Capitolo 9

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"Cas davvero, non ce n'è bisogno"

"Sì invece"

"Avanti, non succederà di nuovo"

"Non puoi saperlo"

"Sono sempre stato... ahi!"

"Sta fermo"

Dean sbuffò, riportando il viso vicino alle mani dell'altro. Erano seduti sul divano, la luce arancione del tramonto che filtrava dalle finestre. Castiel gli teneva il viso fermo con una mano, mentre con l'altra cercava di disinfettare la ferita sulla fronte. Era passata qualche settimana da 'l'incidente', come Dean lo obbligava a chiamarlo (il moro credeva che 'aggressione' fosse molto più appropriato), il suo viso si era finalmente sgonfiato, i lividi erano ancora visibili, anche se in quel momento nascosti da un pesante strato di trucco. Stava bene, se non per quella stupida ferita che aveva deciso di infettarsi, ma questo ovviamente non lo aveva fermato dall'accettare una serata al locale. Avevano avuto una lunga discussione al riguardo, Castiel insisteva sul fatto che non fosse ancora guarito del tutto, e che non era un problema per lui anticipargli i soldi, ma l'altro non volle saperne.

Il moro aveva finito per cedere, ma su un punto era intransigente: non ci sarebbe andato da solo.

Aveva lo sguardo serio, e cercava veramente di mantenerlo mentre l'altro non faceva che sorridergli con fare provocatorio

"Credevo che uno il cui soprannome è 'mani di fata' fosse più delicato"

Castiel alzò gli occhi al cielo, maledicendosi ancora per aver lasciato Dean e Cox nella stessa stanza

"Forse se qualcuno fosse stato più attento ora non dovrei nemmeno occuparmi delle sue ferite, visto che dovrebbero essere già guarite"

Rimase concentrato sul suo lavoro, si impose categoricamente di non farsi distrarre da quei bellissimi e maliziosi occhi verdi, circondati di matita nera, che aveva scoperto essere la sua debolezza

"Oh avanti, tu adori occuparti di me"

Cas si fermò, la mascella serrata

"No... lo odio"

Dean sgranò gli occhi, lo vide irrigidirsi

Il ragazzo lo guardò con dolcezza, gli prese il viso fra le mani e lo avvicinò a sé per un lungo bacio

"Odio sapere che stai soffrendo, odio che tu sia in pericolo, odio che tu non sia felice..."

Dean sorrise, accarezzandogli il viso con le nocche

"Chi ha detto che non sono felice?"

E le loro labbra si unirono di nuovo, avvinghiandosi e cercandosi, come si cerca l'ossigeno, le mani che esploravano il corpo l'uno dell'altro. Anche quando si staccarono rimasero a fissarsi negli occhi per troppo tempo prima di tronare alla realtà. Cas finì di disinfettarlo per poi coprire la ferita con un cerotto (anche su quello avevano avuto una discussione, ma Castiel gli aveva impedito di coprire anche quella col trucco)

"Ok, allora io vado..."

Cas lo prese per un polso trattenendolo con forza. Non dovette dire niente, lui aveva già capito, infatti sospirò esasperato

"Cas..."

"Non ti lascio andare da solo"

"Me la sono sempre cavata bene da solo"

Castiel alzò un sopracciglio, uno sguardo di sufficienza

"Ok, quasi sempre"

"Bè, io sono qui per rimediare a quel 'quasi'"

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