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[SCOUPS' POV]

Perché mai la gente avrebbe voluto ritirarsi da un gioco del genere? 

Soprattutto dopo aver visto tutto quel denaro.

Devi proprio vivere nel mondo delle fiabe se non ti rendi conto che rischiare la vita qui o rischiarla fuori non cambia assolutamente niente. 

Se sei un poco di buono fuori, lo sei anche qui. Se fuori cerchi di salvarti la pelle tutti i giorni, stessa cosa la stai facendo qui. 

In questo gioco semplicemente tutto quanto è amplificato, niente più niente meno. Pff.

Passeggio per la camera guardandomi attorno, gettando uno sguardo su tutti gli idioti che piangono o che sembrano minimamente turbati dalla decisione. 

Dovrebbero ringraziarmi anziché guardarmi male, grazie a me ora hanno la possibilità di vincere tutti quei soldi. 

Sì è vero, hanno anche la possibilità di morire, ma insomma, è un 50/50. Semplice matematica.

Chissà dove si è cacciato il nanerottolo...è da 10 minuti che è in bagno ormai. Spero non se la sia fatta addosso. 

Vabbe, lo aspetterò in un luogo comodo e poco da megalomane, ossia un letto al 4° piano. 

Da qui posso vedere tutti quanti. 

Mentre aspetto il mio compare una donna tremante si avvicina a me. 

'Togli i tuoi luridi piedi da quel materasso' dice con un'espressione arcigna. 

'Perché mai dovrei farlo? Non c'è scritto da nessuna parte che non posso' le dico con aria di sfida. 

Non è che se hai una trentina di anni in più di me puoi permetterti di dirmi quello che vuoi. 

'Sai di chi è quel letto? Te lo dico io, è di una di quelle persone che sono morte oggi! Sì, hai capito bene! E ora guardati bene intorno, le vedi tutte queste altre persone? Li vedi quei letti? Prima o poi saranno tutti vuoti, ed è solamente colpa tua!' mi dice guardandomi come se fossi uno sputo sul marciapiede. 

Mi sta facendo incazzare. 

Mi alzo in piedi e mi avvicino a lei. 

Sarà 20 centimetri più bassa di me e ora palesemente non si sente più tanto forte. 

La guardo da vicino 

'Lo sa vero che la decisione non è stata presa solo da me? 

Lo sa vero che ogni persona in questa stanza ha scelto di partecipare a questo gioco di sua spontanea volontà? 

L'uomo che possedeva questo materasso doveva semplicemente decidere di starsene a casa e non gli sarebbe successo niente. 

Lei lo conosceva? A vederla sembrerebbe di no. 

E allora come può difenderlo così? Potrebbe essere stato un depravato o un marito violento o un delinquente che ha bisogno di soldi per fare uscire il complice di prigione. 

Oppure poteva essere stato l'uomo più buono del mondo che vuole quei soldi per salvare il figlioletto in terapia intensiva, ma il fatto è che voleva quei soldi, e non mi importa per quale motivo, quest'uomo era qui per un motivo specifico e ha deciso per se quello che voleva fare.

Quindi mi stia bene a sentire, se sente che prendersela con il mondo la possa far sentire meglio, pensi due volte, perché anche lei è qui perché l'ha deciso lei. 

La colpa è solo sua, la responsabilità pure.' le dico tutto d'un fiato. 

Lei sembra spiazzata, ma non osa più ribattere. 

'E impari un po' a farsi i cazzi suoi' aggiungo, tornando a sedermi tranquillamente sul letto. 

Non mi volto nemmeno verso di lei, ma sento dei passi che si allontanano per le scale e sorrido compiaciuto. 

Ben le sta. 

'Woo' sento dietro di me. 

Mi volto e vedo il nanerottolo che comincia ad applaudire sorridente. 

'Hai sentito tutto?' gli chiedo battendogli il cinque. 

'Dall'inizio alla fine! Sono rimasto lì sotto a godermi lo spettacolo. Mamma mia, grandioso! Gliele hai proprio cantate!' mi dice. 

Prima mi ha detto come si chiama, ma me lo sono già palesemente dimenticato. 

'Aspetta, com'è che ti chiami di nuovo?' gli chiedo, fingendo di starlo facendo per scherzo. 

'Dai smettila ahaha, come puoi esserti già dimenticato il mio nome? Te l'ho detto letteralmente 10 minuti fa! Sono Lee Chan' mi dice. 

Ah già! 

'Ma su, stavo scherzando, ti pare che potrei dimenticarmi il tuo nome?' gli dico mettendogli un braccio attorno alle spalle. 

Lui ride seduto accanto a me sul letto. 

'Comunque, vedi di imparare come difenderti prima che ricapiti la stessa cosa che è successa prima!' gli dico scuotendolo un po'. 

Onestamente, se non ci fossi stato io poco fa, mentre tutti quanti quei pazzi gli andavano contro dopo che ha premuto per ultimo il pulsante per continuare il gioco, non so cosa ne sarebbe di lui adesso. 

'Ah, sì hyung, lo farò. Però insomma, non c'è proprio tutto questo tempo per allenarsi qui!' mi risponde lui. 

'Stai scherzando? Probabilmente il prossimo gioco che faremo sarà domani mattina, quindi abbiamo tutto il pomeriggio per fare quello che vogliamo, compreso allenarci. Dai, vuoi che ti insegni a tirare due pugni?' gli dico alzandomi in piedi sul materasso. 

'Oh sì! Figata! Però siamo in un posto abbastanza pericoloso qui...' mi dice lui guardando in basso. 

Effettivamente basterebbe sbilanciarsi un po' per cadere giù. 

Alzo le spalle. 

'Ma sì, vedi anche questo come allenamento? Cosa ne dici?' dico ammiccando. 

Chan sorride. 

'Vaaa bene' dice quasi in imbarazzo, ma è un imbarazzo che dura pochi secondi, infatti subito dopo diventa serio. 

Forse è questo che mi ha portato verso di lui da subito. 

L'ho tenuto d'occhio anche nel primo gioco, ed era fantastico. 

Aveva un'espressione determinata che mi faceva pensare 'E' lui, è proprio un me stesso'. 

Per quello l'ho approcciato subito dopo, anche se è stato un approccio un po' brusco, con me che lo trascinavo lontano dai pazzoidi e tiravo qualche calcio nelle palle di qua e di là. 

A quanto pare ha 4 anni in meno di me, e si vede, ma è tenace e non so come ma ha fatto scattare il mio volerlo crescere bene. 

Voglio insegnargli quello che gli manca. 

L'ho preso sotto la mia ala protettiva, e mi piace molto questa sensazione. 

𝐒𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐞𝐞𝐧'𝐬 𝐆𝐚𝐦𝐞 // ѕєνєηтєєηDove le storie prendono vita. Scoprilo ora