Capitolo 19

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"Alzati Malik!" Sentii qualcuno urlare ma ero troppo raggomitolato nelle coperte e la mia testa era sotto il cuscino per capire chi era. Tutto quello che sapevo era che, chiunque fosse, sarebbe stato picchiato perché ero stanco da morire.

"Vaffanculo." Mormorai, ovviamente non in vena.
Ma chiunque fosse, non capì il mio segnale di avviso.
"Va bene, mi hai costretto tu a farlo." Dissero mentre le loro voci scomparvero, lasciandomi in pace.
Quella pace, però, durò poco perché un secchio di acqua fredda mi venne gettato addosso. "Porca puttana!" Saltai, asciugandomi la faccia. Guardai e vidi Harry. "Che cazzo, fratello?" Sbottai.
"Oh mio Dio!" Kyle strillò mentre si sedette. "Che diavolo, Harry?" Urlò con un tono di voce stridulo.

Giuro su Dio che se non fossi stato stanco e infastidito, lo avrei picchiato. Era fortunato; ero nudo sotto le coperte e non ero in vena di picchiarlo.

"Ti avevo detto di alzarti Malik, non mi hai ascoltato." Alzò le spalle, stringendo a sé il secchio ormai vuoto.
"Gesù. Sono stanco." Feci scorrere le mie dita fra i miei capelli nervosamente per poi strofinarmi la faccia. "Non ho dormito per niente l'altra notte."
"Di chi è la colpa?" Chiese non dandomi il tempo di rispondere dato che iniziò a parlare di nuovo. "Tua." Mi indicò. "Non è colpa mia se hai deciso di spendere la tua intera giornata praticamente saltellando intorno ad un ragazzo, qualunque sia il suo nome e poi ritornare qui per poi scoparti lui." Indicò Kyle.
"Continui ancora con questa storia?" Grugnii, massaggiandomi le tempie. "Seriamente amico, non è una grande idea. Dimenticalo e vai avanti." Sbottai.
"Che ragazzo?" Kyle mi guardò per poi guardare Harry prima di ritornare a guardarmi.

Alzai gli occhi al cielo, maledicendo Harry come se non ci fosse un domani. Gli lanciai quello sguardo che diceva ti-ucciderò-per-questo.

Alzò le spalle. "Vestiti e andiamo. Non ho bisogno del tuo culo in detenzione. Abbiamo delle cose da fare oggi." Mi lanciò un'occhiata prima di uscire dalla stanza.
"Di cosa parlava?" Kyle chiese nel momento in cui Harry lasciò la stanza.
Mi alzai infilandomi i boxer. "Niente." Afferrai i miei vestiti pronto a lasciare la stanza.
"Stai mentendo." Disse con denti stretti.
"E allora?" Sbottai, voltandomi. "Non sono affari tuoi." Aggrottai le sopracciglia prima di aprire la porta e uscire.
Camminai per il corridoio prima di entrare in camera mia dove scelsi i vestiti puliti, compresi nuovi boxer, e entrai in bagno.

Dopo essermi fatto una doccia, uscii da camera mia e scesi giù per le scale. Afferrando le chiavi della macchina uscii senza aggiungere una parola e mi avviai verso la mia macchina.
Una volta che mi sedetti, misi in moto e iniziai a guidare. Proprio quando stavo per sorpassare il cancello, il cellulare iniziò a vibrare in tasca. Prendendo, feci scorrere il dito lungo lo schermo per sbloccarlo.

Da: Harry
Non dimenticare. Oggi, dopo scuola, incontro.

Replicai con una risposta veloce dicendo che ci sarei stato, poi riposai il telefono in tasca continuando a guidare nel parcheggio della scuola.
Quando parcheggiai la macchina nel solito posto, presi le chiavi e uscii. Chiusi la porta dietro di me e mi incamminai verso la scuola, ignorando i borbottii e gli sguardi di tutti, desiderando solo che questo giorno potesse già finire.

Dopo un po' di minuti di camminata, suonò la campanella e tutti iniziarono a correre verso le classi cercando di non essere in ritardo. Alzai gli occhi al cielo.

Sfigati.

Qualche ragazzo rimaneva lì però, appoggiato contro l'armadietto a parlare con qualcun altro, facendo di tutto per essere in ritardo. Ridacchiai.

Aspiranti.

Proprio quando stavo per girare l'angolo, notai i capelli marroni che appartenevano a nessun altro se non a Liam Payne.
Guardai mentre abbracciò un altro ragazzo prima di prendere direzioni opposte. Inarcai un sopracciglio. Chiunque fosse quel ragazzo con Liam, era attraente.

Danger. [Ziam]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora