L'incontro

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Josephine decise di raccontare tutto a Rebecca, di Cotton, del bacio e di Rose.
La sorella non si meraviglò nel sentire come Rose aveva trattato Josephine al ballo, aveva capito perfettamente l'indole della ragazza, quella donna non portava nulla di buono.
Rebecca fu felice di coprire Josephine, quel pomeriggio si inventò un mal di testa pur di lasciarla sola a camminare verso il paese.
Josephine era agitata, euforicanel mentre che camminava verso il paese. Non vedeva l'ora di rivedere Cotton e parlargli.
Vide Cotton raggiungerla, gli andò incontro, il ragazzo la fissava sorridendo.
<<Eccola...la mia bellissima Josephine...>> disse caldamente Cotton << Vieni, passeggiamo da questa parte>> disse porgendole il braccio.
La stradina portava verso i campi arati del paese, l'odore degli alberi in fiore, il verde della pianura, un gregge di pecore pascolava in sotofondo. Era tutto così tranquillo, lontano dai brutti ricordi di Londra, sebbene il pensiero di Edward fosse sempre presente.
<<Josephine, tra due giorni devo esser a Londra per affari, purtroppo la mia presenza è opportuna...una volta tornata a Londra andrò da tuo padre e gli chiederò la tua mano...so che un matrimonio è l'ultimo dei vostri pensieri, lo celebreremo non appena tu fratello sarà scarcerato, chiederò aiuto a mio padre se sarà necessario...ha conoscenze tra i giudici londinesi...cercheremo di velocizzare le indagini e porre fine a questa sciagura...fidati di me>>
Le parole rassicuranti di Cotton furono miele per Josephine, finalmente qualcuno che la rassicurava e la faceva sentire protetta, sarebbe stato un ottimo marito, un amorevole compagno di vita.
Passeggiarono mano nella mano, ad un tratto Cotton le prese il volto e la baciò con ardore, le labbra morbide di lui, il profumo fresco della pelle, il corpo forte e giovane che la stringeva.
Ad un certo punto sentirono un rumore in lontanza, due cavalli giunsero galoppando verso di loro, erano di Rose e Ronald.
<<Buon pomeriggio, stranieri!>> disse Ronald per nulla turbato dal fatto che il cugino fosse solo con Josephine
Rose aveva il volto nero di rabbia, i suoi occhi marroni fissavano Josephine.
<<Cotton, cosa ci fai da solo con Josephine, è sconveniente e disdicevole trovarvi qui in mezzo ai campi! Tuo padre andrebbe su tutte le furie!>> disse acida Rose, i capelli spettinati dalla cavalcata la facevano sembrare ancora più arcigna.
<<Non credo, Rose... ti rimembro che sono adulto e che mi è concesso frequentare chi voglio e come voglio...non credo siano affari tuoi quello che faccio nel mio privato...ti rammento che la scorsa primavera tuo padre ha trovato te e Samuel Lee in atti sconvenienti durante un ballo...credi che in famiglia certe cose non si sappiano? Purtoppo le cameriere parlano...dovresti saperlo...>> disse secco Cotton.
Rose rimase in silenzio, non avrebbe mai immaginato che anche Cotton fosse al corrente del fatto accaduto mesi prima, aveva pregato il padre e la madre di non parlarne ad anima viva.
Ferita nell'orgoglio tirò le redini del suo cavallo e con maestria andò via senza dire una parola. Josephine provò pena per lei, nonostante poche sere prima l'avesse umiliata e minacciata. L'animo buono e puro di Josephine ancora una volta si fece spazio in mezzo a tutte quelle bugie.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 30, 2022 ⏰

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