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Il giorno seguente Jimin aveva la testa tra le nuvole e, cosa assai rara per lui, non prestò particolare attenzione alle lezioni.

Continuava a pensare agli avvenimenti della sera prima, e in particolare al bacio che aveva dato a Jungkook, e gli sembrava tutto così irreale da indurlo a credere che si fosse trattato soltanto di un sogno.

Con una mano a sostenergli la testa, Jimin sospirò e si costrinse a seguire la lezione di Storia dell'Architettura.

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Più tardi quello stesso giorno, Jimin uscì dall'università e raggiunse la fermata dell'autobus con il cuore che gli martellava nel petto, pensando che a condurre il mezzo che l'avrebbe portato a casa era lo stesso Jungkook che lui aveva baciato, lo stesso Jungkook che chissà da quanto tempo lo osservava e lo trovava carino.

Jimin sorrise e non rispose a un suo compagno di corso che gli aveva chiesto perché fosse così allegro quel giorno. Spiegarlo sarebbe stato difficile e il biondo voleva che qualunque cosa ci fosse tra lui e il moro restasse ancora per un po' segreta. 

Appena l'autobus arrivò e le porte si aprirono, due occhi di pece gli causarono un tuffo al cuore.

"Buonasera" lo salutò formalmente l'autista, accompagnando le parole ad un cenno del capo.

Jimin sorrise fino a ridurre gli occhi a due fessure e si dimenticò di convalidare il suo tesserino. Jungkook glielo fece notare.

"E' da non credere! I ragazzi di oggi..." borbottò un anziano signore che aspettava di salire, dietro al biondo, credendo che Jimin avesse volutamente evitato di passare l'abbonamento sul lettore apposito.

Jimin trattenne una risata e sotto lo sguardo divertito di Jungkook si affrettò a rimediare.

Dopodiché il ragazzo trovò un posto a sedere, senza mai smettere di sorridere, e passò tutta la durata del viaggio a pensare che a pochi metri di distanza c'era Jungkook.

Quando prenotò la fermata e si alzò per scendere, il moro gli sussurrò: "Ti va di uscire domani?".

Jimin spalancò gli occhi e annuì, al colmo della gioia. Quindi sorrise un'ultima volta al ragazzo alla guida e scese dall'autobus, sentendosi leggero come una piuma, nonostante il peso dei libri e del computer portatile nello zaino.

"Jimin!". 

Appena il biondo vide a chi apparteneva la voce che lo aveva chiamato, si sentì morire.

"Yoongi" sussurrò impallidendo.

Il ragazzo dai capelli neri e dalla carnagione candida gli passò un braccio attorno alle spalle e lo strinse forte a sé. Provò perfino a baciarlo sulle labbra, ma Jimin riuscì a scostarsi giusto in tempo.

Poi il biondo rimase rigido come una statua, incapace di muovere un muscolo, tanta era stata la sorpresa di vedersi Yoongi davanti.

Il rumore delle porte dell'autobus che si chiudevano lo fece tornare alla realtà.

Dopo essersi girato appena, quel poco che gli consentiva la stretta ferrea di Yoongi, il biondo incrociò lo sguardo di Jungkook ed ebbe la sensazione di ricevere una pugnalata al cuore. 

Jungkook era triste, deluso, infastidito, rassegnato, tutto questo e molto altro, leggibile in una sola singola espressione.

Dopo pochi secondi che parvero un'eternità, il moro ripartì, lasciandosi dietro la fermata, Jimin e il ragazzo dai capelli neri a cui era abbracciato.

"Ma che fai? Sei impazzito?" sbottò Jimin togliendosi finalmente di dosso Yoongi.

Il corvino lo osservò a lungo, mentre un angolo della bocca gli si sollevava verso l'alto.

"Sei ancora più bello di come mi ricordassi, Jiminie" mugugnò.

Il biondo digrignò i denti. Un tempo amava quando quel ragazzo lo chiamava Jiminie, mentre in quel momento gli dava solo fastidio. Il fatto che Yoongi si trovasse lì e che avesse cercato di baciarlo sotto gli occhi di Jungkook, inoltre, era così ingiusto che gli faceva venir voglia di urlare.

"Rispondi alle mie domande! Che ci fai qui? E come sapevi che sarei sceso a quest'ora?" urlò il biondo allontanando di nuovo Yoongi, che cercava disperatamente di abbracciarlo un'altra volta.

"Me l'ha detto Tae..." biascicò l'altro, piegando la bocca in un'espressione triste.

"Dopo mi sentirà" disse fra sé e sé Jimin.

Poi un sospetto si fece strada in lui e per verificare se fosse fondato o no, si sporse in avanti, fino a giungere a pochi centimetri dal viso di Yoongi. Quest'ultimo si irrigidì.

"Yoongi... hai bevuto? Sei un po' ubriaco, è vero? Se fossi sobrio non faresti così" esclamò Jimin scrollandoselo per l'ennesima volta di dosso e incamminandosi verso casa.

Il corvino lo seguì.

The Bus Driver || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora