24 dicembre

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24 dicembre

«Annullato? Annullato!? Come diavolo è possibile?»

James Potter trattenne a stento uno sbuffo irritato.

Non che fosse particolarmente felice della situazione in cui lui e il resto dei passeggeri del suo volo si erano improvvisamente ritrovati, beninteso, ma la domanda dell'uomo che stava litigando con la hostess di terra era francamente ridicola.

Sarebbe bastato lanciare un semplice sguardo fuori dalle vetrate del gate per avere una risposta immediata.

Pur nel buio del pomeriggio inoltrato della Vigilia di Natale, le raffiche di vento e ghiaccio sembravano letali.

«La visibilità è a cinque metri» disse cortesemente l'hostess – fin troppo cortesemente, nell'opinione di James. «Non è possibile decollare in queste condizioni»

«Voglio un rimborso» dichiarò immediatamente l'uomo, che, come tutte le persone irragionevoli del mondo, sembrava intenzionato a rendere la vita della sua povera interlocutrice un inferno. «E un risarcimento. Sapevo che volare con Ryanair sarebbe stato una fregatura – avrei dovuto prendere la British Airways...»

«Nessuna compagnia ha voli disponibili fino a nuovo ordine» rispose pazientemente la hostess. «Le autorità li hanno bloccati tutti»

«Tutti?» dichiarò l'uomo, oltraggiato. James dovette frenarsi dal chiedergli se per caso pensasse che la bufera di neve che imperversava fuori fosse unicamente riservata agli aerei low-cost. «Tutti?! È perentorio che io sia a Londra stasera

Un mormorio di assenso si sollevò dall'intero gruppo di passeggeri riunito al gate 101 e James smise di ascoltare.

Come gli accadeva da mesi a quella parte, la notizia di essere bloccato a Dublino fino a data da destinarsi non lo turbò più di tanto. C'erano poche cose che lo turbavano di recente, dopotutto. Dopo aver passato ventisette anni della sua vita ad essere una persona melodrammatica ed esuberante, James Potter era giunto alla amara conclusione che niente di tutto ciò che aveva fatto finora gli era servito davvero a qualcosa – e lo aveva scoperto nel più crudele e terribile dei modi.

Ma James Potter non era uno che sapeva starsene con le mani in mano. E così aveva deciso che se la vita aveva risposto con brutte sorprese al suo approccio vivace e allegro, il modo migliore per evitare ulteriori sofferenze era cambiare quell'approccio. E il James Potter che era esistito prima del 1 aprile di quell'anno, prima di assaggiare per davvero il sapore amaro della disillusione, prima di Florence, aveva lasciato il posto ad un James Potter che non si aspettava più nulla di sensazionale – e che, di conseguenza, non restava deluso da nulla.

Per il momento, la sua strategia stava funzionando alla grande.

Sirius e i suoi genitori erano terribilmente preoccupati per lui, ma James sperava che fosse solo questione di tempo prima che si abituassero a quella sua nuova personalità.

Un James distaccato e calmo non era poi così male. Anzi, se possibile si adattava decisamente meglio alla sua professione. Non si era mai visto un avvocato melodrammatico ed esagitato.

Di persone melodrammatiche ed esagitate ce n'erano già a sufficienza, rifletté, e una buona parte di loro era intorno a lui in quel momento. Le due povere hostess di terra assegnate al gate erano state immediatamente circondate da passeggeri in vari stadi di animosità, tempestate di domande volanti, accerchiate sotto al fuoco combinato di cento individui sordi e ciechi di fronte all'evidenza.

Con un tempo del genere, pensò James, mentre riportava lo sguardo verso le vetrate dell'aeroporto, non sarebbe stato in grado di volare nemmeno Dio.

A Very Catastrophic ChristmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora