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In una fredda sera d'inverno la luna era la sola che illuminava Roma, o più precisamente i due ragazzi che si trovavano negli studi della Mediaset.
Erano i primi di dicembre quindi nel cortile della casetta non faceva esattamente caldo, ma Luigi sentiva di stare alle Maldive.

La chiacchierata avuta fin'ora con Serena non gli aveva di certo chiarito le idee, anzi se possibile si sentiva più incasinato di prima. Non le faceva una colpa, ma anche se avesse voluto parlare con Alex come avrebbe mai dovuto iniziare la conversazione?
Era un argomento per il quale si sarebbe dovuto preparare un discorso prima ed ora avere davanti a lui proprio la causa dei suoi pensieri, non lo aiutava di certo.

"Cosa ci fai qui Alessandro?"

Domandò allora accendendo un'altra sigaretta, cercando di smorzare un po' quella tensione insolita che si era creata.
Di solito con Alex accanto sentiva i brividi, ovviamente, ma quella tensione tra i due era del tutto nuova e di certo non lo aiutava.

"Sono diventato Alessandro adesso? Quale sarà il prossimo passo, chiamarmi per cognome Strangis?"

Lo canzonò il più grande, sedendosi nel posto in cui sedeva prima Serena.

"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, Rina"

Rispose allora Luigi facendo un tiro dalla sigaretta per poi buttare fuori il fumo.

"Volevo stare con te in realtà."

La risposta lasciò Luigi spiazzato. Le farfalle si ripresentarono all'istante e le orecchie iniziarono a farsi rosse. Sperava con tutto se stesso che la luce della luna non lo tradisse e che il ragazzo al suo fianco non se ne accorgesse.

"E poi non avrei mai potuto rinunciare a questa" continuò Alex, rubando la sigaretta dalle mani di Luigi, ancora preso a combattere con se stesso per non rendere palese l'effetto che Alex aveva su di lui.

"Ah, ecco la vera ragione per cui sei qui." Affermò Luigi con un filo di amarezza nella voce. In un certo senso ci sperava che Alex fosse lì con lui perché aveva voglia di stare insieme, non per una semplice sigaretta. Si voltò a guardarlo in attesa di una risposta, ma il solo vederlo lì accanto a lui, aspirare il fumo dalla sigaretta per poi buttarlo fuori, illuminato dai raggi della luna, Luigi era letteralmente incantato da lui.

Non era possibile che tutto in quel ragazzo fosse dannatamente perfetto. Serena per quel suo fissarlo l'avrebbe definito "sottone", ma quando hai davanti a te una divinità come Alessandro Rina, era impossibile non rimanerne incantati.

"Mi consumi Strangis" ridacchiò Alex cogliendo il calabrese in flagrante e se prima il rosso in volto era poco evidente, adesso i raggi della luna traditrice lo illuminavano permettendo anche ad Alex di vedere l'imbarazzo che Luigi provava in quel momento.

Il moro cercò di mantenere un po' della dignità andata perduta strappando la sua sigaretta dalle mani dell'altro e aspirandone così tanta da rimanere quasi senza fiato per la seconda volta. Questa volta era il turno di Alex nel restare fermo ad ammirare Luigi.

"Mi consumi Rina" ripetè Luigi con lo stesso tono di voce di Alex, prendendolo in giro. Lui gli sorrise di rimando, in maniera dolce.

"Che pezzi ti hanno assegnato questa settimana?" decise di domandare allora Luigi, per evitare quel dannato silenzio che per quanto di solito lo facesse sentire in pace, insieme ad Alex diventava impovvisamente TROPPO.

"Devo preparare 'Quello che per me è importante', probabilmente la canterò in puntata"

"Davvero?! Io amo quella canzone" risposi emozionato voltandomi verso di lui e soffiandogli per sbaglio del fumo sul volto. Si insultò mentalmente di nuovo, ma a vederlo Alex non sembrava disturbato da ciò. Anzi, fece una domanda che lasciò Luigi ancora più spiazzato, con lo stomaco che esplodeva per le farfalle.

"E per te Luigi, cos'è importante?" Lo disse con una voce così seria, profonda e con uno sguardo per il quale Luigi sarebbe potuto morire seduta stante.  Il cervello era totalmente scollegato tanto da non riuscire a mettere in fila due parole. 

Dopo 5 minuti di silenzio Alex gli sorrise di nuovo e accarezzandogli i capelli si alzò da quei divanetti e sussurrò "Pensaci, non è necessario che ti mi risponda ora."

E detto questo si allontanò rientrando anche lui in casetta andando probabilmente nel suo letto a dormire. 

Luigi invece rimase solo su quei dannati divanetti per un'altra ora almeno, pensando e ripensando su quella fatidica domanda fatta da Alex.

"E per te Luigi, cos'è importante?"



I want to write you a Song - Stryse (PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora