ZOE
Non lo capisco proprio... un momento il suo viso è turbato, la mascella contratta e gli occhi persi nel vuoto, quello dopo mi sussurra cose che mi disorientano, e non poco; ma come i numerosi romanzi rosa che ho letto insegnano, i ragazzi e l'universo maschile in generale sono qualcosa che non si deve capire (dal momento che è proprio impossibile ) ma sopportare.Ci dirigiamo dentro l'ospedale e verso il secondo piano , dove si trova il reparto di ginecologia, e dove la mia fantastica ginecologa ,non che fidatissima amica, Isabella mi visiterà.
-Ciao Zoe- mi dice la dottoressa castana con un sorriso.
-Ciao Isabella- le rispondo e lei mi mette una mano dietro la schiena per accompagnarmi attraverso un dedalo di porte a vetri e di stanze.
I ragazzi rimangono indietro, "forse andranno in qualche tipo di sala d'aspetto" penso.
Arrivate nel suo studio, mi fa stendere sul lettino e la visita comincia.Tutto sta procedendo come sempre, tra palpazioni della pancia e vari esami, quando vedo ,sul viso di Isabella, prendere forma un cipiglio e il suo sguardo diventa preoccupato. Non capisco cosa stia succedendo...
-Senti Zoe, ora questa infermiera ti accompagnerà in una stamza, tu ti stendi li e mi aspetti, va bene?- mi dice mentre tenta di farmi un sorriso rassicurante, che si trasforma in un ghigno quasi spaventoso e.... triste
Mi alzo preceduta da un' infermiera vestita rosa confetto , ma sulla soglia mi giro verso Isabella, che con sguardo preoccupato sta guardando fuori dalla finestra.
-Si ma...- dico sempre più confusa -cosa succede?-
-Niente che non si possa risolvere- mi risponde, e da queso capisco che sicuramente c'è qualcosa che non va.Mi stendo sul lettino della nuova stanza e rimango li per quelle che mi sembrano ore rimuginando mentre i pensieri sempre più cupi si accalcano nella mia mente.
Ad un certo punto, sento che la porta è stata aperta e mi alzo, fissando la dottoressa. Prende una sieda dal fondo della stanza, si siede di fronte a me e comincia a parlare. Sono sempre più sicura che quello che uscirà dalla sua bocca non mi piacerà affatto.
-Allora- comincia- non facciamola troppo lunga . -"grazie " penso tra me e me- Ci sono state delle piccole complicazioni durante queste settimane, Zoe... e potrebbero portare addirittura a cose ancora più terribili se-
-Cosa può succedere? - le chiedo interrompendola, mentre le lacrime cominciano a scendere sulle mie guance.
Il suo sguardo si fa triste.
-Potresti perdere la bambina- mi dice mentre il mio mondo crolla e per evitare di cadere mi stendo sul lettino. Penso a qualsiasi cosa piuttosto che alle 4 parole che coordinate assieme mi danno così tanta paura
Guardo il soffitto. È bianco panna. Sembra il latte. O forse la panna. Non lo so... non so più niente. Mi sento persa e solo ora mi rendo conto di quanto sia vera la frase "la parola ferisce più della spada".
"Ma non ti preoccupare... la cosa è risolvibile. Basta che trascorrerai le prossime settimane a letto. La possibilità che accada una cosa del genere è 1 su un milione, ma per evitare ciò bisogna comunque prendere delle precauzioni" mi dice mentre mi accarezza la mano, e io non posso fare altro che annuire scossa dai singhiozzi.
La dottoressa di alza e dopo avermi rifilato un sorriso caldo ma malinconico, si allontana e sento di nuovo la porta grattare sul pavimento.
Pochi minuti dopo una mana si posa sulla mia. È calda e confortante, liscia ma grande rispetto alla mia sottostante.
Alzo lo sguardo e vedo che Sean mi sta osservando e non so perché e nemmeno come ma un sorriso si fa largo tra le mie labbra.SEAN
Zoe attraversa seguita dalla dottoressa una porta a vetri, oltre la quale penso ci saranno I vari ambulatori.
Io seguo Federico verso che quella penso sia la sala d'aspetto.
Ci sediamo su quelle sedie bianche che mi sanno tanto di cosa esageratamente igienizzata, e aspettiamo.
Sto leggendo una rivista quando alzo lo sguardo e vedo Federico che mi fissa.
-Che c'è?- chiedo scocciato
-Niente- risponde lui e si volta , mentre io perplesso alzo le spalle e ritorno a leggere.
Dopo circa mezz'ora chiudo la rivista e vedo la dottoressa uscire da quella stessa porta dalla quale lei e Zoe sono entrate. La osservo in viso e non posso non notare la preoccupazione che celano i suoi occhi.. sembra triste.
Si avvicina e porta Federico da parte, che dopo qualche momento di conversazione sbianca e comincia a parlare con parole sconnesse... le uniche parole che comprendo sono complicazioni, perdita... bambina, e comincio a farmi un'idea sulla situazione.
L'unica cosa che posso pensare è che se noi siamo qui insieme alla dottoressa lei deve essere di la da sola. Magari è stupido come pensiero, ma è l'unico che riesco a formulare. Così mi alzo e attraverso quella porta e ,poiché la dottoressa è troppo intenta di sedare un Federico molto agitato, non si accorge della mia sparizione.
Cammino lungo un corridoio e finalmente trovo la stanza. La porta è aperta e sul lettino scorgo i capelli di Zoe. Mi avvicino e poso una mano su quella piccola di lei, che si gira e mi sorride.
Buonasera
lo so che non posso farmi perdonare in alcun modo, ma sinceramente come ho spiegato ad alcune di voi privatamente, scrivo solo se ne ho l'ispirazione e oggi ce l'avevo quindi. .. niente ;-)
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Insieme, senza paura
RomanceTutti mi guardano, mi osservano, mi studiano come se fossi " un cucchiaio in mezzo ad un set di forchette" per usare le parole della mia amica Penelope, per tutti Pen. E penso che tutti quegli occhi abbiano ragione ad osservarmi...