𝐒𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐞𝐞𝐧'𝐬 𝐆𝐚𝐦𝐞 // ѕєνєηтєєη

◦ 𝟙𝟜 ▫

[JUN'S POV]

Mi sveglio di soprassalto e sento delle urla.

Mi guardo intorno con il cuore a mille, ma ho gli occhi troppo appannati, non riesco a vedere niente se non buio.

Respiro affannosamente, mi tocco la faccia e sento che è bagnata.

Perché?

Oddio non sarà mica sangue?

Sono morto e non lo so?

No, sono...lacrime.

Cosa? Perché lacrime? Acqua?

Quando ho pianto? Ma che ore sono poi?

No Jun, stai calmo, respira, RESPIRA!

Cosa è successo?

Perché sto così?

Cosa succede cazzo?

No respira, respira.

Mi sdraio e cerco di recuperare un ritmo di respiro normale, ma è tutto inutile.

Forse per tornare a respirare normalmente dovrei capire perché sono così agitato!

MA NON RICORDO NIENTE!

No, tranquillo Jun, sarà stato solo un brutto sogno.

Cavolo ma non mi è mai successo prima! AH!

Strizzo forte gli occhi e immagini confuse mi giungono alla mente.

Un uomo mi guarda. Sangue. Un cielo nuvoloso. Altro sangue.

Ma che cazzo di sogno ho fatto?

No...

No, aspetta, non era un sogno! Sono ricordi dell'ultimo gioco!

'Hey' sento qualcuno dire sa uno dei letti della colonna accanto alla mia.

No, non starà parlando con me.

A chi diamine importa di qualcun altro in un posto come questo?

Siamo all'inferno cristo, all'inferno.

Cazzo.

Calmati Jun calmati.

'Hey! Tutto bene?' dice di nuovo quella voce.

'COME POTREBBE ANDARE TUTTO BENE?' urlo io, senza nemmeno sapere se quella domanda sia davvero rivolta a me o no.

Qualcuno da un letto lontano urla uno 'Fai silenzio! La gente sta cercando di dormire!', ma non so nemmeno se stia parlando con me o con la persona che continua a urlare ininterrottamente.

'Vieni qui' mi dice la voce da quel letto vicino a me.

Mi sporgo fuori leggermente, tremando, per vedere di chi è quella voce, e mi rendo conto che è il ragazzo dell'altro giorno.

Non ero nemmeno sicuro che fosse ancora vivo dopo il secondo gioco, dato che ho cercato di giocare solo per me stesso questa volta.

Mi sta facendo cenno di raggiungerlo nel suo letto.

Guardo le mie gambe. Stanno tremando.

Dovrei fare un piano di scale per arrivare fino a lui, ma nonostante mi sembri quasi impossibile, sento di avere fortemente il bisogno di farlo lo stesso.

Sento che se non raggiungerò qualcuno al più presto impazzirò da solo.

Mi trascino a gattoni sulle scale che separano i letti e raggiungo il suo.