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Lo aspettai neanche cinque minuti e appena ritornò ripartii subito dirigendosi verso casa sua, -tieni- sussurrò passandomi il telefono, -pronto papà- risposi seccata, -sei ferita? Perché siete andati via?- domandò stranamente tranquillo, ma senza specificare quello che volevamo fare gli spiegai cos'era successo, prima di avvertirlo che eravamo da lui. Entrati subito nella casa mi tolsi i tacchi prima di andare a bere un drink, mentre lui andò subito nel suo cazzo di studio.

Odio questo lavoro proprio perché non si può controllare nulla, le cose più assurde e pericolose accadono in qualsiasi momento.

Rimasi seduta sullo sgabello a guardare il nulla finché non sentii il rumore del lavandino che mi fece risvegliare dai miei pensieri. Mi girai per guardarlo ma era già al mio fianco che mi sorrideva; non mi disse nulla, mi accarezzò una guancia prima di baciarmi. -Che ti va di fare? Per non rendere la serata più schifosa di come non lo sia già- disse sedendosi accanto a me, ma vedevo che era parecchio nervoso, -voglio che tu sia tranquillo- ammisi provocandogli un sorriso, -mio padre dovrebbe sparire allora- disse subito, -diglielo, che ti fa incazzare, che per te non è mai stato un buon padre, digli ciò che pensi- gli consigliai ma mi guardò prima di alzarsi, -non ti preoccupare per questo- disse infastidito ma gli sorrisi, -se non mi preoccupo per te allora che cosa devo fare?- domandai tirandolo verso di me, -devi liberarti di questo fastidio che hai appena lo vedi- aggiunsi ancora avvicinandomi al suo viso. Avevo preparato qualcosa da mangiare visto che sicuramente non sarmemo ritornati alla festa, ma mentre stavamo mangiando suonarono alla porta facendomi corrugare la fronte. -Eccola, non lho mai vista- urlò l'uomo appena il figlio aprii la porta; si stava dirigendo subito verso di me ma Igor lo fermò subito, -ci sono anche i suoi genitori- lo avvisò il signore sapendo dove volesse arrivare. Nonostante la presenza dei miei continuai ad osservare il padre che aveva degli atteggiamenti parecchio strani, finché non disse cho che sapevo arebbe provocato la reazione sbagliata in Igor. -Tua madre non ha fatto molto-, gli disse e in due seconi Igor lo prese sbattendogli la testa sul tavolino in marmo, -ti ammazzo come hai provato ad ammazzare lei?- gli chiese lui e in quel momento provai a capire come potesse sentirsi, come poteva stare con un padre così e come era stato forte ad essere cresciuto così bene nonostante i zero valori che gli avesse insegnato. Per evitare che lo uccidesse veramente si intromise mio padre che poi lo cacciò di casa, andandosene pochi minuti dopo insieme a mia madre; rimasi soli, non sapevo cosa dire, così mi sedetti accanto a lui e appoggiai la testa sopra la sua spalla, -ti va di sdraiarci al caldo?- domandai facendolo annuire ma senza neanche alzarsi per andare in camera, si sdraiò sul divano e trascinò pure me prima di coprirci con la coperta. Sdraiata sul suo petto e in mezzo alle sue gambe, cercai un film da guardare mentre lui rollava una canna.
-Mi viene da vomitare- sussurai alzandomi e correndo in bagno; rimasi accovacciata sul water per pochi minuti prima di vomitare. -Tutto bene?- domandò accovacciandosi di fianco a me, -si si- risposi velocemente, alzandomi e andando a sciacquare la bocca; -vuoi qualcosa da mangiare?- chiese facendomi annuire, uscendo poi dal bagno.
Ero un pó preoccupata, preoccupata del fatto che era strano questo malessere, soprattutto perché non avevo mangiato nulla di strano o pesante. Ritornai in soggiorno, trovando il tavolo con sopra un piatto di uova e molto pane, -sono fuori cinque minuti che c'è uno che lavora per me- mi avvertì uscendo dal corridoio, -mh muoviti- gli ordinai provocandogli una risatina.
Mangiai qualcosa ma in poco tempo mi alzai e ritornai in bagno per vomitare; lasciai stare il cibo e così andai a sdraiarmi sul divano. -Non hai mangiato nulla- disse Igor rientrando in casa, -ho vomitato ancora- ammisi facendolo annuire, -fuma un pó che domani mattina almeno sei in chimica e mangi- mi avvertì facendomi ridere, -non sto scherzando- mi zittì serio, sdraiandosi davanti a me. Mi prese una gamba avvinghiandola al suo fianco prima di girarsi verso di me, -mi fai ridere- parlai ma appoggiò la testa sul mio petto prima di chiudere gli occhi. Lo guardai dolcemente prima di appoggiare la testa sul cuscino e chiudere gli occhi anche io. Mi svegliai durante la notte, trovandolo seduto di fianco a me a guardare il telefono, -è successo qualcosa?- domandai facendogli scuotere la testa, -domani lavoro tutto il giorno, faccio quello che mi hai detto tu- mi avvertì sdriandosi di nuovo,-perché non ti prendi un giorno? Ti tranquillizzi e pensi meglio- sussurrai lasciandogli un bacio, -devo farlo, anche perché penso che dovrò anche picchiarlo, lui non sa parlare- ammise facendomi annuire dispiaciuto. Ci fu silenzio per un pó di tempo; -posso fare qualcosa per farti stare meglio?- chiesi leggermente perversa facendolo sorridere, -mi basta sentire il tuo cuore battere- sussurrò in risposta riappoggiando la testa sul mio petto.

La mattina dopo appena mi svegliai ero sdraiata su di lui che stava guardando la televisione, -non dovevi mica lavorare?- domandai facendolo annuire, mostrandomi dopo una chat sul suo telefono. Suo padre gli scriveva che voleva lasciar stare il lavoro e provare a cambiare, perché credeva fosse quello a renderlo così aggressivo; alzai lo sguardo verso di lui e sorrisi, anche se stranita dal perfetto tempismo e dal fatto che lui non fosse molto convinto. Lasciai stare e appoggiai la testa sopra al suo petto, rimanendo accoccolata a lui finché non sentii lo stomaco strano; presa dall'ansia di vomitargli addosso mi alzai subito e corsi in bagno, dove arrivai perfettamente in tempo, prima di sporcare tutto. Igor mi seguii e, mentre mi teneva i capelli, mi fece una domanda a cui io non ero ancora arrivata; -non è che sei incinta?- chiese e appena pronunciò la frase mi girai di scatto verso di lui, rigirandomi subito dopo aver sentito ancora salire il conato. Mi alzai e mi sciacquai la bocca prima di sbuffare, -fai il test- disse sicuro abbracciandomi da dietro, -non posso essere incinta, tu lo vuoi ma io no- sbottai agitata ma mi guardò negli occhi prima di sorridermi, -se tu lo vuoi io lo voglio, se tu non lo vuoi io non lo voglio- parlò sicuro facendomi appoggiare al suo petto, -e se lo sono?- sussurrai stringendomi a lui, -aborto- rispose normalmente ma vedevo che era molto dispiaciuto, -dimmi cosa vuoi veramente, tu lo vuoi tenere- parlai sicura e titubante annuì, -ma non sono nessuno per costringerti a farlo, sei tu che lo porti in grembo- spiegò ma sorrisi, -ma sei tu il padre- gli ricordai, -e sei tutto per dirmi di tenerlo- aggiunsi facendolo annuire. Per qualche minuti ripensai a tutto questo casino prima di farmi coraggio ed andare in farmacia, accompagnata da lui; comprato il test, ritornammo a casa, dove rimasi seduta sul water per quasi mezz'ora ad aspettare di fare pipì. Dopo aver bagnato la fialetta con l'urina, appoggiai l'aggeggio sul lavandino e corsi subito da Igor per abbracciarlo. -Ho paura- sussurai sull'incavo del suo collo facendolo ridacchiare, -non averne, qualsiasi cosa succeda, noi due siamo una squadra- rispose con lo stesso tono lasciandomi un bacio sulla spalla. Passato più del tempo stabilito, rientrai in bagno per vedere il risultato, ma appena lessi il risultato mi senti male. Caddi a terra senza farmi male, appoggiando poi il test sul pavimento; guardai davanti a me prima di scoppiare a piangere. Ero stata proprio una stupida, doveva stare più attenta ed essere responsabile, anche se la sfiga avevo fatto il suo lavoro; mi ero impegnata a prendere la pillola qualche giorno dopo la nostra prima volta, e ovviamente non è servito a un cazzo.

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