Cap. 14: Emozioni sconosciute.

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Dopo aver udito quei disgustosi gemiti nel bagno, Alai si rintanò nella sua camera, se così potesse definirla. In questi ultimi giorni non sapeva sentire più nulla di proprio, era come se avesse perso quella parte essenziale di se, la sua identità. Ed ora era lì, con gli occhi grondanti di lacrime, a cui non seppe dare una risposta. Era per Jamie e quella ragazza? Lei sentì fin dal primo momento in cui lo vide, qualcosa scattare dentro di se, in un posto indistinto dentro il suo corpo. Ma certo non si immaginava che quel piccolo scattare, l'avrebbe devastata. Non era sicura che le piacesse, anche perché conosceva ben poco di lui, e finora ebbe solo dispiaceri e delusioni. Come poteva provare qualcosa per un ragazzo del genere, fino al punto di piangere? Si asciugò gli occhi scuotendo la testa. Lui non meritava le sue lacrime, se lo ripromise anche poco fa. Soprattutto una volta uscita allo scoperto la sua spudorata ipocrisia nel sentirsi libero di poterla usare come un bambolotto. Alai sapeva di non essere come tutte le altre ragazze di quel posto: loro avrebbero fatto di tutto pur di farsi accettare dalla persone, perfino concederla su un piatto d'argento, anche se contro voglia, ma Alai no; lei non si sarebbe mai arrangiata ad un modo di vivere simile a quello, lei rispettava profondamente i valori che le erano stati insegnati fin da piccola, e certo non avrebbe mandato all'aria tutto il suo sapere, tutto ciò che aveva sempre fatto parte di lei, no di certo. Sarebbe rimasta fedele semplicemente a se stessa, nessuno l'avrebbe cambiata, era una promessa.

Una scia di baci gli si venne tracciata lungo tutto il torso sudaticcio. Un gemito gli si smorzò dalla gola. - Ana...ehi. - sussurrò Jamie, cercando di frenare le sue labbra piene.
Ana alzò il capo, sorridendogli maliziosamente. - Ti è piaciuto? -
Jamie gli sorrise di poco, allontanandosi dalla sua presa. La ragazza dai capelli neri rimase attonita per un po'. - Cosa ti prende ora? - aggrottò la fronte.
Jamie si infilò i boxer con aria scocciata. - Mi vesto. - disse con voce fredda. - Dovresti anche tu, sempre se non vuoi farti vedere nuda davanti a tutti. Ah aspetta, forse lo vuoi. -
Ana si andò a mettere al suo fianco, stringendogli un bicipite. A quel gesto, lui si girò per guardarla. - Speravo di poter passare altro tempo assieme a te. - si leccò le labbra, sbattendo con fare civettuolo le ciglia.
- Abbiamo fatto sesso a sufficienza. - si liberò dalla presa con fare brusco. Ana lo guardò con aria arrabbiata, per poi menargli uno schiaffo sul braccio, che gli andò a formare una manata rossa sopra di esso. Jamie a quel gesto sembrò freddarsi completamente, e non dal dolore. Odiava essere toccato, tanto meno schiaffeggiato da ragazzine arrapate, in cerca solo del sesso. Anche a lui piaceva andare a letto con Ana, ma tra loro non c'era nessun tipo di impegno che andasse a giustificare la reazione di lei. - Che cazzo hai fatto? - la guardò con aria gelida e furiosa.
- Sei il solito bastardo! Mi scopi e te ne vai. - si lamentò. - Avresti almeno potuto ospitarmi nel tuo letto, anzi che in un bagno. - gesticolò, imbronciandosi. Jamie rimase a guardarla gelido, mezzo schifato dalla sua presenza. - Te lo scordi che ti faccio entrare nel mio letto. - sputò.
Ana sgranò gli occhi, quasi come fosse stata colpita da una padella in testa. - Oh. - disse solo. Jamie stette a fissarla ancora un po', per poi continuare a rivestirsi. Ed in effetti era sempre stato così per lui: non faceva mai entrare nessuno nel suo letto, tanto o meno per del sesso. Era una persona molto riservata e severa per quanto riguardava questo tipo di cose. Gli faceva schifo andare a dormire in un letto in cui si era passato all'incirca venti ragazze, era disgustoso, specialmente per il fatto che era il suo di letto, e faceva parte della sua inviolabile e amata privacy. Molte ragazze insistettero in passato per poter entrare in camera sua, ma lui cercava sempre in tutti i modi di liquidarle, o con una frase brusca o semplicemente con lo sguardo. Ana entrò per sbaglio una sola volta, scrutando per bene la stanza, prima che la sua curiosità non fosse interrotta dalle forti mani di lui.
Ana si rivestì in fretta, uscendo dal bagno senza neppure accennare un saluto. Jamie sembrò non sorprendersi, rimanendo del tutto neutrale. Poco gli importava dei sentimenti feriti delle ragazze con cui andava a letto.
Rivestendosi del tutto anche lui, si diresse nella sua camera. "Alai.." Era consapevole di quanto successo poco fa, in quella stanza. Era scappato come un codardo, in preda al panico. Nessuno gli aveva mai pronunciato quelle parole con tanta disperazione, il che sembrò colpirlo molto. Aprì la porta, ritrovandosi dinanzi una stanza del tutto vuota. Jamie quasi non perse un battito. Se n'era andata? A quei pensieri terrificanti, corse lungo il corridoio, raggiungendo la camera di lei. Pregò dentro di se, di trovarla lì. Per chissà quale caso del destino, un sollievo andò espandendosi dentro di lui. Alai era accovacciata sul letto, con le gambe strette al petto. Appena lo scricciolo si accorse di non essere sola, girò la testa, mostrando i suoi due occhi grondanti di lacrime.

Ossa Fragili. (Come Nei Sogni)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora