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Day 59

  Le due ragazze saltarono in aria quando, in piena notte, qualcuno bussò  violentemente alla loro porta, svegliandole. Si alzarono in fretta dal  letto, barcollanti, e con il cuore che batteva forte nel petto.
Aerin  corse alla porta, barcollando, e l'aprì. Spalancò le palpebre sorpresa  quando vide gli occhi azzurri di Shaw, con ancora indosso il pigiama e i  capelli arruffati, mentre si passava una mano sul volto.
- Che  succede? - chiese schiarendosi la voce. L'osservò mentre, con ancora la  forma del cuscino stampato sulla guancia, tratteneva uno sbadiglio. Lo  trovò tenero.
- Dobbiamo andare in sala conferenze. - rispose accennando un sorriso e facendo spallucce.
Subito dopo Iseul si affacciò dalla porta e guardò Shaw, sorpresa e infastidita.
- Che vuoi? Non ci puoi entrare qui nel dormitorio femminile. - disse sistemandosi la frangia con le dita.
Shaw sollevò gli occhi al cielo e provò a ignorarla, ma poi rispose.
-  Me lo ha chiesto Loen di venire a chiamarvi. E mi ha chiesto di dirti  di infilarti una felpa perché sotto fa freddo. - sbuffò e poi la vide  arrossire. - Ci stai provando con lui per caso? Non fa altro che parlare  di te ultimamente, che palle.
- Davvero? - chiese emozionata Iseul,  mentre si infilava una felpa. - E non ci provo con lui! - continuò  accigliandosi. Alzò leggermente il tono di voce, attirando ancora di più  l'attenzione delle ragazze fuori, già curiose per la presenza del  ragazzo.
Shaw, nel frattempo, entrò dentro la stanza, sedendosi sul  letto di Aerin. La vide mentre nascondeva sotto le lenzuola della  biancheria e sorrise intenerito, distogliendo quasi subito lo sguardo.
- Aerin, mettila anche tu una felpa. - aggiunse.
- Certo. - sorrise dolce la ragazza. Scambiò un'occhiata con Shaw e poi si allontanò verso l'armadio.
Iseul  lo raggiunse, sedendosi accanto a lui. Si avvicinò al viso di Shaw, che  a quel gesto si fece indietro, e si guardarono negli occhi.
- Perché non è venuto lui stesso? - chiese poi, mordendosi il labbro inferiore.
- E che ne so, chiedilo a lui. - rispose il ragazzo alzandosi dal letto. - Suppongo che non voleva venire.
Iseul  gli fece una smorfia e poi andò a infilarsi le scarpe, imitando Aerin.  Si sollevò il cappuccio della felpa e poi nascose le mani dentro la  tasca enorme.
- Sono pronta! - esclamò Aerin, sorridendo. - Andiamo. - si incamminò verso la porta e l'aprì.

  Rispetto a qualche minuto prima, adesso nel corridoio c'era molto più  movimento e un mormorio continuo. Quando tutti e tre uscirono dalla  stanza, qualche altra ragazza guardò Shaw con l'espressione sorpresa e  poi osservarono le due ragazze con espressione invidiosa.
- Siamo stati chiamati tutti? - chiese Aerin sorpresa, chiudendo la porta a chiave.
- Sì. Ma non so perché. - rispose Shaw, mettendosi accanto a lei.
Iseul  iniziò a camminare, superandoli, accucciandosi nella felpa. Subito dopo  anche gli altri due la seguirono, unendosi alla flotta di reclute  dirette alla sala conferenze situata nel freddo seminterrato della  struttura.

Quando  entrarono nella sala conferenze, alcune reclute erano già sedute nei  divanetti davanti. Gli insegnanti, vestiti tutti con una comoda tuta,  sedevano dietro il grande tavolo posto sul palchetto. Tranne Claes che  invece se ne stava seduto direttamente sopra il tavolo, accanto a Hyun, e  dando le spalle a tutti.
Iseul lo vide subito, riconoscendo i suoi  scuri capelli ondulati. Il poco viso che riuscì a vedere da quel punto e  la sua fossetta spuntargli sul volto, le fecero venire le farfalle  nello stomaco. Iniziò a camminare verso i posti davanti, facendosi  spazio tra le persone, quasi spingendole pur di prendere posto il più  vicino possibile a lui.
- Shaw, seguimi! - disse sparendo tra le persone.
- È facile dirlo quando si è della tua statura. - mormorò, mettendosi in punta di piedi per ritrovarla. - Vieni, Aerin.
-  Ti seguo. - disse avvicinandosi alla sua schiena, gli afferrò  leggermente la felpa per non perderlo. Ma Shaw le prese la mano, tenendo  salda la presa e la tirò delicatamente davanti a sé; Aerin girò la  testa verso il ragazzo e gli sorrise grata. Lui le scompigliò i capelli  neri e mise le mani sulle sue spalle, guidandola verso Iseul, che si era  già seduta.

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