Capitolo 5

7 1 0
                                    

Non so per quanto tempo corro, la rabbia ormai e solo adrenalina nei miei arti, non riconosco più la foresta ma continuo a correre, devo scaricare l'adrenalina che si è venuta a creare.

L'unico pensiero che mi martella e di allontanarmi da Hunt è un pezzo di merda ed il pensiero che lui ora sa.

Ci avrei pensato l'indomani ad affrontarlo a come farlo e come raccontare a Camilla cosa è successo, come si è comportato suo fratello e perché gli ho nascosto questa parte di me...

Corro ancora più veloce per ore prima di fermarmi a bere in un fiume.

Sono esausta, le energie sono sciamate lasciando solo la stanchezza, un segno irreversibile che ora di tornare in dietro, di tornare tra di loro e di sperare che quella faccia di merda sia tornato a casa sua.

Alzo il muso annusando l'aria, non riconosco nulla di quel bosco né l'odore, neanche gli alberi che mi circondano, mi sono allontanata molto dal territorio della città di Encor.

Gli alberi sono fitti, non lasciano trapassare molta luce, ma a sufficienza per i miei occhi da mutaforma e rendermi conto perfettamente che sono:

"Sono nella merda!"

Rimango ancora qualche minuto al lato del fiume prima di provare a tracciare il mio odore, ormai quasi del tutto sparito.

Non so per quanto riuscirò a seguirlo ma è l'unica traccia che ho.

Passano altri minuti ma mi ritrovo sempre allo stesso punto allo stesso cazzo di fiume...

Non capisco, ho sempre avuto un buon senso dell'orientamento.

Ma ora sembra solo che io sia uscita di testa, le mie tracce ormai sono sparite, portate via dalla leggera brezza notturna.

Mi dirigo ancora verso il fiume e guardo il mio riflesso, un lupo con due occhi blu ed il manto bianco, con una piccola voglia a forma di stella sulla guancia destra mi guarda, non sono come loro, ma se lo fossi Hunt si sarebbe comportato cosi?

Mille dubbi mi assalgono, non riesco a dare pace ad i miei pensieri.

Un ringhio molto profondo giunge alle mie orecchie e una sensazione di allarme si libera nel mio corpo, portando tutta la mia attenzione su un enorme lupo grigio alle mie spalle.

Alto due metri al garrese due occhi gialli come quelli dei gatti e con una piccola cicatrice sull'occhio sinistro.

E dalle zanne in evidenza direi per niente amichevole.

La paura mi attanaglia, non riesco a muovere i muscoli sono bloccati.

Il lupo non molla la presa visiva su di me, non smette di mostrare i denti, devo decidere come muovermi, ed in fretta, se sbaglio sarà la mia morte, ma se riuscissi...

Muovo dei passi di lato ma il ringhio del lupo si fa più forte e più cupo, come la stretta tra i suoi denti, non ci passerebbe neanche un filo d'aria da quanto sono contratti.

"Questo non va bene."

Deglutisco a fatica, cerco di non muovermi, ma quando il lupo grigio si avvicina a me inizio a tremare come un cucciolo, chiudo gli occhi sperando che questo incubo finisca il prima possibile.

Sento il suo respiro troppo vicino al mio corpo, questo fa scattare qualcosa nel mio cervello, non resisto più.

Faccio uno scatto di lato irritandolo il lupo, le sue orecchie scattano indietro prima che si fiondi su di me.

Il dolore lancinante alla zampa sinistra mi fa uscire un guaito.

Le fauci del lupo sono chiuse intorno alla mia zampa sinistra, lacerando molto in profondità.

Vita di un lupo a metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora