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🌸🌸Ciao fioriiiii🌸🌸

Ore 01.55
Pubblicazione del penultimo capitolo
di questa  ff.
Premetto che è  un capitolo disastrato da errori ed orrori. Portate pazienza.
N.B. smuttimo mignon all'interno










Joeoseong sembra così grande e viva.
Jimin guardò dalla finestra del suo albergo le strade della città. i marciapiedi erano affollati di gente.
Quando l'aveva guardata il giorno del suo arrivo da Seoul, Jeonseong gli era sembrata un luogo del tutto diverso.

Possibile che sia cambiata così tanto?

Jimin si spostò dalla finestra e scosse la testa.
Non era cambiato nulla nella città, ma in lui sì.
Chiuse le tende conto il sole del mezzogiorno e si lasciò cadere sul letto.
Qualche settimana prima era arrivato a Jeonseong diretto alla montagna, pieno di speranze e di progetti per il futuro.
Quel giorno ripartiva con il cuore a pezzi.
Prese il portatile e inizio a scorrere le mail. Era riuscito a controllare la casella di posta solo due volte. Una volta quando era sceso per fare acquisti con Hoseok e l'altra quando aveva portato Jung Ho all'ospedale. ed entrambe le volte c'era Jungkook.

Jungkook...

Strinse le labbra, rifiutandosi di piangere ancora. Lo amava con tutto il cuore ma lo stava lasciando. D'altra parte, Jungkook non lo voleva con lui. Per una parte era colpa della testardaggine di quell'alfa.
Jungkook era così sicuro di essere sempre nella ragione e così ostinato da non voler parlare con lui della sua rabbia.

Come può pensare di risolvere un problema in quel modo?

Jimin si alzò e s'avvolse nella sua vestaglia. Quel giorno quando era arrivato in quella città aveva scoperto che la prima corriera disponibile per rientrare a casa sarebbe partita la sera. Così dopo aver preso una camera nel piccolo albergo si era fatto una doccia e si era messo comodo convinto di poter riposare.
Jimin sbuffò impaziente. per tutto il pomeriggio non aveva fatto altro che pensare.
Jungkook gli aveva rivoltato il mondo da capo a piedi.
Fino a quel momento era stato felice di vivere nella splendida e caotica Seoul. Anche in mezzo alle persone educate gentili e di classe che conosceva là.
A dire la verità, la sua vita di città gli era sempre piaciuta.
Finché non aveva conosciuto Jeon Jungkook. Ora non gli andava bene niente.

Quel mattino aveva lasciato l'accampamento e aveva consegnato ad Hoseok una lettera per Jungkook.
Una semplice lettera in cui gli diceva che tornava a casa. Il suo lavoro sulla montagna era finito.
Ma in quel momento, con la collera che le cresceva nel petto, Jimin desiderò aver detto a Jungkook esattamente ciò che pensava di lui.

Qualcuno dovrebbe farlo! E nessuno su quella montagna ha le palle per farlo...a parte Yoongi, forse....

"Cazzo!"

Jimin strinse i pugni, camminando avanti e indietro nella stanza. Non poteva andarsene senza dire a Jungkook ciò che pensava. Anche se lui non voleva starlo a sentire, glielo doveva dire. E glielo avrebbe detto.
Guardò attorno a sé i suoi vestiti sparsi dappertutto. Sulla sedia, sul lavandino, sul comò.
Se si fosse dato una mossa, sarebbe riuscito a salire su uno dei fuoristrada che salivano sulla montagna per le consegne.

Se mi muovo forse riesco a prendere uno dei fuoristrada che salgono sulla montagna...gli parlo e poi torno giù prendo la corriera di domani mattina presto e torno a casa!

....Casa....

I passi di Jimin si fecero più esitanti.
Quella casetta abbarbicata su per la montagna era casa sua. Non a Seoul.
E anche quella era tutta colpa di Jungkook.
Jimin ricominciò a camminare per la stanza raccattando i vestiti. Afferrò un leggins dallo schienale della sedia.

King Of The MontainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora