30 dicembre
Quando James arrivò nella sala da pranzo della grande casa di Belgravia dei suoi genitori, trovò ad aspettarlo una vista familiare, che gli fece scaldare il cuore.
Suo padre Fleamont, seduto a capotavola, stava sorseggiando il suo consueto Earl Grey del mattino, con una copia del The Guardian aperta davanti a sé, gli occhiali dalla delicata montatura d'oro appoggiati precariamente sulla punta del suo naso allungato.
All'altro capo della tavola c'era sua madre Euphemia, che stava spalmando di burro le proprie fette di pane tostato con l'eleganza e la grazia che solo una ferrea educazione in una famiglia nobile londinese poteva garantire, i capelli grigi avvolti in grandi bigodini e un paio di strane mezzelune dorate appiccicate sulla pelle sotto ai suoi occhi.
Infine, seduti ad entrambi i lati dei due capofamiglia, c'erano Remus e Sirius. Il primo era intento a zuccherare pesantemente il suo caffelatte, con l'aria arruffata di uno che era stato tirato giù dal letto molto prima di quanto desiderasse e che pertanto non voleva che gli venisse rivolta la parola fino a nuovo ordine. Il secondo, invece, era già pericolosamente sveglio, intento a digitare svogliatamente qualcosa sul suo cellulare, con le stesse mezzelune di Euphemia appiccicate alla faccia e nessun tipo di interesse per la ricca colazione disposta davanti a sé.
Quando James mosse un passo nella sala da pranzo, gli occhi di Euphemia, Sirius e Fleamont si spostarono quasi comicamente all'unisono su di lui e tre sorrisi completamente diversi – uno raggiante per sua madre, uno ironico per suo fratello e uno bonario per suo padre – si disegnarono sui loro visi.
Remus continuò a zuccherare il suo caffè.
«Buongiorno» disse James, con voce roca.
Si diresse verso il suo posto a tavola – alla sinistra di Sirius e alla destra di Euphemia – si fermò e si chinò quel tanto che bastava per farsi dare un bacio affettuoso sulla guancia da sua madre e infine si lasciò cadere pesantemente sulla sua sedia.
«Dormito bene?» chiese Fleamont.
James scrollò le spalle. A dire il vero, aveva fatto incubi terribili tutta la notte. In quello che ricordava più vividamente, possedeva un allevamento di lepri miopi, motivo per il quale il suo alter-ego del sogno era andato a comprare una fornitura di lenti a contatto e aveva poi passato quelle che gli erano parse ore a rincorrere gli animali saltellanti per casa nel tentativo di fargliele mettere. James non riusciva a capire che cosa diamine potesse significare una visione così assurda – perché poi proprio le lepri non se lo sapeva spiegare. Non sarebbero forse state più logiche e sensate delle talpe? – ma di certo si era svegliato più stanco di quando era andato a letto.
Optò comunque per non raccontarlo alla sua famiglia. Avevano già abbastanza motivi per prenderlo in giro. Non c'era bisogno di aiutarli con il suo subconscio bizzarro e aggiungere carne al fuoco.
«Hai i capelli di un folgorato» dichiarò Sirius, malignamente.
Le labbra di Remus si piegarono in un minuscolo sorriso divertito.
«Tu invece hai qualcosa di strano sulla faccia» lo rimbeccò James.
«Questi? Sono eye-patches di La Mer, miscredente» replicò Sirius, indicando con evidente orgoglio le sue mezzelune dorante. «In modo tale da non avere occhiaie spaventose. A differenza tua»
«Tu non hai mai avuto occhiaie una singola volta in vita tua»
«Vero» rincarò la dose Remus, che invece sfoggiava due cerchi bluastri sotto agli occhi.
Sirius fece un sorriso deliziato.
«Oh, lo so»
«Dunque, Jamie» si intromise sua madre e James vide l'espressione sorniona sulla sua faccia – come se sapesse benissimo quanto gli desse fastidio essere chiamato in quel modo. «Oggi sarà una lunga giornata»
![](https://img.wattpad.com/cover/293165465-288-k458062.jpg)
STAI LEGGENDO
A Very Catastrophic Christmas
ФанфикJily AU Una dottoranda frizzante e vivace, un avvocato sull'orlo di una crisi esistenziale, una bufera di neve interminabile e un viaggio apocalittico nel tentativo di tornare a casa. O, il Natale in cui le vite di Lily e James si incrociano per la...