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Aspettai, insieme a mia madre, l'arrivo di Sophie e Sveva ma nel mentre mio padre, Diego ed Igor stavano per mangiare insieme con gli altri. -Ci raggiungete dopo- parlò mio padre, guardando mia madre che scosse la testa, -perché non mangiamo tutti insieme?- propose lei, -perché dobbiamo parlare di alcune cose- rispose lui facendomi corrugare la fronte. Guardai Igor che a sua volta mi stava già guardando prima di sorridermi; lo raggiunsi e appena uscimmo di casa si avvicinò subito a me. -Di cosa avete parlato?- domandai, ma non mi rispose nemmeno che mi baciò subito, -io ora ti dico una cosa, se mi dici che ti va bene la facciamo- iniziò ma mi fece venire subito l'ansia, -noi saremo ricchi, sfondati, ma tu devi stare fuori da sta cosa della mafia- iniziò ma lo fermai subito, -io ci sono già fuori, sei tu che devi uscirne- gli ricordai, -dalla mafia si esce morti, solo morti, io devo restare per forza a contatto con qualcuno, e quel qualcuno sarà la tua famiglia- continuò ma lo interruppi di nuovo, -fammi parlare, io sarò un alleato della tua famiglia, per finta, non faremo niente, se non presentarci alle solite cene, ma dobbiamo farlo, se no sarò costretto ad ammazzare metà mafia russa- disse facendomi sorridere, -e non ci riusciresti- conclusi io ma mi guardò serio, -non sfidarmi, voglio vivere senza paura che ti ammazzino appena esci, non me lo toglie nessuno il coraggio- sussurrò accarezzandomi una guancia, -ti dico una cosa, questo piano fa schifo, sai perché? Perché sono una Sokolov, i contatti con la mia famiglia ce li avremo sempre- gli rinfacciai facendolo sorridere, -no, è questo quello che non volevo dirti, ho fatto un patto con tuo fratello, è un ragazzo tanto intelligente e non credo accadrà mai ma, anche se ora andiamo tutti d'accordo, che ne sai fra vent'anni?- domandò, -potrebbe valere lo stesso per noi due- lo avvertii ma lui mi guardò; -non mi conosci come vorrei che fosse ma ascoltami, parlare non mi piace, e le cose te le mostrerò con il tempo, tu devi solo fare una piccola cosa, fatti amare, litighiamo anche per una settimana, mi spacchi il naso e mi rompi i denti, se vedo anche solo una lacrima rigarti il viso non avrò pace finché non mi farai un bel sorriso sincero, io non sono scemo, una donna come te non riuscivo neanche a sognarla e ora sei mia, corpo, mente e tutta l'anima-. Rimasi a guardarlo prima di notare che aveva qualcosa in mano; -il matrimonio è solo un pezzo di carta dove si decide se tenere i soldi insieme o separati, io voglio che rispondi con tutta la calma- parlò facendomi sorridere, -io voglio passare la mia vita con qualcuno come te, dal primo giorno che ci siamo conosciuti, e il tuo tipo di matrimonio mi piace, e volg non mi devi lasciare, in nessun caso, e per nessun motivo, io ti do tutto- ammisi togliendomi le lacrime prima che potessero bagnarmi le guancie. Mi prese il viso incazzato prima di guardarmi seriamente, -ti lascerò, quando avrò 90 anni e morirò di vecchiaia, tu sei la luce di tutta la mia vita, da quando ti conosco penso solamente a far andare tutto per il verso giusto così che posso avere una vita dove non penso sempre a tenerti al sicuro- parlò sincero facendomi annuire. -Sei bravo con le parole- mi complimentai appena mi allacciò la colonna, -c'è un bottone, qui- mi avvertì indicandomi il ciondolo, -se sei in pericolo schiacci una volta- continuò facendomi annuire, e appena schiacciai si illuminò il suo, -se mi servi per altro?- domandai allacciando le braccia al suo collo, prima di lasciarli qualche bacio sul collo, -svetlyy (luce)- sussurrò tirandomi la testa indietro, -sta sera- concluse prima di baciarmi. -Non resisto fino a sta sera- lo avvertii a bassa voce, mentre rientrammo in casa; -niente vestito, andiamo direttamente a mangiare fuori tutti quanti- mi avvisò mia mamma facendomi annuire, -se volete iniziare ad andare, io devo cambiare Noah- continuò così accettai prima di salire a prendere la mia borsa: raggiunsi Igor fuori, prima di partire. -Hai una sigaretta?- domandai facendolo annuire, -mio fratello è bravo, sembra un pezzo di merda, ma la prima mossa lui non la fa mai, dovrebbe solo capire che l'impero di nostro padre da solo non lo può gestire, e l'unico cugino che potrebbe aiutarlo ha ancora sette anni, gli altri hanno giustamente scelto una vita mafiosa di comportamento ma libera di vivere come si deve fare- parlai, riprendendo il discorso di prima, -tuo padre mi ha chiesto di unire la mia organizzazione con la sua, ho accettato- confessò, -non è il modo per diventare liberi- gli feci notare, -quello che non capisci tu è che non si passa da capi mafiosi a niente, dobbiamo guadagnare tanto, comprare casa da altre parti, allontanarci un pó e poi aspettare che si dimentichino di te- ammise ma mi girai a guardarlo, -parli solo di me- gli feci notare, -di me non si scorderanno mai, l'unica cosa che li terrà lontani sarà il fatto che sono famoso sia nel mondo reale che in quello legale, l'organizzazione sarà mia lo stesso, quella di tuo padre anche, solo la faccia sarà di Diego, lha scelto lui-. Finito il discorso ci fu silenzio, finché non arrivammo davanti al ristorante, -ho fame- parlò facendomi sorridere, -anche io, ma non cibo- risposi; si girò verso di me, guardandomi divertito, -tu eri quella timida- mi rinfacciò facendomi ridacchiare, -sono quattro giorni- gli ricordai, -sta sera mi pregherai di smetterla- disse convinto, scendendo dalla macchina, -io non ne sarei così sicuro- ribattei appena venne ad aprire la mia portiera. Lo guardai sorridente prima di baciarlo, -ho mangiato i tuoi capelli- sbottò schifato facendomi scoppiare a ridere, -buoni?- domandai ma mi guardò male.

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