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Pov's Diego

Avevamo appena finito di parlare, io, mio padre e Igor. Quest'ultimo lo conoscevo da un pó di tempo, lavoravamo insieme ogni tanto, e, anche se sono geloso, il fatto che a mia sorella piaccia lui mi fa solo piacere, sa il fatto suo.
Avevamo fatto un accordo; ci saremmo divisi l'organizzazione Sokolov, era troppa roba da comandare, i fatti mio padre ha sempre avuto l'aiuto dei miei zii, e l'idea di proporre a Igor era stata mia, anche se a noi padre non l'avevo detto chiaro e tondo. avrebbe fatto parte a famiglia, e anche se di testa non è proprio normale, è l'unico che merita.

-Tiana- la chiamai per farla scendere; era una ragazza molto bella, gentile e tanto timida, qualche volta mi faceva anche arrabbiare per questo. Si vergogna se ha a che fare con qualcuno che non conosce, poi quando prende confidenza cambia, anche se rimane lo stesso una persona tranquilla. Io ero simile a lei, se non arriva proprio la situazione esagerata sto fermo, poi quello che succede succede.
-Non trovo il mio telefono- mi avvertì scendendo velocemente le scale; andò subito da mia madre a dirle non so che cosa prima di venire da me. Mi baciò e pochi secondi dopo entrarono dalla porta Karine e Igor.

-Se vuoi cercare il telefono lo cerchiamo, se no andiamo- la avvisai ma alzò le spalle, -per me è uguale, al massimo mi fai entrare tu nell'app- disse ovvia facendomi annuire; doveva sapere quanto aveva preso all'ultimo esame. Andava in un'altra scuola rispetto a Karine, visto che seguivano lo stesso indirizzo, ma, anche se sono l'opposto di carattere, quando si vedrvano vanno d'accordo.

Pov's Karine

Avevamo fatto una specie di aperitivo con mio fratello e la sua fidanzata, finché non ci raggiunsero i miei genitori, Yuri e Sveva con Adrian e Hannah
-Non so cosa scegliere tra questi due- ammisi rivolgendomi verso mia madre, -prendili entrambi, sei stanca?- domandò dopo facendomi annuire, -studio da tutto il giorno- mi resi conto bevendo un sorso di vino, girandimi appena sentii toccarmi spalla. Guardai chinque fosse e quando alzai lo sguardo vidi che era un ragazzo, che sicuramente avevo già visto, ma che non riconoscevo: -non ti ricordi? Il fratello di Lola- parlò divertito ma appena capii chi fosse quasi non mi venne un colpo. Quando ero amica di sua sorella non mi rivolgeva la parola neanche per sbaglio. Lo guardai dicendo e sorridendogli come se vederlo fosse stato bello; mi girai a guardare gli altri che all'inizio erano rimasti attenti, poi dopo hanno continuato la loro conversazione. Appena guardai Igor, che lasciai per ultimo, quasi non gli scoppiai a ridere in faccia; aveva la faccia seria, incazzata e schifata nello stesso momento. Avrebbe dato fastidio anche a me, ma se si parla e basta; -un giorno ti va di uscire?- chiese d'un certo punto, facendo calare un silenzio tombale. Il ragazzo accanto a me si alzò mettendosi davanti a lui; -esci- gli ordinò, -tu sai a che famiglia appartengo?- gli rispose l'altro facendomi spalancare gli occhi subito. Lo prese subito per il colletto e lo spinse fuori; -non è figlio di Ivanov?- domandò mio padre confuso, facendomi annuire, -sua padre non è un cretino però- aggiunse colpito sorridendo alla fine. Credevo che solo mia madre ogni tanto avesse i suoi momenti, ma anche mio padre mica scherzava.
Uscii subito dalla porta prima di trovarlo da solo a fumare; -non ho voglia di parlare, entra- parlò subito facendomi corrugare la fronte. È bipolare, mi ricordai appoggiandomi poi alla sua stessa macchina; -perché ti devi arrabbiare con me se io non ho fatto nulla?- chiesi ad un certo punto, facendolo sbuffare. -Questo arriva, non saluta neanche, e poi ci prova, mi girano i coglioni, ed è già tanto se non gli ho spaccato tutti i denti- mi avvertì incazzato facendomi sorridere, -gli hai spaccato qualche dente?- domandai preoccupata facendolo annuire, -dai ti prego, entriamo- insistetti mettendomi davanti a lui, con la schiena appoggiata al suo petto. Mi circondò la vita con le sue braccie prima di appoggiare la testa nell'incavo del mio collo; gli baciai la guancia prima di guardarlo, -non provocarmi- sussurrò serio facendomi sorridere, -entra- gli ordinai subito facendolo sorridere.
Ritornati dentro al ristorante continuammo a mangiare finché non arrivò il momento del dolce; ne ordinai due visto che entrambi mi ispiravano. Ero appoggiata alla spalla di Igor, mentre piano piano mi addormentavo sempre più profondamente; -Karine- mi chiamò e subito alzai la testa di scatto, -andiamo a casa?- chiese accarezzandomi la schiena, -si, ti prego- risposi assonnata sautando poi tutti. Dormì anche in macchina e appena arrivati da lui mi spogliai velocemente prima di buttarmi sul letto; -menomale che avevi voglia- sussurrò sdraiandosi accanto a me, -domani mattina- lo avverti sentendolo ridacchiare. Provò ad alzarsi ma lo abbracciai subito; -devo lavorare- mi avvertì ma scossi la testa, -sei stanco- gli ricordai aprendo gli occhi per guardarlo. Mi guardò prima di accarezzarmi la guancia ma, a rovinare il momento, fu il mega rutto dovuto all'alcol che avevo bevuto; mi osservò prima scuotere la testa e ridere. -Vedo che dormi sempre quasi nuda- notò, -non penso ti crei problemi- dissi ovvia facendolo ridere; non rispose più e dopo essermi messa comoda sul suo petto parlai. -Fino adesso non hai mai pensato a un bambino? Non intendo che voglio farlo ora, è solo per sapere se ci hai mai pensato- spiegai ma si alzò mettendosi alla mia altezza, mi guardò prima di annuire, -non so se li voglio- sussurrò, -perché? Tante volte sono la cosa migliore che si possa fare- risposi ma scosse la testa, -se si nasce da persone di merda è meglio non venire al mondo- disse sicuro ma lo guardai prima di baciarlo, più e più volte, -tu non sei una persona di merda, e neanche io- gli feci notare infilando la mano sotto la sua maglia; volevo solo toccare la sua pelle. Mi sorrise poco convinto prima di che parlassi; -fai un lavoro un pó di merda, ma sei uno delle poche persone che conosco che ha dei limiti, sei cattivo e stronzo fino ad un certo punto- parlai sicura, -e se un giorno ti alzassi le mani?- chiese ma scossi la testa, -non me le alzi- ammisi sicura, -non ribattere, mi fido di te, tanto- sussurrai avvicinandomi di più a lui, prima di concludere il discorso e dormire.

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