Traccia 91.

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"Non ti da fastidio?" mi sussurra all'orecchio Alex, seduti entrambi nel tavolo della cucina.
Concentrata su studiare il testo della canzone, alzo lo sguardo per guardare il compagno e poi seguire il suo verso i due ragazzi seduti di spalle nel tavolo difronte intenti a giocare tra di loro.
"Cosa?" domando io, facendo finta di niente e riportando lo sguardo verso le parole del testo.
"Di come si comportano, ridono e scherzano tra di loro" dice lui, rivolgendo lo sguardo verso Christian e Cosmary con le risate che si sentivano per tutta la stanza.
"No, non mi da fastidio" sussurro scarabocchiando qualcosa nel foglio bianco.
"Non sembra dal tuo umore" dice lui, volgendo lo sguardo verso la mia figura.
"Sono solo preoccupata per l'assegnazione di Lorella" dico io, continuando a disegnare nel foglio tante piccole tristi nuvole.
"Faccio finta di crederci. Vado a vedere cosa fanno" dice lui alzandosi e dirigendosi verso i due ragazzi che nonostante la presenza del ragazzo alle loro spalle, continuavano a giocare e scherzare tra di loro.
"Come sta andando?" mi domanda una figura alle mie spalle. Mi giro per vedere Crytical con un sorriso per poi sedersi affianco a me.
"Sto studiando il testo, per adesso" dico io avvicinando verso di lui il testo.
"Se vuoi questo pomeriggio andiamo a provarla insieme"
"Va bene" dico io, girandomi per poi sorridergli.
"Ti volevo far ascoltare una cosa"
"Cosa?"
"Il mio inedito che deve uscire in questi giorni"
Senza farmi lasciare parlare toglie dalla felpa nera le cuffie per poi metterne una nel mio orecchio e l'altra nel suo e avviare la canzone.
"Che ne pensi?"
"È bellissima..." sussurro io togliendomi la cuffia e darla al ragazzo.
"Grazie. Ci tenevo tanto alla tua opinione" dice lui per poi tirarmi verso di lui e abbracciarmi forte. A quel gesto rimango immobile per poi ricambiarlo con la testa appoggiata nella spalla fin quando non incontro i suoi occhi, che mi guardavano intensamente, ricordando quei giorni in cui intorno ai nostri compagni rimanevamo a guardarci dritti negli occhi.
Il nostro sguardo viene interrotto dalla figura di Crytical che si allontana dalla mia.
"Devo incontrare Anna Pettinelli. Ci vediamo dopo" dice lui, lasciandomi un piccolo bacio nella guancia e scappare fuori dalla Sala Relax. Dalla figura del cantante rivolgo lo sguardo verso l'altro tavolo in cui non trovo più il ballerino ma solamente Alex e Cosmary. Ritorno così a mettermi le cuffie, isolarmi e studiare l'assegnazione.

"Ciao Anto" saluto la mia professoressa entrando nella Sala Canto.
"Ciao Beba" mi saluta lei oltre il plexiglas.
"Come mai abbiamo cambiato Sala?" domando io appoggiando la roba ad un estremità della stanza.
"Ho letto l'assegnazione di Lorella e bisogna lavorare anche sull'esibizione con la sedia" dice lei indicando poi la sedia al centro della stanza, che era leggermente più spaziosa rispetto alla solita in cui facevo lezione.
"Vuoi provarla subito nella sedia?" domanda lei, cercando nel computer la base della traccia.
"Si" dico io aprendo il foglio del testo e sedendomi nella sedia.
"Cosa dovrebbe rappresentare questa sedia in questa canzone?" mi domanda lei
"Il fratello"
"Devi cantare la canzone come se stessi parlando con tuo fratello. Rino Gaetano parla di suo fratello, della vita di suo fratello. Devi immaginarti che la sedia è il fratello di cui parla Rino Gaetano"
"Va bene"
"Butta tutto fuori, è una canzone che più che essere cantata deve essere recitata" dice lei, urlando leggermente, sopra la base che era già partita.

Mio fratello è figlio unico perché non parla con gli altri mentre vorrebbe lamentarsi
e non ha mai spezzato una lancia a favore degli altri per crearsi una vita normale per poi accontentarsi

Mio fratello è figlio unico
sfruttato, represso, calpestato, odiato
E ti amo Mario...

"Allora due cose: mi piace che il ritornello lo canti quasi urlato perché è come se esprimessi il dolore che prova il cantante a parlare del fratello. La seconda cosa è che seduta nella sedia non guardi mai davanti ma sempre la sedia in cui sei seduta. Devi guardare in faccia le persone per condividere le parole che canti, il dolore che provi. Capito?" mi dice Antonella, una volta finita l'esibizione.
"Mi viene difficile guardare negli occhi le persone, al massimo guardo in un punto indefinito o il pavimento"
"Devi farlo necessariamente, così trasmetti ancora di più la canzone e le parole" dice lei.
"Va bene"
"A casa esercitati. Prendi una sedia, mettila difronte allo specchio e prova a cantare, guardando sempre dritta. Adesso ripassiamo le altre cover e anche l'inedito, che non l'abbiamo mai provato insieme"

"A domani, Beba. Ricordati l'esercizio della sedia" mi dice Antonello prima di uscire dalla stanza. Metto velocemente tutto dentro il borsone ed esco per avviarmi in casetta con le cuffie nelle orecchie. Entro nella casetta e dai mie occhi verso le mani che tremavano dal freddo si rivolgono verso la cucina. Affianco alla porta il mio corpo bloccato, con i piedi piantati a terra e lo sguardo verso i due ragazzi che ridevano tra di loro e giocavano. Con la musica nelle orecchie e i piedi che non voglio muoversi, una lacrima scende nella mia guancia senza accorgermi che subito raccolgo. Da quella visione dei ragazzi mi tolgo il giubbotto per poi metterlo nell' appendiabiti.
"Benedetta, vuoi giocare?" mi domanda la ballerina alle mie spalle.
Con gli occhi rivolti al giubbotto appeso e i miei occhi che bruciavano ogni minuto di più, mi giro verso la ragazza.
"No, devo pranzare e poi studiare" dico io con un sorriso per poi avvicinarmi alla cucina. Con loro che continuavano a giocare all'angolo della cucina, rivolgo lo sguardo verso il pentolino con l'acqua che stava bollendo. Mi allontano per uscire in giardino e girarmi una sigaretta, con il mio sguardo rivolto più che alla ballerina al ragazzo, che rideva spensierato.
"Beba l'acqua sta bollendo" mi urla Sissi, seduta al tavolo con Dario. Entro velocemente dalla porta per versare la pasta ed aspettare che cuocesse.
Vengo affiancata da Alex che ha lo sguardo rivolto verso i due ballerini.
"Smettila" sussurro dandogli una gomitata nel fianco.
"Cosa?"
"Li stai guardando male"
"Siamo troppo diversi" dice lui con un tono dispiaciuto guardando la ballerina, che rispetto a lui aveva un carattere totalmente diverso.
"Parlaci" dico io girandosi la pasta.
"Parlaci anche tu" dice lui, rivolgendo lo sguardo a Christian.
"Io gli ho già detto le cose che dovevo dirgli"
"Vado in camera" dice lui per poi sorpassare i ragazzi e andare verso le stanze, che dopo qualche istante viene seguito dalla ballerina.
"Posso dirti una cosa?" domanda la sua voce a distanza di metri dalla mia figura.
"Cosa?" domando io, allontanandomi dai fornelli per andare nel lavello per scolare la pasta.
"Devi smettere di fumare così tanto" dice lui alle mie spalle.
"È difficile Christian" dico appoggiando le mani nel lavello per poi girarmi in uno scatto e trovarmi a distanza zero dal suo viso. Senza staccarci chiudiamo entrambi gli occhi per poi sentire il suo respiro nel mio viso e le sue mani che si incastravano piano piano nei mie capelli.
"Cerca di smettere. Fa male" sussurra lui, accarezzandomi il collo, coperto dai capelli.
"Va bene" sussurro io, accarezzandogli il braccio tatuato.
Con i nostri corpi e i nostri visi attaccati veniamo interrotti.
"Benedetta, andiamo a provare?" mi domanda il cantante, facendo indietreggiare il ballerino.
Dal viso di Christian giro lo sguardo verso il cantante che era in piedi difronte sul tavolo con le mani nelle tasche dei jeans.
"Si" sussurro io, notando come il ballerino si allontana da me per andare verso la stanza verde senza guardarmi un'ultima volta.

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