La festa di Natale

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Londra, 22 Dicembre 1890

L'aria gelida di Dicembre coloriva di un rosso acceso i volti dei passanti lungo Regents Street. Il Natale era alle porte e tutto sembrava più felice e luminoso nonostante il freddo polare delle ultime settimane.
Josephine Cliffer camminava a passo svelto con sua madre in cerca di guanti in pizzo che avrebbe indossato quella sera stessa. Per una giovane donna di diciotto anni quel genere di feste rappresentavano il bigliettino da visita per un eventuale matrimonio. Doveva essere impeccabile.
Claudette Cliffer entrò nell'elegante boutique di Angela Laudette, stilista molto conosciuta tra i salotti della Londra perbene, a passo svelto e con mosse eleganti indicò a mademoiselle Angela i guanti in pizzo per la figlia e un nastro rosa per la piccola di casa, Rebecca.
Josephine rimase incantata nel vedere l'abito di alta sartoria che mademoiselle Angela stava confezionando quella sera. Era verde scuro, con un bellissimo nastro di seta a segnare il punto vita. Sul fianco destro spuntava una farfalla argento, piccola ma deliziosa.

<<Oh cielo, madre! Quest'abito è incantevole!>> tuonò Josephine, gli occhi verdi saettavano da una parte all'altra cercando l'approvazione di sua madre.
<<Direi che è notevole, ma troppo elegante per una giovane come te, mia cara>> incalzò la madre.
<<Oh si! dolce Josephine è un colore he non si addice ad una giovane e fresca fanciulla come, il rosa pallido è un colore che ti dona e più adatto alla tuà età>> disse mademoiselle Angela.

Josephine continuava a fissare l'abito sognando il giorno in cui avrebbe potuto indossare creazioni di quel genere.

<< Bene, lady Claudette credo di aver preso tutto ciò che occorre per stasera, sono sicura che sarete splendide! >> conluse Angela con un gran sorriso fissando Josephine.

Dopo aver pagato le due donne Cliffer andarono dirette verso la sala da the in fondo alla strada, era ancora presto per tornare a casa e prepararsi per il grande evento e due chiacchiere in società era quello che ci voleva per perdere un pò di tempo.
Varcata la soglia del salone le due donne vennero accolte dal direttore di sala Nicholas Potter, figlio di Lauren Potter proprietaria della sala da the, donna elegantissima e particolarmente nota in città per aver lasciato Londra ed essersi rifugiata nelle campagne inglesi non appena raggiunse l'età di Novanta anni.
Sedute nei tavoli a sinistra ecco che videro le figlie maggiori dei Collins, famiglia nobile e molto apparascente. La nonna Grace Collins nonostante l'età amava vestire abiti piuttosto vistosi durante le feste dei più rinomati salotti della Londra nobile.

<<Cielo, Josephine allunga il passo o metà della sala chiederà se tu fratello Edward sarà presente al ballo di questa sera>> disse a bassa voce Claudette.

Edward, il maggiore dei figli dei Cliffer, medico e scapolo, non amava particolarmente quel genere di eventi mondani. Trovava i balli una perdita di tempo e sosteneva che la socializzazione potesse avvenire in altri modi senza dover indossare stupidi abiti da ballo e mangiare cibi insipidi.
Josephine adorava il fratello nonostante il carattere inaccessibile e scontroso, era sicura che dietro i suoi occhi verdi si nascondesse un'animo nobile e sensibile.
Le due scelsero un tavolo appartato e vicino alla grande vetrata a mosaico che illuminava il volto della dolce Josephine, i capelli castani splendevano sotto quella luce. I grandi occhi verdi piroettavano tra una testa e l'altra della sala gremita, salutò con la mano Ella, la sua fidata amica e confidente dalla tenera età di 4 anni. Ella Law, figlia di Peter Law notaio, era la più piccola della famiglia, ragazza sensibile e dotata di ottimi gusti in fatto di moda, caratteristica poco apprezzata dal padre di famiglia, uomo assai arrogante e altezzoso.
Il vestito azzurro di Ella spiccava in mezzo alle tinte pacate e spente di quell'elegante salotto londinese, come a rallegrare il clima generale. Quella sera le due avrebbero dato sfogo ai mille pettegolezzi raccolti durante la settimana.

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