Capitolo 29

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Natale è andato e il giorno della partenza è arrivato. Damiano, nonostante la mia insistenza non mi ha voluto dire dove stiamo andando ma credo di poterlo intuire

"Pronta piccole'?" chiede mettendosi gli occhiali da sole con una mano mentre l'altra è già salda sul volante

"Prontissima!" annuncio dopo aver allacciato la cintura di sicurezza

"Allora si parte" mette in moto e io mi rilasso osservando Roma scorrere dal finestrino

Non vedo l'ora di passare un po' di tempo solo io e Damiano

"Arrivati!" urla Dem fermando la macchina

Come immaginavo siamo a casa in campagna, questo è il nostro posto

Portiamo tutte le valige in casa e apriamo le tapparelle, poi io mi metto a sistemare i vestiti nell'armadio mentre Damiano accende il camino

La figura alta e snella entra in camera, lo vedo con la coda dell'occhio mentre appendo una delle sue camicie

"Elena" mi chiama appoggiato allo stipite della porta con un sorriso in volto "Ti amo"

Appendo la gruccia e vado verso di lui con le braccia spalancate

"Sei la mia priorità, vieni prima di qualunque altra cosa, anche del successo" mormora

"Ti amo" sussurro osservando i suoi occhi

"Ora basta co' ste smancerie, andiamo a fare la spesa"

Ad un tratto le mani di Dem passano dai miei fianchi alle mie cosce e i miei piedi non toccano più terra

Scoppio a ridere mentre lui mi porta in macchina
come se fossi un sacco di patate

Mentre eravamo al supermercato a Dem è venuta un'idea malsana: fare la pizza in casa. Ovviamente nessuno dei due è in grado di farlo

"Se fai esplodere la cucina lo dici tu ai tuoi" lo avverto mentre cicco nel posacenere

"Shh, lasciami lavorare" si lagna mentre stende l'impasto

Scoppio in una piccola risata per la sua espressione concentratissima

"Nèna!" mi rimprovera ridendo a sua volta

"Amore, scusa, ma mi fai morire"

È completamente sporco di farina

"Ah si?" mi guarda con aria di sfida e poi con uno scatto mi prende in braccio e mi bacia

"Non saresti un bravo cuoco" mormoro staccandomi leggermente dalle sua labbra

"E perché?"

"Ti distrai troppo facilmente" rido indicando il disastro dietro di lui

Lascia che i miei piedi tocchino di nuovo terra e, dopo avermi sorriso torna a cucinare

"Quando ti arrenderai e deciderai che è il momento di ordinare qualcosa fammi un fischio" rido tornando in salotto

"Vedrai vedrai..." mormora

Il cellulare inizia a squillarmi, Vic

"Ciao Vi"

"A bella, come va? tutto bene?"

"Tutto bene. Voi? Oggi non avevate quell'incontro con il curatore della vostra immagine?"

"Si, tutto bene, non ci siamo detti nulla di che. Comunque io e te dobbiamo assolutamente vederci questa settimana, è troppo che non facciamo qualcosa solo noi due"

"Certo, quando vuoi" sorrido come un'idiota

Sono così felice che lei ci sia sempre per me nonostante tutto quello che sta succedendo

"Ora devo andare a cena con gli altri, ciao Ele, ti voglio bene"

"io di più!"

metto giù la telefonata ma resto comunque a fissare lo schermo per qualche secondo chiedendomi se le dimostro abbastanza l'amore che provo per lei

"Era l'amante?" scherza Damiano entrando nella stanza ancora tutto sporco di farina

"Eh si, mi hai beccata" gli reggo il gioco facendomi scappare una piccola risata

"Mh, come no" ride a sua volta per poi stringermi a se

"Sta succedendo qualcosa?" di solito non è così affettuoso senza un motivo

"Non posso venire qui a dimostra' affetto alla mia ragazza?!"

"certo che puoi ma è strano da parte tua" Osservo

Lui sospira e poi si stacca leggermente da me per guardarmi negli occhi

"Qualche giorno fa ho parlato con Nicolò" ammette mentre io per poco con mi strozzo con la saliva dalla sorpresa

"perché?"

"Avevo bisogno di un confronto con qualcuno che mi avrebbe detto la verità su cosa stesse succedendo tra di noi. Nico mi ha fatto notare una cosa che mi ha spaventato a morte"

"Cosa?"

"Mi ha fatto notare che quando quella sera sono venuto a prenderti in quella discoteca ho fatto una tipica scenata da Nicolò e lui mi ha ricordato che tu lo hai lasciato proprio per questo"

"Erano conteresti diversi" mi affretto a dire

Io non ci avevo neanche pensato

"Comunque mi ha fatto bene parlare con Nicolò, questo mi eviterà di diventare come lui"

"Comunque io ti ho capito quella sera, ho capito perché hai fatto tutto quello che hai fatto"

"Sapevo che avresti capito ma ho comunque sbagliato e voglio rimediare"

e che ce voi fa Damia' s'amamo nonostante tutto e sta cosa te manna fori de testa, perché nun la poi comanda' te

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