Caro Jack,
Quando sono partita dall'Inghilterra verso l'America, mi aspettavo questa terra come il paradiso. In realtà, quello che mi aspettava era solo un vastissimo territorio dove ti senti minuscolo. Sono sotterrata dai grattacieli per niente a misura d'uomo, opprimono tutta me stessa: la mia felicità, le mie risate, il mio amore per le cose e per le persone. Si certo, sono ammirabili, è incomprensibile come l'uomo, riesca a coatruire torri così alte, ma da quando ti ho perso, ho cambiato la mia visione verso le cose. Questi grattacieli non mi permettono più di amare. Qui non conosco nessuno, è tutto così grande che mi mette in soggezione. Mi chiudo in un guscio e non permetto a nessuno di aprirlo. Ho paura di perdere altre persone care e soffrire. Più tieni alle cose più hai da perdere. Secondo me, tu non approveresti il mio comportamento. Srnto già la tua voce dirmi: "non devi. Anche stando isolata hai da perdere, anzi non hai nemmeno da guadagnare." Sento la tua voce felice ma consapevole e mi manca. Mi manca il tuo comportamento da ragazzo maturo. Mi mancano i tuoi occhi azzurri, che mi ricordano l'oceano. Nonostante sia quello il posto che ci ha diviso, è anche il posto che ci ha unito. Per questo lo amo. E mi manca anche quello. È da ben sette anni che non lo vedo. Mi sono trasferita all'interno degli stati uniti. E ho lasciato l'oceano solo per i ricordi. Ecco, mi perdo nei ricordi, nel passato. L'unico poco di felicità che mi resta. Ti prego, torna anche nel presente.
Sempre, la tua Rose
