capitolo 3

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Strappa l'ennesimo foglio e passa le mani fra i capelli <<Perché non riesco più a fare una roba decente!?>>.
Le lacrime rigano il viso della povera ragazza, quello che sente adesso è una enorme frustrazione sul essere un fallimento totale.
Con una mano lancia via la tazza che sta sulla scrivania e tutte le matite che stavano dentro, adesso sono sparse, <<Sto cadendo a pezzi...come i fogli>>.
si guarda le mani che hanno cominciato a tremare, non riesce a capire perché adesso quelle dannate mani hanno smesso di fare il loro lavoro, perché non riesce più a dare un senso ad uno dei suoi disegni.
Con tutto il fiato che ha nei polmoni si mette a gridare fin quando non perde la sua voce, sbatte le mani sulla scrivania per poi dare un pugno al muro <<Tutti riescono ad andare avanti, io invece devo stare qui, blocca senza uscirne fuori>> dice con quel poco di voce che le rimane.
La gola le brucia, ma non quanto la sua frustrazione, si mette il cappuccio della felpa e chiude gli occhi facendo un paio di respiri profondi cercando di calmarsi.
Cos'è la frustrazione?
Cos'è il sentirsi bloccati ad un punto?
Cos'è essere nel mezzo tra il bianco e il nero?
Tante domande che la ragazza può rispondere solo con: "è come se fossi intrappolata in questa melma che sembra catrame, rende tutti i miei movimenti lenti e mi da quella sensazione di essere intrappolata e nel mentre guardo gli altri fare enormi passi, io invece sto ancora qui cercando di liberarmi",
Si alza di scatto facendo cadere indietro la sedia e con tutte le sue forze da altri pugni al muro, non le importa del dolore.
In tutto ciò delle ombre osservano la ragazza quasi giudicandola su quello che sta facendo, la ragazza scatta verso di loro <<Beh che avete da giudicare...non vedete che ho raggiunto la esasperazione!?>>.
Si tocca la gola e tossisce un paio di volte, le ombre inclinano la testa e mostrano un sorriso a trentadue denti forse contente dalle parole di lei.
Si volta per dare un altro pugno, ma si ferma vedendo che le sua mani sono messe male, le rimette in testa e le preme con forza e si mette in ginocchio.
Respira affannosamente e la saliva sporca il mento,
Sta forse impazzendo?
Forse ha già perso il sennò
Non sa più cosa pensare
Non sa più cosa sia reale o no
Quelle ombre...sono vere?
No...
No...
NO.
Si alza e si rivolge verso di loro e le guarda con puro odio, prende la matita che stava sul pavimento e la lancia contro di loro, ma niente le trapassa e loro rimango come stavano prima <<Andate...a...fanculo>>.
Rivolge la spalle alle ombre, si concentra su quello che sta sulla scrivania, una ventina di fogli che per la metà è strappata o cartocciata.
Sente delle vocine che le sussurrano <<Dai fuoco a tutto>>,  <<Non sarai mai brava come i tuoi amici...sarai sempre bloccata>>.
Scuote la testa scacciando via le voci, non le piacciono per niente, ma forse stanno solo dicendo il vero...non raggiungerà mai il suo obbiettivo, nessuno la noterà.
Questi pensieri fanno solo ad aumentare la sua frustrazione e pian piano cresce un sentimento chiamato...invidia.
Fa dei passi indietro e ormai il suo viso è coperto nuovamente dalle lacrime, le ombre si avvicinano e la abbracciano.

La ragazza dalla felpa viola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora