idea di chiudere le ante che separano le scale dal resto della struttura, affinché chiunque che provenga da esse o ne sia all'interno rimanga chiuso e non possa uscirne. Ci troviamo completamente soli, il buio ci avvolge, sentiamo attorno a noi esclusivamente il respiro altrui. Battito dopo battito, un affanno unico.

~ Ho paura del futuro,

Paura maligna

piena di timore.

Cancella da me

questa sinfonia

piena di malinconia ~

Dimmi una verità, se mai riuscissimo a fuggire, se mai ogni qual cosa qui che stia accadendo, faccia parte di un brutto sogno?

Sono solamente stanca. Stanca...

A chi sta fuori da questa scuola, cosa gli starà capitando? Non voglio neppure immaginare. Non voglio prendere in considerazione ciò che potrebbe esser presente nel mondo esterno. Cosa, quando, dove, non mi interessa. Un rumore. Chiunque sia fuori, non ne ho la minima idea. Spero che i miei genitori stiano bene, spero che le vecchiette, che giocano ogni singola mattina, l'indomani siano ancora nel medesimo luogo, sedute intente a buttare giù le carte sul tavolo e a sfidarsi l'un l'altra. La vicina di casa con il suo vecchio cane Tedd e la signora Bennet che saluto ciascuna mattina durante il cammino per scuola: auguro a loro il benessere eterno. Uno stridulo. Il mio prepararmi annoiata per andare sempre nella stessa aula che già il sostantivo è pregno di ricordi. Ah, quanto mi manca la solita monotonia...Questo è il presente e me lo ritrovo in prima persona.Un frastuono.

Apriamo e viso tagliato, bocca grignosa spalancata, pupille dilatate comunicanti di terrore, fradici pendolanti capelli di un nero simile alle rotaie di un treno finito in rovina, maglietta di cotone stracciata a tre graffi di lupo e di un certo colore rosso carmine, pantaloni a forma di indumento intimo poiché gli arti inferiori non esistono più, le scarpe rosse poste una accanto all'altra come l'esposizione di un regalo per il compimento degli anni.

È il panorama.


Un uomo impiccato subito dopo la porta d'ingresso.

Un altro un terzo un quarto dieci quindici venti. Un'intera classe.

Studenti come nuvole nel cielo macchiato di rosso solo per stasera, unica notte malvagia senza fine di cui ha avuto appena l'inizio. 

Il tempo muta e rallenta per la millesima volta; come se fossi in un bicchiere, nel frattempo sento a malapena le voci dei miei coetanei urlanti e piangenti in questa valle di lacrime purpuree. Cerco di calmarmi, di ritrovare la quiete nel mio stato d'animo. Ritorno al "normale" presente. Per quanto tempo ancora saremo rinchiusi in questo spaventoso lugubre posto? Siamo letteralmente a pezzi.

Diamine, cosa dobbiamo fare? Salvarci. Non solo. Dobbiamo vendicare Jessica e Mat. Gal interviene e si pone di fronte a noi dicendo: "Stiamo qua a guardare?! Forza, tiriamoci su assieme e cerchiamo di fuggire da questo crudele e ostinato incubo. Non vi ricordate qual è il nostro piano? Presto, tutti diretti al palco, sotto il leggio è presente un tunnel di emergenza. Solo noi professori umani ne siamo a conoscenza, l'abbiamo scavato noi stessi con le nostre mani, è giunto il momento di utilizzarlo e finalmente dovremmo arrivare in un posto sicuro. Veloci!" 

Deh, nonostante la cupa atmosfera, la professoressa riesce a trasmettere una parte della sua forza d'animo e il cercare di sistemare il casino creatosi. Non dobbiamo mollare proprio ora. Paoline si fa avanti.

"Andiamo."

Sono d'accordo.

Sì, anche io.

Sì, pure io.

Sia vero, partiamo!

Se... Aspettate. Se alla fine di questo canale non ci fosse una strada migliore?

"È impossibile. Esiste una biblioteca a un punto intermedio, ne sono certa, e il termine del tunnel consiste in una casa isolata dal resto dei villaggi e delle abitazioni. Fidati di me, ti supplico."

Va bene, allora proseguiamo  — intervengo io.

Mine (mia)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora