Capitolo 2

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Entro in casa e la prima cosa che noto è il silenzio che ci regna. Il grigio perla del muro ed il pavimento di marmo bianco mi danno un'idea di solitudine. Lascio le chiavi sul piccolo mobiletto nero che sta all'entrata per poi dirigermi verso la cucina open-space che da direttamente sul salotto, che con le sue enormi vetrate ha una vista meravigliosa sulla foresta. L'unico motivo per amare questa casa e per sentirla come tale.

Lascio il mio zaino a terra prima di dirigermi al frigorifero, per mia grande sofferenza l'unica cosa presente al suo interno sono degli yogurt alla fragola, ne prendo un paio, recupero lo zaino e vado verso il piano di sopra nella mia stanza.

Entro nella mia stanza ed il disordine che ci regna è quasi un incubo, disegni, libri e vestiti sono sparsi per tutta la stanza, neanche un uragano farebbe tutto questo disastro. L'enorme letto a baldacchino al centro della stanza è l'unico mobile rimasto libero.

Mollo lo zaino ed inizio a riordinare la stanza o almeno ci provo. I libri sono i primi oggetti che riordino con un fare quasi maniacale nella libreria ad angolo dove non potrebbe più entrarne nemmeno uno. I disegni invece sono quasi tutti riguardanti i miei incubi, secondo alcuni terapisti aiuta ad estraniare gli orrori che sogno, mentre per me è solo un modo per non dimenticare. Questi ultimi finiscono nel cestino di fianco alla scrivania che è posizionata sulla parete finestra, che dà anch'essa sulla foresta.

Appena finisco di riordinare mi butto sul letto sbuffando, mangio il mio yogurt intanto prendo il cellulare per vedere se Camilla mi ha scritto, subito trovo un suo messaggio.

Passo da te tra un'ora che ci prepariamo, baci

Non rispondo neanche, fa sempre così, dice un orario ma ci troviamo sempre a casa mia a prepararci. Metto giù il telefono e vado a fare un lungo bagno fino a che non sento la porta di camera mia aprirsi.

-Pronta a festeggiare?!-

La voce di Camilla su di giri mi arriva alle orecchie quasi assordante, non riesco neanche a uscire dalla vasca che subito mi ritrovo Camilla che mi porge un asciugamano.

-Forza dobbiamo prepararci e voglio parlare di cosa è successo oggi a scuola.-

Prendo l'asciugamano avvolgendomelo intorno al corpo, muovendomi subito verso la cabina armadio che confina con il bagno dando le spalle a Camy. Non voglio parlare di niente, solo dimenticare, ma lei non è della stessa idea.

-Non potete continuare così! Stai male sia tu che...-

Mi giro di scatto sentendo una fitta di rabbia percorrermi tutto il corpo

-NON OSARE DIRE CHE LUI STA MALE!-

Non ho controllo sulla mia voce, non voglio urlarle in faccia ma solo il pensiero di lui, mi provoca dolore e rabbia, non ha il diritto di stare male.

-Calmati, non è come sembra...-

Non la lascio finire, un ringhio sommesso esce dalle mie labbra come avvertimento. La rabbia non porta mai a nulla di buono, la metamorfosi peggiorerebbe solo le cose, devo calmarmi!

Faccio un respiro profondo prima di ricominciare a parlare.

-Ti prego, non ora. Se vogliamo uscire non ne voglio parlare, né sentire il nome di tuo fratello, voglio solo dimenticare quella fottutissima giornata.-

E senza aggiungere altro inizio a prepararmi, sa che per me quella ferita è ancora aperta eppure continua a buttarci su il sale. Certe volte mi viene da pensare se veramente è dalla mia parte e non da quella di Hunt.

-Scusa, sai che...-

Non la lascio finire. Corro ad abbracciarla, non mi piace né litigare né alzare la voce con lei, è la mia migliore amica, quasi una sorella.

-Non importa. Che balla hai detto a tua mamma per venire qui?-

-Ma che balle, sono una persona sincera io.-

Un sorrisetto stronzo appare sul viso da bambola di Camilla e scoppiamo a ridere. Sua mamma non sopporta quando esce con me, sono una Greyson solo a metà, figlia di Anastasia Greyson e di uno sconosciuto.

Uno sconosciuto che mi ha lasciato una parte che rimarrà sempre nascosta ai loro occhi.

Se la mia parte di lupo venisse a galla, nella nostra città si ripercuoterebbe come una catastrofe. Umano e mutaforma, non si mischiano.

L'unica diversa è Camy, non la pensa come tutti e dice sempre che se trovi l'amore in una mutaforma o in un umano non importa.

Lei non sa della mia parte di lupo, non sono mai riuscita a dirglielo, non è mai il momento giusto, ma so che lei mi starà sempre accanto.

Mi metto davanti allo specchio e vedo un'estranea.

Secondo mia madre assomiglio tutta a mio padre, dagli occhi blu ai capelli color cenere, per non parlare del viso, con le mie labbra sottili.

Non ho nulla che ricordi la fisionomia della famiglia Greyson, se non avessi mia madre a ricordarmelo non saprei neanche di far parte di questa famiglia, per mio nonno questa sarebbe una benedizione, lui odia tutto ciò che rappresento. Loro sono le uniche due persone a sapere la verità, un incrocio che per questa società è un insulto.

Camilla mi libera dai miei pensieri, sciogliendo il nostro abbraccio per guardami dritta negli occhi.

-Ti voglio bene, lo sai vero Iris?-

-Ovvio, anch'io te ne voglio, ma ora dobbiamo prepararci o arriveremo tardi.-

Iniziamo subito a cercare degli abiti per la serata. La mia cabina armadio non è minimamente paragonabile a quella di Camy ma si avvicina, e questo basta per farci perdere un'altra ora solo a tirare fuori due vestiti.

Davanti allo specchio guardo il mio metro e cinquantotto, con l'abitino blu scelto da Camilla per me non mi sento per niente a mio agio. Per lei risalta le mie curve nei punti giusti, ma l'unica cosa che vedo sottolineati sono i miei fianchi ed il mio seno, per non parlare delle gambe, la gonna arriverà si e no a nascondere il necessario. Mi giro verso Camy e rimango quasi senza parole.

-Camy, sei stupenda con quell'abito verde.-

-Vorrai dire siamo, siamo stupende. Nessuna persona che abita ad Encor ti guarderebbe senza pensare al sesso.-

Il mio viso diventa rosso come un peperone e la conferma arriva quando Camilla scoppia a ridere.

-Smettila di dire queste cazzate.-

-Non sono cazzate. É vero, nessuno di questa cittadina non farebbe dei bellissimi sogni erotici vedendoti vestita così.-

I suoi occhi viaggiano su tutto il mio corpo prima di fermarsi a guardare fuori dalla finestra, verso l'immensità della foresta che circonda tutta la nostra cittadina.

-Nessuno avrebbe quei pensieri su di me, non qua.-

Faccio un bel respiro profondo, qui a Encor non sceglierebbero mai un mezzo lupo. La famiglia Greyson ha molta influenza ma non importa, se si venisse a sapere sarei lo zimbello di tutti.

Il mio sangue misto parla chiaro, rovinerei le famiglie che vivono in questa città. Una persona come mio nonno, Camilla o addirittura Hunt, non potrebbero mai mischiare la loro vita con la mia, ci sono delle regole non scritte, ognuno ha il suo posto.

Umano con umano, mutaforma con mutaforma della stessa specie, nessuno si mischia.

-Cosa nascondi?-

La voce di Camilla risulta essere quasi un sussurro ma grazie all'udito sovrasviluppato ho comunque colto la nota di amarezza di quelle parole, ma decido di ignorarle e continuo a prepararmi.

Vita di un lupo a metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora