capitolo 5

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Confusa la ragazza prende la decisione di non fare troppo caso al manifesto sul suicidio, continua la sua camminata nei corridi della scuola, mantiene sempre lo sguardo rivolto in basso...non vuole causare problemi con il solo sguardo.
Arrivata in classe da un veloce <<Buongiorno>>.
Così che la professoressa non le rompe, se ne va a sedersi al suo posto e si prende il telefono per contattarla se ha qualche notificha, ma non c'è niente.
Sbuffa e si mette a guardare i suoi compagni, tutti si sono messi in gruppetti... ovviamente lei non fa parte di nessun gruppo.
Loro scherzano e ridono, fanno tanto casino, ma lei si sente dentro una campana di vetro dove può vedere, ma non sentire e non interagire <<provo a essere amichevole, scherzo quando c'è ne bisogno, faccio di tutto, ma quello che ottengo>>.
Sposta la visuale sulla ombre che sta in ginocchio sopra il banco e la osserva <<ottengo...te>>.
Scuote la testa e si alza per poi andare dal primo gruppo, cerca di ascoltare e domandare per essere coinvolta però loro sembra che non la vedono ne sentono, questa cosa alla ragazza le fa male, ma lo nasconde con sorriso.
Va dal secondo gruppo e sentendo che parlano di ragazzi e trucchi e robe varie...si sente a disagio, non ha mai avuto un ragazzo e non si è mai truccata, non è per niente femminile come le altre...alza il cappuccio per nascondere il suo viso.
Prova con l'ultimo gruppo, loro già la guardano male e le dicono <<vattene>>.

La ragazza dietreggia e se ne torna al suo banco e guarda l'ombra <<perché non mi notano? Perché non mi vogliono?>> Le chiede con tono lievemente basso.
Non ricevendo risposta, lascia stare e appoggia la testa sul banco e chiude gli occhi,
si sente invisibile e lasciata indietro...non è per niente bello, per ogni cosa che si deve fare in gruppo, lei veniva sempre scelta per ultima o quando si esce prima da scuola, tutti programmano ad andare da qualche parte e ovviamente lei non era mai invitata.
Tutto ciò la fa sempre un totale schifo, non ha mai fatto niente di male per ricevere tutto ciò.
Ma tanto è abituato fino dal asilo nido, lei veniva sempre quello esclusa fino dai professori, ha imparato che nessuno le mostrerà attenzione o un minima voglio di esserle amica <<hai vinto...puoi fare quello che vuoi>> rivolgendosi all'ombra.

L'ombra in tutta risposta le carezze la testa e se pure può sembrare un gesto carino...non lo è per niente, con quel gesto ha fatto in pesantire la situazione della povera ragazza dalla felpa viola.

Un'altra battaglia persa, ma forse un giorno lontano riuscirà a vincere la guerra...con la sua morte...o senza...

La ragazza dalla felpa viola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora