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Appena Kacchan se ne andò, ci fu un silenzio che mi fece gelare il sangue nelle vene, si poteva percepire tensione nell'aria.
Ed eccoli, frustrazione, mortificazione, altri sentimenti che si facevano sempre più presenti nella mia vita; ormai ero un caos, un insieme di sentimenti contrastanti fra di loro che mi facevano sentire come un peso all'altezza del cuore, che erano capaci di rendere il mio respiro più pesante, come se mi mancasse l'area.
Come pensavo di poter diventare un eroe se non riuscivo a difendermi da lui.
Il silenzio fu spezzato come al solito da Kirishima, che si voltò verso di me.
Alzai titubante il mio sguardo sul suo volto aspettandomi una faccia delusa o arrabbiata per essere un debole, invece vidi sul volto di Kirishima un sorriso che nascondeva... preoccupazione?!
D:"s-scusa n-non volevo darti p-prob-"
Kirishima mi zitti subito
K:"Midoriya non sei un problema, dai andiamo che ti metto un po' di ghiaccio sul polso"
A quelle parole mi si fermò il cuore, non poteva vedere il mio polso non ora che ero riuscito a essergli amico, mi troverà patetico.
Non mi diede nemmeno il tempo di ribattere che mi prese per mano e con una voce gentile ma allo stesso tempo che non permetteva un no come risposta disse "andiamo".
Passammo per la cucina, prese il ghiaccio e, ancora mano nella mano, mi porto in camera sua.
Entrai e mi fece sedere sul letto, seguito subito dopo da lui.
K:"dai fammi vedere il polso, spero che non ti faccia troppo male"
D:"Kirishima s-sto bene, dovresti andare d-da lui e chiarire"
K:"perché mai? Ti ha fatto male"
D:"perché è tuo amico e poi.. poi Kacchan fa sempre così tranquillo"
K:"COME!!"
Il tono di voce di Kirishima si alzò e ciò mi spaventò
K:"scusa, ma.. ma come fai a perdonarlo sempre, non cap-"
Si bloccò e sgranò gli occhi, non capii subito.
Solo dopo qualche istante capii che non stava guardando direttamente me ma una parte di me, il polso, o meglio la manica della felpa che si colorava lentamente di rosso.
Si stava avvicinando e poiché non riuscivo a reggere il confronto con lo sguardo lo abbassai, mi sentivo debole e inutile, i miei occhi si riempirono di lacrime.
K:"p-per-"
D:"per favore, n-non lo dire a nessuno"
Solo questo riuscii a dire prima che si formasse un nodo in gola.
K:"t-togliti la f-felpa" disse con voce tremante
D:"..K-kirishima t-ti preg-"
K:"ho detto togli" disse più incisivo.
Feci come richiesto, mi tolsi la felpa.
Tremavo, stavo piangendo ormai a dirotto; singhiozzavo cercando di trattenere le lacrime.
Sapevo che la vista del mio corpo gli avrebbe fatto schifo e che non sarebbe più voluto essere mio amico.
K:"p-perché?" disse con se stesse piangendo.
Alzai il volto e lo vidi, la faccia di Kirishima ricoperta di lacrime.
D:"n-non preoccuparti"
K:"COME FAI A DIRE QUESTO! Non hai capito nulla allora.."
D:"v-va bene così, me lo m-merito"
K:"Ma che stai dicendo" disse prendendomi le braccia
K:"perché mai dovresti meritare questo?! Eh!"
Disse riferendosi ai tagli e le cicatrici sulle braccia.
E fu lì che scoppiai.
D:"va bene.. perché io sono inutile e... e sono sbagliato... v-va bene cos-"
Kirishima non mi fece finire la frase che mi abbracciò, più che per confortare me sembrava servisse a lui; un abbraccio deciso e delicato allo stesso tempo.
Deciso da poter accertarsi che la mia forma minuta e fragile fosse lì e non scappassi, ma delicato per paura forse di rompermi.
K:"M-midoriya per favore n-non farlo più, se hai b-bisogno di aiuto i-io ci sono"
Annui leggermente sprofondando la mia faccia nel suo incavo, cosa che mi rilassò, stessa cosa fece lui sprofondando nei miei capelli.

Mi sarebbe bastato  _Kirideku_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora