Josephine con il suo discorso aveva apertamente dichiarato guerra a Rose, un duello che avrebbe visto una sola vincitrice far breccia nel cuore di Cotton.
La sala si muoveva in danze eterne, i violini e il pianoforte non davano tregua, scorse finalmente Cotton, nel suo abito scuro, vicino a due uomini, uno era il padre, l'altro più giovane, aveva l'aria di chi voleva essere da tutt'altra parte.
Quando il padre fece cennò a Cotton, il ragazzo si girò e alla vista di Jospehine il volto si illuminò. Si avvicinò alla ragazza velocemente come irretito dal canto di una sirena, era evidente, Cotton era attratto da Josephine.
<<Oh eccoti, tua madre ti stava cercando...tutto bene Josephine? sei molto pallida e sudata>>
<<Oh beh un colpo di calore, sai tutto questo ballare...mi accompagneresti in una stanza meno affollata, così che possa rimprendermi?>> chiese la giovane
<<Assolutamente sì, vieni..>> e con grazia la accompagnò nelle altre stanze della casa.
<<Vedo che conosci bene la dimora, ti sai muovere in modo sicuro>> indagò Josephine
<<Si sai io e Rose siamo parenti e questa casa la frequento da quando siamo piccoli, io e Ronald conosciamo molti nascondigli, ci dilettavamo a fare scherzi alla povera Rose, deve averci detestato>> rispose
La parola odio non era certamente ciò che provava Rose nei confronti di Cotton, il desiderio e la lussuria erano tratti più affini a ciò che la cugina nutriva nei confronti di Cotton, del tutto ignaro di ciò Rose stava architettando.
Josephine si sedette sul divanetto in raso posto al centro della stanza, Cotton le sedette accanto con la fronte crucciata osservava la ragazza.
Calò il silenzio interrotto da Cotton
<<Jospehine, vorrei esser chiaro con te, in questi mesi non ho avuto modo di dirti...certe cose...ma rivederti il giorno del tuo compleanno...mi ha fatto capire quanto io tenga a te, so che le nostre frequentazioni sono state sempre all'interno di contesti come feste, balli...ma vorrei approfondire la conoscenza...non ho smesso di pensarti da quel giorno...>>.
Quelle parole furono come un fulmine a ciel sereno, Josephine sentì il cuore battere velocemente, e in un attimo senza ragionare, prese il volto del ragazzo e lo baciò appassionatamente. Fu come lo scoppio di un incendio in una foresta, Cotton si avvinghiò lasciandosi trasportare dalle emozioni, fu un bacio intenso, profondo, disperato, come se quel momento fosse stato atteso da anni, secoli.
Quando si fermarono a tutti e due mancava il respiro, Josephine si rese conto solo all'ora di quanto fosse diventato affascinante Cotton. Vederlo a quella distanza le fece notare anche i più piccoli particolari, come ad esempio la cicatrice sul mento e le labbra carnose e morbide, il naso dritto, la barba appena fatta. Sapeva di buono, un profumo probabilmente acquistato in Francia durante i viaggi con lo zio.
Le spalle larghe, le braccia sode la tenevano stretta
<<Non penso di volerti lasciar più andare via da me...dopo questo...penso che io e te dovremmo pensare seriamente alla situazione, se tu vorrai...>> disse Cotton serio.
Jospehine lo interruppe dandogli un altro bacio più casto
<<Non penso che ti lacerò facilmente gironzolare da solo in mezzo a tutte quelle fanciulle nella sala da ballo>> rispose divertita Jospehine.
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I Cliffer
RomanceLondra 1890, la famiglia Cliffer è una nota famiglia dell'alta borghesia londinese. Dietro alle vite tranquille di questa famiglia si celano segreti, scandali, amori, tragedie. Ma tutto ha inizio durante un ballo poco prima di Natale, il corpo di u...