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Passarono i minuti e Jimin provò in tutti i modi a chiedere a Taehyung e Yoongi perché ce l'avessero con Jungkook, ma non ottenne nessuna risposta convincente. Così perse la pazienza e si alzò dalla poltrona per dirigersi in camera sua, deciso a chiamare l'autista. 

Si sentiva sopraffatto dalle emozioni che aveva provato in quell'ultima mezz'ora e aveva soltanto voglia di andarsene da quella casa, entrare nel primo bar che gli capitava sotto tiro e ubriacarsi per bene. O, meglio ancora, andare a rifugiarsi tra le braccia di Jungkook. 

In quel momento aveva un disperato bisogno di vederlo ed era furioso con Yoongi e Taehyung, che lo disprezzavano per chissà quale motivo. Così pensò di proporgli di passare a casa sua, una volta che avesse finito di lavorare.

Sperava che se Jungkook si fosse presentato in quell'appartamento, Taehyung e Yoongi si sarebbero finalmente decisi a sputare il rospo.

Inoltre Jimin voleva spiegare all'autista il malinteso, in modo che Jungkook non continuasse a temere che lui l'avesse ingannato e fosse in realtà già impegnato con un altro. 

Così il ragazzo si chiuse a chiave nella sua stanza e, dopo essersi appoggiato con la schiena alla porta, tirò fuori dalla tasca il suo cellulare. Cercò tra i contatti il numero del moro, che rispose praticamente subito.

"Jimin...". Il suo tono di voce era più basso e molto meno allegro del solito. Il biondo provò una fitta al petto.

"Jungkook, lascia che ti spieghi tutto".

"Jimin, davvero...".

"No, lascia che ti spieghi!" esclamò il biondo mordendosi il labbro inferiore per non lasciar uscire le lacrime. Era stufo di piangere.

Jungkook sembrò capire quanto Jimin fosse in difficoltà, poiché sospirò e gli chiese: "Vuoi che venga da te? Ti sarebbe più facile parlarmi a quattr'occhi?".

"Sì, cioè, in realtà dovresti venire anche per un altro motivo: ho in casa due persone che ti odiano".

Nonostante il tono di voce di Jimin fosse cupo e sofferente, l'autista non riuscì a trattenere una risatina. "Due persone che mi odiano?" ripeté.

"Sì, e ho la sensazione che anche tu le conosca. Ti prego, Jungkook, loro non mi vogliono dire niente!".

"Di cosa stai parlando? Chi sono?". 

"Se vieni lo capisci. Hai finito di lavorare?". 

"Sì, ho appena portato l'autobus alla rimessa".

Il moro sospirò, e dopo essersi fatto dare l'indirizzo dal biondo, riattaccò.

Jimin si sedette per terra, per poi portarsi le ginocchia al petto e appoggiarvi la fronte.

Non voleva che Jungkook, Yoongi e Taehyung si incontrassero, aveva paura, perché non sapeva che cosa aspettarsi. Tuttavia voleva anche sapere perché quei due disprezzassero tanto il ragazzo che a lui piaceva e, dato che non sembravano intenzionati a parlare, li avrebbe messi alle strette portando a casa il soggetto in questione. 

Pochi minuti dopo il campanello suonò e Jimin si precipitò ad aprire. Spalancò la porta di casa e uscì sul pianerottolo. Dopodiché si mise ad aspettare che Jungkook salisse le scale. 

Tempo neanche un minuto e l'autista gli apparve davanti, con uno sguardo cupo e senza il sorriso a cui il biondo si era già affezionato.

"Vieni pure dentro" lo invitò, precedendolo nell'appartamento. 

Aveva una voglia matta di abbracciarlo, baciarlo e spiegargli tutto, ma dovette trattenersi e sperare che la questione con Yoongi e Taehyung si risolvesse per il meglio e in fretta, così da permettergli di tornare ad ammirare il sorriso da coniglietto di Jungkook.

The Bus Driver || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora