Per un attimo fu come se la vita avesse smesso di scorrere nelle mie vene, per poi rinascere come una nuova forma ed energia che percorreva ogni fibra del mio corpo. Portando con sé una nuova forma di vita primitiva. Ma più la mia forma animale prendeva forma, più aumentava anche la consapevolezza che ogni cosa da quel momento in poi tutto sarebbe cambiato ti nella mia vita.
"Così diversa... sono come un difetto". Il cervello continuava a pronunciare quel pensiero. Era cambiato tutto nel giro di qualche ora, il richiamo della prima luna era un momento magico... la prima trasformazione, la liberazione da quella pelle che non ci apparteneva, che ci intrappolava in una forma maledetta, ma per me la trasformazione era... la prova che non ero come nessun'altro, fissare il mio riflesso faceva male...
Ogni giorno speravo di appartenere di più a questo mondo che a qualsiasi altro. La verità faceva più male che una lama affilata, non assomiglio a mia madre...
Non sarei mai stata accettata, non come una di loro al cento per cento. Mi avrebbero sempre vista come la figlia bastarda, un errore che camminava, un incubo che non doveva esistere e che non sarebbe sparito fino a quando qualcuno non avrebbe posto fine a tutto.
Non mi resi conto di aver pianto fino a quando una goccia non toccò l'acqua in cui mi stavo specchiando. Il mio manto bianco iniziò a perdersi nella increspatura lasciando una macchia informe sull'acqua, d'istinto distolsi lo sguardo per riportarlo alla luna, splendeva piena e fiera nel cielo notturno senza una nuvola a rovinare la sua luce vitale. La sua energia arcana scorreva in me, il richiamo alla caccia e alla libertà risuonava nel mio cuore forte come una canzone che ti guida e ti sprona a non mollare, anche se la verità mi continuava a risuonare in testa. Io ero l'errore di una notte, nessuno mi avrebbe mai voluto bene.
Iniziai a camminare verso la foresta, la direzione opposta alle luci soffuse di quella che fino a quella sera avevo considerato casa mia. Ma ora quella non era casa, quel pensiero fece sgorgare altre lacrime. Il dolore che ne seguì fu atroce, la consapevolezza di non avere più una casa lacerò la mia anima come un'enorme cicatrice. Non l'avevo scelto io, non era colpa mia ma di mia madre e mio padre, erano loro che avevano giocato con la mia vita.Sono la loro unica figlia, il loro errore vivente, era meglio non essere nata... Un rumore di passi dal profondo della foresta mi fece destare dai mei pensieri. Quando alzai lo sguardo, che cadde a qualche passo di distanza da me, c'era un cervo, illuminato dai tenui raggi di luna che filtravano nel sottobosco facendo risplendere il suo manto. Era argentato e dove la luce lunare colpiva il suo splendido manto si creavano delle macchie bianche come le stelle in un cielo notturno, i suoi occhi erano così scuri che sembravano neri e le sue enormi corna risaltavano imponenti sulla sua figura.
Non mi resi conto che il tempo stava passando fino a quando il cervo, senza alcun motivo apparente, alzò la testa e fece un salto nella direzione opposta alla mia. Senza rendermene conto iniziai a inseguirlo, con una corsa incerta nel cuore della foresta, il cervo continuava a correre ed io subito dietro di lui. L'energia che scorreva nelle mie vene era come una boccata d'aria in quella corsa nel bosco sotto i raggi di una nuova luna, di una nuova vita.
Il cervo iniziò a rallentare ed io di conseguenza mi fermai. Prima di entrare nella piccola radura dove i raggi della luna lo colpivano in pieno, sfiorando il manto argenteo come una danza, quella scena aveva qualcosa di magico.
Non riuscivo a muovere un solo passo verso quella creatura così bella e possente, lo sguardo era rivolto al suo manto ed ai suoi possenti muscoli che erano rilassati anche dopo una corsa, sembrava cosi tranquillo come se aspettasse con pace qualsiasi cosa stesse per accadere.
Stavo per muovermi verso la radura, uscendo dalla boscaglia, quando un fruscio seguito da un lupo nero e uno grigio in un attimo circondarono l'enorme creatura che non dava il minimo segno di volersene andare, Il cervo non aveva nessuna paura della morte ma sembrava attendere questo momento. Da lì a poco i due possenti lupi l'avrebbero sbranato, se lui non avesse fatto nulla per scappare, ma il cervo non fece nulla, aspettava la morte.Il pensiero di quell'animale senza vita, fatto a pezzi, mi paralizzò. Il mio istinto mi gridava di scappare, ma prima che potessi fare un passo indietro, verso la foresta da dove ero venuta, l'enorme lupo grigio attaccò per primo, puntando direttamente al collo dell'animale e facendo sanguinare e gridare di dolore il povero animale. Un urlo che spezzò la notte, così straziante da entrare direttamente nelle ossa. Il lupo nero allora attaccò a sua volta, dando il colpo di grazia e spaccandogli il collo. Il forte rumore di ossa rotte, seguito da un silenzio assordante, insieme all'odore di sangue e morte si liberò nell'aria, non potevo più rimanere lì, sarei morta anch'io se quei lupi mi avessero visto. Iniziai a indietreggiare, il più silenziosamente possibile, ma la mia zampa destra si appoggiò sopra un bastoncino che sotto il mio peso si spezzò, facendo un rumore quasi assordante nel silenzio che si era venuto a creare. I brividi iniziarono a correre su tutta la mia spina dorsale ed intanto pregavo che i due enormi lupi non l'avessero sentito, ma dentro di me sapevo che era una cosa impossibile...
Il lupo nero fu il primo a girarsi e a puntare i suoi enormi occhi gialli e feroci nei miei. Il terrore al pensiero di quello che quelle due enormi creature potessero farmi paralizzò completamente il mio corpo. L'unico rumore nella radura era rimasto quello dei miei respiri affannati. Il mio sguardo continuò a vagare in cerca di una via d'uscita ed a spostarsi dal lupo nero al lupo grigio vicino alla carcassa senza vita del cervo, i suoi occhi ormai vitrei sembravano quasi un addio.
Tra poco avrei fatto la stessa fine di quell'animale, una carcassa senza vita, senza sapere se nel mondo qualcuno avrebbe mai potuto amarmi, come avrei voluto sentirmi dire almeno una volta. Fu allora che il lupo nero fece un passo nella mia direzione, con lo sguardo fisso verso di me, i suoi enormi occhi gialli sembravano studiarmi, come se fossi una nuova piccola preda che la notte gli aveva portato.
Cercai in tutti i modi di muovermi, non poteva finire così, non stanotte.Prima che il grande lupo nero facesse un altro passo, l'istinto prevalse sulla paura facendo muovere i muscoli e permettendomi di voltarmi. Iniziai a correre sempre più veloce anche se sapevo che quei due lupi, se solo avessero voluto, mi avrebbero raggiunta e sbranata, ma questo non era il momento di pensarci, era il momento di correre.
Dopo un tempo che sembrò infinito i muscoli iniziarono a fare male per lo sforzo, ma non importava, dovevo correre via dalla morte, una morte che almeno per stanotte non mi avrebbe preso con sé.
Dopo aver corso iniziai ad intravedere le luci di quella che un tempo era casa mia, ma prima che riuscissi a metterla a fuoco il sapore amaro della terra riempì la mia bocca ed il dolore della caduta iniziò a farsi sentire in tutto il corpo. La stanchezza non aiutava, gli occhi iniziarono a chiudersi da soli e la metamorfosi avvenne senza controllo. Il primo rumore nel silenzio fu quello della spina dorsale che si spezzava, seguito dal dolore lancinante di ogni singolo osso che si frantumava mi provocò un urlo che si bloccò in gola. Non riuscivo a gridare, il dolore non permetteva all'aria di uscire o entrare nei miei polmoni.Quando l'aria ricominciò a riempiermi i polmoni, le mie mani umane strinsero forte la terra umida sottostante. Quel semplice gesto provocò un forte grido nel profondo del mio cuore, non per il dolore ma per la vulnerabilità che quella trasformazione si era lasciata dietro. Un semplice corpo umano non poteva contrastare niente...
Con questa consapevolezza e molto dolore, costrinsi i muscoli a muoversi, non ero ancora al sicuro. Una folata di vento gelido della mattina sfiorò tutto il mio corpo nudo, portando brividi e la voglia di tornare al sicuro in quella che fino ad allora era stata casa. Anche se dopo quella sera non l'avrei più considerata così...
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Vita di un lupo a metà
WerewolfLa vita della giovane Iris Grayson sembra perfetta è una muta forma, ricca, frequenta una scuola privata ed esce tutte le sere con la sua migliore amica. Ma la verità è che lei non ama la sua vita, l'unica ad essere un mezzo sangue, in mezzo a soli...