Jimin.
Il viaggio di oggi è stato il più silenzioso. Non mi ha rivolto la parola, se ne sta qui da dieci minuti a disegnare. Metto le cuffie e guardo il paesaggio, magari il tempo riuscirà a passare.
-"Posso dipingerti?"
"Scusami, come?"
-"Ti ho chiesto se.."
"Ho capito cosa mi hai chiesto. Non mi saluti, ti siedi qui e ti metti a disegnare senza calcolarmi e mi chiedi all'improvviso di diventare un modello per un dipinto?"
-"Esatto."
"Tu sei fuori, sei matto."
-"Quindi? Il dipinto?"
"Dove e quando?"
-"Dopo le tue lezioni di danza, ti aspetto qui, alla stazione. Poi andiamo in un posto."
"Le mie lezioni finiscono alle quattro e mezza, sei sicuro di riuscirci oggi?"
-"Si, ho già in mente cosa fare. Tu non eri arrabbiato con me perché non ti ho salutato?"
"Si lo ero. Ma quando sei felice sembri carino, mi hai fatto tenerezza, anzi quasi pena."
-"Hmm, quindi ti faccio pena, eh confettino?"
"In questo momento si. Comunque, perché vorresti dipingermi?"
-"Che domande, sei uno splendore, come potrei non volerti dipingere?"
Mio dio è pazzo. Sono rosso dalla vergogna, non può essere così diretto. Voglio sprofondare.
-"Scherzavo confettino. Il professore ci ha dato una consegna, disegnare ciò che ci rende vivi. Così ho pensato. Per essere vivi si deve avere qualcuno per cui vivere no? Io ho pensato a te, quando ti parlo, o anche solo quando ti guardo, il mio cuore batte forte, quindi ho pensato, perché non dipingere quel bel confettino?"
Non sapevo cosa dirgli, ero agitatissimo ed emozionato. Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere.
"Anche tu mi fai battere il cuore, fortissimo."
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Il tuo volto in un dipinto. [jikook]
RomansShort story. Jimin e Jungkook prendono tutti i giorni lo stesso treno, cosa succederà se un giorno inizieranno a parlare? Capitoli brevi.