Il Primo Incontro

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Ero a scuola, e giravano voci che quel giorno sarebbe arrivata una ragazza nuova. Ovviamente ero curioso di sapere chi era così cercai di ascoltare il più possibile le voci che giravano, per raccogliere più informazioni.
-Jack- disse il mio migliore amico Alexis -La vedremo in classe se è nella nostra sezione, ora andiamo o il prof ci fa il culo- e si diresse verso l'aula con me e l'altro mio amico, Alessandro, dietro.
Dopo che tutti ebbimo preso posto, entrò il professore di Matematica che, come al solito, cominciò ad assegnarci una marea di esercizi. Passarono alcuni minuti quando il preside bussò alla nostra porta.
-Salve ragazzi- ci salutò e noi ci alzarmmo in piedi.
-Ragazzi oggi avrete una nuova compagna in classe- ed entrò una ragazza con capelli marrone scuro quasi nero, come i suoi occhi, alta e magra, vestita con jeans un po strappati e felpa bianca con il cappuccio.
Era bellissima. Quando lei incroció lo sguardo con il mio, provai un brivido su per la schiena. Abbassai lo sguardo e provai a concentrarmi su qualcos'altro.
-Lei è Valentina, si è trasferita dall'America a qui in Italia. Spero che ti troverai bene in questa classe- le disse il preside facendole un sorrisino.
-Lo spero anche io- disse il prof
-Bene vi lascio alla nuova compagna, arrivederci ragazzi- e se ne andò
-Allora, Valentina, giusto? Potresti dirci qualcosa di più su di te?- le disse il prof sendendosi alla cattedra.
Lei lo guardò con sguardo glaciale, quasi come se volesse ucciderlo con lo sguardo.
-Non credo che siamo all'asilo non crede professore? Quindi vediamo di insegnare a questi bambocci come si studia- si avvicinò al banco di Alessandro e gli prese il libro di Matematica -Tipo, professore, non credo che questo libro serva nella vita quindi- prese le forbici, lanciò il libro in aria e gli tagliò la pagina che, per fortuna, non era una pagina con degli esercizi.
-Signorina...-
-The Killer- finì la nuova compagna per il prof. The Killer, avevo già sentito quel nome ma siccome ero troppo preso a guardarla prendere per i fondelli il prof non ero in grado di pensare, poi proprio in quel momento così divertente.
-Signorina The Killer! Si rende conto di quello che sta facendo? Non era il suo libro e anche se lo era non doveva farlo!-
La nuova alunna rise di buon gusto alle parole del prof, talmente di buon gusto che li puntò le forbici alla gola. Il professore sussultó al tocco della lama con la gola che cominciò a sudare freddo
-Mi chiami Nina, professor. Misonocadutiicapelli- gli sorrise e tolse le forbici dalla gola -Ora mi dica...qual'è il mio posto in questo bordello?- il professore ancora tutto tremante le indicò il posto vicino a me. Aspetta VICINO A ME?!?! Non sapevo se avere paura o ansia, cioè poteva puntarmi una forbice e uccidermi!
Nina,così ha detto di essere chiamata, si diresse verso di me e si sedette al suo posto. Io non la guardai anzi rimasi fermo, immobile a guardare il vuoto, con la paura che mi accoltellasse
-Tranquillo non mordo- mi disse guardandomi con un sorriso rassicurante, la guardai con più attenzione: capelli marroni un po mossi, occhi marrone scuro molto attraenti, labbra rosee perfette, lei è perfetta. Wow... pensai
-Ehm...va bene- gli feci un piccolo sorriso
-Bene, quindi rilassati- mi disse e così feci.
Passai la lezione tranquillo, beh io ero tranquillo
-Be...BENE ra...RAGAZZI....o...OGGI....im....IMPAREREMO....le...LE....e...ESPRESSIONI....co....CON....le....le...LETTERE!- il prof parlava così dallo shock di quella mattina e io e la mia nuova compagna di banco ridevamo sotto i baffi.
In fondo non era male Nina se non la provocavi.
Finita anche quella giornata mi diressi verso casa a piedi, e intanto ascoltavo Worldwide dei Big Time Rush e, non so perché, mentre ascoltavo questa canzone pensavo a Nina, alle sue labbra, al suo carattere deciso. Non so che mi prese perché poi più la pensavo e intanto sorridevo, Ma che mi prende? Pensai mentre camminavo verso casa. Arrivato davanti casa non feci tempo a prendere le chiavi che fui spinto contro un muro
-Bene bene...ecco il nostro Giacomuccio, che c'è eh? Hai paura?- disse Andrea mentre mi tirava un pugno sul naso. Andrea era un ragazzo di 16 anni, è stato bocciato 3 volte in 1° superiore, è sempre stato geloso di me solo perché andavo bene a scuola e non avevo problemi in famiglia perché, al contrario di lui, io non avevo una madre prostituta e un padre drogato. Andrea era un ragazzo alto, abbastanza muscoloso e con un carattere di merda.
-Cosa vuoi ancora Andrea?- chiesi mentre mi tenevo il naso che intanto sanguinava
-Hahaha ancora non lo hai capito Jack?!- mi prese per il colletto della camicia e mi spinse contro il muro -Voglio tutto quello che hai, soldi, macchine, ragazze- non ero il playboy della scuola ma tutte le ragazze mi venivano dietro beh non proprio tutte, ma a me non fregava molto.
-Andrea....tu avresti la mia vita se migliorarssi il carattere...- mi tirò un pugno nello stomaco e io caddi a terra in preda al dolore
-Cambiare non serve a niente Jack! E tu lo sai!- mi prese il portafogli, tirò fuori i miei soldi e poi se ne andò lasciandomi li. Non riuscivo a muovermi fino a quando non arrivò qualcuno con il cappuccio in testa, Quella felpa...io lo già vista
La figura mi guardò e poi iniziò a avvicinarsi a me e io poi non vidi più nulla.

Innamorato di una CreepypastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora