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Ciao Fiorellini!!!
Volevo farvi un regalino di fine agosto.
Volevo farmi perdonare l'ultimo ritardo nella pubblicazione e anche per iniziare al meglio questo Settembre.
Alcuni di voi sono rientrati al lavoro, altri lo faranno a breve, gli studenti  tra meno di 20 giorni...insomma iniziamo tutti giusto?





Scusate per errori ecc....blablabla....
Spero vi piaccia.
Non succede nulla di eclatante, almeno fino alle ultime righe.
Ci rivediamo il 10 settembre!

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Una leggera ma persistente pioggia continuava a cadere sulle grandi vetrate della mensa e sembrava più rumorosa del solito, perché gli uomini erano stranamente silenziosi.

Jungkook sedeva al solito posto, sul fondo dell'immensa stanza, da dove poteva tenere d'occhio la porta, la cucina e gli uomini nel salone.

I taglialegna parlavano appena. Nessuno sembrava avere appetito. Yoongi se ne era già andato quasi senza toccare cibo.

Jungkook spostò il piatto con la colazione finita a metà.

Forse era colpa della pioggia, si disse alzandosi.

Il lavoro sulla montagna non si sarebbe fermato nemmeno con il brutto tempo. A nessuno, nemmeno lui, piaceva lavorare sotto la pioggia. Forse era per quello che nella mensa c'era un'atmosfera simile.

Dannazione, poteva essere qualunque cosa, si disse avviandosi verso la porta.
Nulla che avesse a che fare con Park Jimin.
Namjoon si alzò dal suo posto, quando Jungkook gli passò accanto.

"Qualcuno degli uomini si è chiesto" gli disse "se oggi il Signor Park si sente poco bene."

Jungkook vide gli uomini seduti a quel tavolo fissarlo con uno sguardo preoccupato.

"Ieri non s'è visto" proseguì il viola "Gli uomini pensavano che oggi sarebbe venuto. Non è ammalato o qualcosa del genere, vero?"

Il corvino sentì lo stomaco stringersi e uno strano senso di ansia e inquietudine. Non aveva mai considerato la vulnerabilità di quell'omega.

"Sta bene, per quel che so" rispose, notando comunque che gli uomini seduti al tavolo non sembravano particolarmente sollevati dalle sue parole.

"Sentirà il tempo" provò a dire, indicando fuori "Qui il clima non è come Seoul"

"Il signor Park è una cosina così tanto tenere e delicata" disse uno dei taglialegna annuendo seguito da tutti gli altri.

"Nam, fa attenzione che i ragazzi delle squadre non si facciano male" aggiunse Jungkook lasciando la mensa.

Una volta fuori, fu accolto da una folata di vento freddo. Jungkook si alzò il colletto della giacca a vento per poi chiuderla fino al collo. Con passo deciso lasciò il piazzale e poi si diresse verso il suo ufficio sotto la pioggia leggera e insistente.

Così com'era accaduto molte altre volte, il suo sguardo fu attirato dalla casetta sul fianco della montagna.

La casetta di Jimin.

Dal punto in cui si trovava non riusciva a vedere nessun segno di vita, né una luce alla finestra a illuminare quel mattino cupo.

Forse é ancora a letto.
Jimin....a letto...raggomitolato sotto la morbida coperta....affondato nel materasso di piume.

Jungkook sentì un moto di tenerezza stringergli il petto.

Jimin a letto.
Jimin a letto insieme a lui.
La pioggia che batteva sul tetto.
Loro due insieme, soli, al caldo.

King Of The MontainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora