Per il resto dei giorni o restavo a casa a studiare o andavo a trovare mia madre, finché non arrivò il giorno in cui doveva tornare, ma la sera mi ritrovai ancora nel letto da sola. Non lo chiamai nemmeno, ci sentivamo ogni giorno e nonostante fosse carino durante le chiamate non riuscivo a non essere incazzata per avermi lasciato da sola, anche se per pochi giorni.
Quello stesso pomeriggio mia madre mi aveva invitato ad una cena e per non rimanere a casa da sola decisi di andare; indossai un vestito celeste di seta, molto morbido, con spalline sottili e lungo poco più sopra le ginocchia. Per renderlo meno abito da cerimonia ci abbinai un corsetto bianco, in tinta con la borsa e le scarpe. Mi truccai pochissimo e poi uscii di casa; presi la lamborghini preferita di Igor, sperando di graffiarla e anche di rompergliela, almeno imparava.
Arrivata a destinazione uscii dall'auto, entrando dentro l'enorme casa a vecchio stile; sembrava di essere nell'epoca della famiglia Romanov. In Russia c'erano molte storie su di loro e mio padre ogni tanto me le raccontava.
Lasciai il mio cappotto all'uomo in giacca e cravatta davanti all'entrata, prima di cercare, nell'enorme sala, la mia famiglia. Vidi mio padre in lontananza parlare in cerchio con altre persone, che non capì bene chi fossero, prima di notare mia madre seduta al bancone mentre beveva, penso dello champagne. Mi stavo dirigendo verso di lei quando notai di fianco a mio padre la figura di Igor; mi bloccai in mezzo alla pista incazzata nera prima di dirigermi subito da lui. Appena mio padre mi vide capì che ero arrabbiata, e come se mi leggesse nel pensiero se ne andò lasciando Igor da solo, -lo sai che sei un grande pezzo di merda?- urlai picchiandolo con la borsa che avevo in mano, -e tu lo sai che sei meravigliosamente bella?- rispose rubandomi la borsa dalle mani e stringendomi a se, -perché non ti fai mai sentire? Dovrei essere io la tua prima preoccupazione- sussurai triste appoggiando la testa sopra la sua spalla, -volevo farti una sorpresa- rispose, -e non farmi incazzare, tu sei l'unica mia preoccupazione- aggiunse subito dopo, -invece no visto che non mi chiami quasi mai- ribattei facendolo definitivamente incazzare. Eravamo arrabbiati l'uno con l'altro ma nonostante questo lo vedevo che mi guardava sempre per vedere se c'ero e se qualcuno che non gli piaceva mi parlava; arrivata l'ora di mangiare mi avviai con mia madre verso il tavolo, sotto gli occhi molto attenti di mio padre, che mentre stavamo andando mi sorrideva. -Sembravate due modelle- commentò una donna di fianco al nostro tavolo, facendomi diventare rossa, -vero, molto molto belle- si aggiunse un signore facendomi sorridere leggermente prima di sedermi accanto a Igor. Mi guardò prima di guardare il signore dietro di me, -lascia stare- gli disse mio padre facendolo annuire; stavo scegliendo cosa mangiare quando alzai lo sguardo trovandomi gli occhi di Igor addosso. -Vado in bagno- avvisai alzandomi subito dopo; entrai nel piccolo corridoio che hai lati aveva il bagno maschile e femminile. -Che bella che sei- commentarono facendomi girare subito di scatto; era un uomo, anche giovane, che si era appoggiato al muro con una faccia da prendere a calci. Non risposi neanche ed entrai in bagno ma quest'ultimo non mi fece chiudere la porta: mi ricordai della collana che mi aveva regalato Igor e subito schiacciai il bottone sopra. -Rido io tra poco- lo minacciai sorridente infatti, pochi secondi dopo, vidi mio padre e l'altro ragazzo venirmi incontro. Igor per come lo conosco l'avrebbe direttamente ammazzato, infatti non aspettò neanche il tempo di parlare che lo sbattè direttamente al muro. Io entrai in bagno per fare ciò per cui ero venuta e ci impiegai tanto apposta; appena uscii vidi Igor appoggiato al muro che mi guardò subito. -Andiamo- disse aprendomi la porta, -sei arrabbiato con me?- chiesi facendolo annuire, -di piu con quel pezzo di merda ma mi fai arrabbiare anche tu, te lho sempre detto che le persone qui non mi piacciono- disse incazzato mentre camminava dietro di me, -la prossima volta vado in giro con un coltellino e glielo pianto in fronte almeno non ti infastidisco- sbottai nervosa ma mi tirò indietro e mi appicicò al muro, -la smetti con ste risposte da bambina? Credi che anche se sono incazzato nero con te non ammazzarei tutti per difenderti?- chiese alzando la voce, -lo so che sei arrabbiata perché non ti ho avvisato- sussurrò avvicinandosi a me, -ma mi dovevo far perdonare no?- domandò iniziando a lasciare baci lungo il mio collo, -non qui, di là c'è un casino di gente- gli ricordai, -mh allora ritorniamo in bagno- disse ritornando in dietro. Chiuse la porta a chiave velocemente prima di fiondarsi su di me e baciarmi, ancora e ancora. -Non riesco a staccarmi dalle tue labbra- sussurrò sopra di esse lasciandomi un altro bacio, -potevi avere altro- sussurrai dolcemente allacciando le braccia al suo collo, -posso avere tutto quando voglio con te, ma adoro le tue labbra- spiegò facendomi sorridere, -poi se lo facevamo adesso ti rovinavo e tuo padre mi ammazzava- scherzò subito dopo ricevendo un pugno sul braccio, -mi perdoni?- sussurrò facendomi scuotere la testa, -ti serve l'arma speciale- parlai ovvia andando verso la porta del bagno, -sei proprio porca- disse seguendomi di nuovo lungo il corridoio, -parla quello che ha un erezione- gli ricordai girandomi a guardarlo, -che non migliorerà se mi cammini così davanti- mi fece notare ma continuai lo stesso a sculettare apposta.
Ritornati al tavolo passamo una serata tranquilla a cenare finché non si ripresentò il ragazzo di prima, quello del bagno. -È lui?- domandò un anziano facendomi scoppiare a ridere, -in realtà sono io- sbottai alzandomi a urtandolo apposta con la sedia, ma ovviamente Igor si alzò subito dopo di me e mi costrinse a risedermi. -Sono io- disse Igor, divertito dalla situazione, -mh, capisco, voglia risolvere fuori senza disturbare tutti?- chiese il signore, quasi con fare da minaccia e Igor lo guardò prima di avvicinarsi a lui, -mi stai minacciando- disse sicuro, guardandolo fisso negli occhi, -a me non me ne frega un cazzo se disturbiamo gli altri, il cagasotto qui presente doveva pensarci prima di parlarle- disse rivolgendo poi la sua attenzione al ragazzo dietro, -la ragazza te lha detto?- domandò facendomi alzare di scatto, ma da dietro Igor mi rifece sedere, -non serve neanche che me lo dica, appena qualcuno le si avvicina troppo io divento una bestia, perché qui dentro è pieno di parassiti schifosi come voi- parlò incazzato, venendo poi affiancato da mio padre, che pochi secondi prima era al telefono. -Dai uscite- ordinò quest'ultimo facendo alzare me e mia madre, -e tieni questa, solo per sicurezza- parlò dopo passandole una pistola.-Che bello eh- disse sarcastica entrando dentro l'auto con cui erano arrivati loro, -lo so, ma non è colpa nostra- parlai sicura, -come sta andando? Lui, la gravidanza, tu- chiese facendomi annuire, -io e lui litighiamo ma penso che stiamo insieme solo per questo- scherzai, -per il resto è gentilissimo, potrebbe essere quasi un signore se non facesse quello che fa- continuai, -e di gravidanza non abbiamo ancora parlato da quando è tornato, anche se sono abbastanza tranquilla, mi basta lui- ammisi vedendola quasi piangere, -mi sentivo così anche io prima di avere te, mi bastava tuo padre, poi era un periodo strano visto che stavamo insieme da pochissimo, quattro mesi forse, ma nonostante lui mi continuasse a mostrare anche con i più piccoli gesti che sarebbe andato tutto bene, tu non sai quante paranoie mi facevo, per qualche giorno avevo paura anche che mi avrebbe lasciata- ricordò tristemente, -e ne ho parlato con lui, e da quel momento lho sempre fatto, avevo un dubbio, un problema o qualsiasi cosa, glielo dicevo subito, perché poi se ci pensavo troppo alla fine mi convincevo di cose che non sarebbero mai esistite- continuò facendomi annuire, -ti ho visto che prima lhai colpito con la borsa, e tuo padre mi ha detto che ci sei rimasta male quando se ne è andato, ma il loro non avvisare non è un problema della vostra relazione, sono loro che non so per quale motivo lo reputano più sicuro- spiegò, -quindi senza troppi problemi, parlatevi e ditevi le cose come stanno, così si evitano parecchi problemi- concluse poco prima che uscirono i nostri due cavalieri. -Andate a casa ci penso io- disse mio padre ad Igor facendogli scuotere la testa, mentre apriva la portiera dalla parte in cui mi trovavo, -dobbiamo risolvere ancora delle cose- mi spiegò facendomi corrugare la fronte, -lha ucciso, il vecchio- spiegò mio padre prendendo poi mia madre e allontanandosi, -perché?- chiesi facendolo sbuffare, -ti ha mancato troppo di rispetto e dopo ha insinuato avessi detto una cazzata e non ce lho fatta- spiegò facendomi annuire, -non possiamo andare a casa e goderci la serata che fa già schifo?- sussurrai stanca per tutti questi problemi; mi guardò attentamente prima di annuire.

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RomanceIl titolo non è ancora ben chiaro, quindi vi pubblico il libro così che possiate continuare a leggere. PREMESSA. Per leggere questo libro, dovete aver letto i miei tre precedenti, Because I don' let you go 1, 2 e 3; si, sono tre libri, però se avet...