Connor's self-destruction/ an italian D:BH fanfiction

4.Cadendo

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3RrOR

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Cosa...?

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RICHIESTA SOVRASCRIZIONE COMANDO DA REMOTO

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No...Ti prego

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IDENTIFICAZIONE:

AMANDA

IA

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Non di nuovo....

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C0M4NDO ACC3TTATO

SOVRASCRIZIONE...

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Perché...

Perché non posso muovermi?

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AUTODISTRUZIONE SOSPESA

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-Connor?- La prima voce che sente dopo che il countdown è finito, è quella di Hank, preoccupata e tremante, poi lo schermo blu scompare aprendogli una finestra opaca e scura sul mondo attorno a lui, sbatte le palpebre velocemente, smarrito. Dovrebbe essere morto. Connor sposta lo sguardo con calma, osserva il viso di North, le sopracciglia alzate dallo stupore, la bocca socchiusa aspettando, gli occhi lucidi, un piede avanti, pronta a scattare. Accanto a lei, Markus, le lacrime costellano le sue guance arrossate, gli occhi spalancati dal terrore. Hank, a pochi passi da lui, ha le lacrime agli occhi, le mani tese verso di lui, tremanti. Josh e Simon sono indietro, che osservano ansiosi. Connor chiude lentamente gli occhi, poi li riapre, il mondo sembra crollare all'improvviso girando furiosamente attorno a lui, le orecchie fischiano mentre un nodo si attorciglia nella sua gola strozzandolo, le gambe improvvisamente deboli sembrano di gelatina mentre cerca di rimanere in equilibrio. La testa pulsa mandando ondate di dolore acuto che attraversano le ossa di Connor raggiungendo i piedi, può sentire l'elettricità scoppiettare appena dietro gli occhi, facendo peggiorare le vertigini.

-Io...Non posso- si sente mormorare Connor, la sua voce elettrica e bassa, ondeggia leggermente sul cornicione mentre alza lo sguardo verso Markus, poi aggiunge: -lei...Non mi lascia...Essere...Libero- può vedere la realizzazione brillare negli occhi di Markus, ha capito. Un peso si solleva dal petto di Connor facendo battere più velocemente il cuore, che però balbetta dolorosamente, piccole fitte bianche si spandono nel petto mentre un piccolo avviso arriva nella visuale periferica di Connor, ma non lo legge, troppo impegnato a restare in piedi mentre un'ondata di vertigini lo assale, il mondo si sdoppia tentando di far cedere il deviante. Il terreno sarebbe comodo per fermare il mondo che si ribalta attorno a lui. Connor ondeggia molto più forte di prima, rendendo visibile la sua instabilità, sbatte le palpebre confuso, la sua reattività è lenta, i suoi pensieri densi. Hank muove le mani in aria volendo afferrare Connor, ma non ha il coraggio di fare un passo avanti, così si morde il labbro inferiore per poi dire: -Connor, allontanati dal bordo...Forza- Connor si sbilancia leggermente di lato mentre borbotta con voce spenta: -non...Riesco a...Muovermi- le parole escono più confuse e sfocate di quanto Connor avesse calcolato, chiedendosi se Hank lo abbia capito. I suoi occhi si socchiudono stanchi, i suoni sono sempre più distanti, mentre il suo corpo diventa più pesante ed insensibile, sente il proprio corpo oscillare pericolosamente oltre il bordo, un urlo, poi il vuoto sotto di sé. Sta cadendo.

Hank schiocca le labbra mentre Connor sbanda verso il cornicione, "sta per svenire" pensa vagamente consapevole il detective, "cadrà", le gambe prima paralizzate si attivano improvvisamente, così scatta verso il suo partner, in un attimo afferra la giacca di Connor prendendolo prima che cadesse, lo tira a sé con forza febbrile, fa qualche passo indietro mentre Connor resta immobile, tra le sue braccia, svenuto. Hank si lascia scivolare lentamente in ginocchio sul cemento, portando con sé Connor. Lo tiene stretto a sé, con calma sposta un ciuffo ribelle dalla fronte del deviante mentre sussurra: -va tutto bene...è finita- il led di Connor lampeggia lentamente, il rosso si attenua un attimo, per poi ravvivarsi, poi diventa di nuovo debole, quasi invisibile, così i giri si ripetono, sempre più lentamente. Markus si è inginocchiato accanto a lui, ma non sente ciò che dice, i suoi respiri tremanti ricoprono ogni altro rumore, non può perdere un altro figlio.

Markus si precipita sul terreno accanto ad Hank, controllando il led di Connor, scansionandolo velocemente una marea di errori compaiono nella sua mente, i livelli di temperatura sono critici, si è surriscaldato per i livelli di stress troppo alti...Ma anche per qualcos'altro...Sembra quasi...Una specie di autodistruzione alternativa, il surriscaldamento sta distruggendo tutti i biocomponenti di Connor...Amanda non gli ha permesso di autodistruggersi, così il suo corpo lo sta facendo per lui. Markus viene riportato alla realtà dal grido strozzato di North che lo chiama. Il leader annuisce lentamente mentre lancia ordini sparsi, si sente distante, insensibile mentre sposta di forza Hank, costringendo l'uomo a lasciare andare Connor. Hank sbraita qualcosa mentre le lacrime cadono libere, Markus urla di rimando, ma non sente ciò che dice, si limita a spintonare l'umano, Josh si intromette dando il tempo a Markus di allontanarsi dall'umano, si inginocchia accanto al deviante incosciente, con calma posiziona un braccio sotto le ginocchia di Connor, l'altro sulla schiena prendendo in braccio il deviante. La testa di Connor ciondola mollemente sul petto di Markus, il corpo rilassato brucia contro il deviante che lo stringe a sé alzandosi, con un cenno del capo verso i suoi amici si fa aprire la porta, così si fionda velocemente all'interno dell'edificio. Deve portare Connor in infermeria, il prima possibile.

Markus appoggia velocemente il corpo bruciante di Connor su una barella, Simon si fionda vicino al letto tirando con se un monitor, pronto a lavorare sul suo nuovo paziente. Markus guarda da lontano, pensando. Non è giusto. Connor si merita di essere libero, come tutti. Doveva capirlo prima. Perché non ha potuto vederlo arrivare? Adesso che sa la verità, che Connor non può essere libero, non del tutto, si sente stupido, era così ovvio che ci fosse qualcosa di sbagliato in lui. Il deviante non ha mai davvero espresso un'emozione diversa dal senso del dovere, completare le sue missioni. Certo, Connor ha deviato, è libero, ma non fisicamente, Amanda lo può ancora controllare, non come prima, ma ha ancora potere su di lui. Deve trovare un modo per buttarla fuori dalla sua testa. Il prima possibile.