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Era passata una settimana da quel giorno, una settimana in cui Jimin era stato così preso dalle lezioni e dallo studio da non trovare il tempo di uscire con Jungkook. Gli dispiaceva enormemente e sentiva la mancanza del suo ragazzo, come un vuoto in mezzo al petto.

Fortunatamente continuava a vederlo sull'autobus, ma quei pochi minuti, in cui a malapena riuscivano a scambiarsi qualche occhiata e qualche battuta, non gli bastavano.

Voleva tornare a uscire con lui e l'occasione si presentò di sabato, quando Jimin propose a Jungkook di incontrarsi e il moro invitò il biondo a passare a casa sua.

Jimin non era mai entrato nel suo appartamento e rimase colpito dalla pulizia e dall'ordine che vi regnava.

Il padrone di casa appese il cappotto del biondo e con un sorriso davvero tenero gli fece cenno di seguirlo in cucina.

Jimin si sentiva nervoso e non sapeva nemmeno lui perché. Trovarsi in compagnia di Jungkook dopo giorni in cui si erano visti di sfuggita, e soprattutto trovarsi con lui da solo e a casa sua, lo rendeva inquieto. L'altro se ne accorse.

"Tutto bene?" gli chiese, allungandosi sul tavolo della cucina a cui erano seduti, nell'attesa che il caffè fosse pronto, e stringendogli una mano.

Jimin annuì e abbassò lo sguardo sulle loro dita intrecciate. Il contatto delle loro pelli lo rendeva ancora più nervoso, nonostante quella sensazione fosse accompagnata a numerosi brividi lungo tutto il corpo.

La moka iniziò a gorgogliare e il moro si alzò per spegnere il gas, lasciando così la mano di Jimin. Il ragazzo si sentì come privato di una parte di sé.

"Jungkook?" sussurrò con voce tremante.

L'autista, che stava versando il caffè nelle tazzine, si girò leggermente verso di lui e lo fissò alzando un sopracciglio, nell'attesa che il biondo continuasse. Così facendo, però, spanse qualche goccia di bevanda fumante sull'immacolato piano della cucina.

Jimin rise, si alzò dalla sedia e si avvicinò a lui per aiutarlo a pulire. Mentre passava sulla piccola chiazza di caffè una spugnetta che aveva trovato sul lavello, i loro sguardi si incrociarono e i due ragazzi trattennero il fiato, incapaci di muovere un muscolo.

All'improvviso Jungkook riappoggiò sul piano cottura la moka che non si era reso conto di aver tenuto sollevata per tutto quel tempo e accarezzò dolcemente la guancia di Jimin. Poi annullò la distanza che li separava e poggiò le sue labbra su quelle del biondo.

Jimin sentì le farfalle nello stomaco e assaporò chiudendo gli occhi la meravigliosa sofficità delle calde labbra di Jungkook.

Sarebbero potuti restare così per l'eternità e lui non avrebbe avuto niente da ridire. Jungkook, però, si avvicinò un po' di più con il busto al suo ragazzo e gli posò una mano sulla nuca, facendolo rabbrividire. Le sue mani erano calde e accarezzavano la pelle di Jimin in un modo delicato e sensuale.

Dopo qualche secondo il biondo si staccò dalle labbra del moro e lo guardò dritto negli occhi. Dopodiché, con il respiro già affannoso per via del piacere che quel ragazzo riusciva a dargli, intrecciò le sue piccole mani dietro al suo collo e lo baciò con foga.

Jungkook rimase per qualche secondo spiazzato, poi ricambiò il bacio con uguale intensità. Jimin schiuse la bocca e si lasciò sfuggire un mugolio di piacere quando la lingua dell'altro si intrecciò alla sua.

Da dolce e delicato il bacio divenne intenso e passionale e Jungkook spinse Jimin fino al muro della cucina, facendovi aderire la schiena del biondo e appoggiando le mani ai lati della sua testa.

Continuò a baciarlo sulle labbra, piegando la testa di lato e respirando affannosamente.

Poi si staccò e lasciò dei baci delicati sugli zigomi, sulla mascella e sul collo dell'altro, facendolo fremere.

"J-Jungkook?" fece Jimin, prendendo il viso del moro nelle sue mani e guardandolo con intensità. Jungkook aveva la bocca leggermente aperta e Jimin passò un pollice sul labbro inferiore, fissandolo intensamente e mordicchiandosi il suo. "Portami in camera tua".

A quelle parole l'autista fece di nuovo sue le labbra del biondo, il quale gli allacciò le gambe dietro la schiena. Jungkook passò le sue braccia muscolose una dietro alla schiena di Jimin e l'altra sotto una sua coscia.

Poi lo staccò leggermente dal muro e, non smettendo mai di baciarlo e di mordicchiargli le labbra, lo trasportò in braccio fino alla sua camera da letto.

The Bus Driver || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora