CAP 9
Sono seduta sul mio letto, ma c'è qualcosa che non mi torna. La luce del sole che entra dalla finestra aperta è luminosa, ma.. non so come dire... è troppo luminoso, come d'altronde sono troppo amplificati i suoni nella camera. Il cinguettio degli uccelli è quasi fastidioso, e man mano che il tempo passa aumenta di volume. Faccio per alzarmi e andare a chiudere la finestra, in modo per placare i suoni e la luce. Ma non riesco ad alzarmi: sono bloccata sul materasso con coperta azzurra. Il cinguettio si trasforma in un rumore assordante e intermittente, non è più un suono animale. Solo in questo momento mi accorgo che è...
La sveglia. Quel maledettissimo aggeggio elettronico che suona come una tromba dell'esercito e che mi fa venire l'impulso di prenderlo e di scaraventarlo contro la parete. Molto probabilmente diventerebbe un minestrone di ingranaggi e viti, ma ne varrebbe la pena. Uni di questi giorni dovrò farlo, mi riprometto.
Alzo la testa dal cuscino, scostando i capelli che nella notte si sono attorcigliati e si sono aggrovigliati come un cespuglio di more. Dopo il sogno non molto tranquillo di questa notte e il successivo pernottamento sul davanzale, mi sono riseduta nel letto, e molto probabilmente devo essermi riaddormentata, a giudicare dalle condizioni dei miei capelli.
Ancora assonata, lancio un cuscino in direzione di Penn, che beatamente dorme sul pavimento, dopo che ieri le ho chiesto di rimanere a casa mia per la notte. Lei incassa il colpo e me lo rimanda, brontolando.
-Dai, dormigliona, dobbiamo andare a fare colazione...- dico tra uno sbadiglio e l'altro.
-Si, si....arrivo.- risponde e prende a strofinarsi gli occhi. "Pensavo fosse più difficile farla alzare".
-Cos'è? Siamo mattiniere questa mattina?-le chiedo. -Io mattiniera?- dice e si mette a ridere- Macchè, è che oggi hai la visita e so che non vuoi fare tardi...- risponde.
Le sorrido di rimando, e intanto scendiamo le scale, che portano alla cucina, dove di sicuro mia mamma sta preparando i pancake a giudicare dall'odore. I mei capelli sono ancora un incubo, ma pazienza, avrò tempo dopo per sistemarli.
Quando scendiamo le scale, tentiamo di non fare troppo rumore, dal momento che sono le 7.00 di mattina, e di norma a quest'ora mio fratello è in camera sua a dormire.
-Ciao ,Ma'- dico appena entriamo nel suo campo visivo. Le ci guarda e sorride. Sembra troppo giovane per diventare nonna: gli occhi azzurri sono vispi e attenti, i capelli castani ben tenuti. Solo poche e lievi rughe intorno a bocca e occhi indicano l'avanzare dell'età, ma per il resto potrebbe essere mia sorella.
-Buongiorno, tesoro- mi dice e poi saluta Pen. -Sedetevi- ci ordina e così noi facciamo. Nei piatti compaiono tre pan cake a testa, coperti di glassa al cioccolato.
Vedo che mio fratello è già seduto al suo posto, a capo tavola e questa cosa mi puzza, e non poco. Prendo il succo d'arancia e comico a bere, quando sento la porta aprirsi e poi chiudersi. Mi chiedo chi possa essere, dal momento che tutti ,ad eccezione di mio papà che è già al lavoro, siamo seduti a tavola.
Mi volto e faccio appena in tempo a vedere dei riccioli biondi fare capolinea dalla porta che Sean entra a passo spedito e da una pacca sulle spalle a mio fratello. Nel giro di un secondo il succo di frutta esce dalla mia bocca e va ad imbrattare la maglietta di Pen.
-E tu che cazz- ma prima ancora che possa finire la parolaccia gli occhi di mia mamma mi inceneriscono- cavolo ci fai qui ?- chiedo con un tono di voce che è uscito ancora più stridulo di quello che credevo.
- Ma come, non ti ricordi di lui?- mi chiede mio fratello e io non posso che guardarlo con aria confusa. Si affretta a spiegare, sia a me che Pen, la quale ci guarda con un misto di curiosità e incredulità. -E' il mio migliore amico dalle elementari- mi dice come se fosse logico- solo che gli ultimi due anni li ha passati in America a studiare-
"oh cazzo... "come ho fatto a non riconoscerlo? Mi chiedo.
-Sentite, io vado a prendere la macchina- dice mio fratello, si alza e esce.
-Perché? Dove va ?- chiedo in generale ed è mia mamma a rispondermi.- Ah, già, tesoro, mi sono dimenticata di dirtelo... oggi non posso proprio accompagnarti alla visita. Anzi devo proprio scappare. Ti accompagnano loro due- dice ad esce pure lei, stringendo in mano le chiavi dell'auto.
Io fisso Sean , e lui fissa me. Una lotta di sguardi. Pen sembra aver capito qualcosa a cui io non sono ancora arrivata, perché si dilegua dicendo che deve andare a cambiarsi. Solo ora mi ricordo che aspetto mostruoso devo avere e la seguo su per le scale.
-Come, perché... ma ... io... tu ...- dico sempre più disorientata ,girandomi a guardarlo mentre sono sulla porta della cucina . - Tutto a tempo debito- mi risponde con un sorriso e io allora salgo le scale.
CIAO A TUTTI... CE L'HO FATTA!! E' STATO UN PARTO SCRIVERE, MA CE L'HO FATTA.
COME SEMPRE LASCIATE COMMENTI PER DIRMI COSA NE PENSATE, E VOTI PER FARMI CAPIRE SE VI E' PIACIUTO J
ALLA PROSSIMAJ
KERKIRA
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Insieme, senza paura
RomanceTutti mi guardano, mi osservano, mi studiano come se fossi " un cucchiaio in mezzo ad un set di forchette" per usare le parole della mia amica Penelope, per tutti Pen. E penso che tutti quegli occhi abbiano ragione ad osservarmi...