CAPITOLO 19

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Una volta lasciata la stazione salii su un autobus che mi avrebbe portata dritta agli studi di x-factor. La bambina e la donna che avevo incontrato in treno mi seguivano, avevo capito che anche loro si dirigevano alla mia stessa destinazione.

Dopo quasi venti minuti di autobus, scesi, e mi trovai davanti una folla immensa di gente. Non sarei mai riuscita a trovare i ragazzi; c'erano persone che parlavano, altre che discutevano e alcuni ragazzi che piangevano, immagino che non fossero passati. Cercai di intrufolarmi tra quella marea di gente, entrai in una stanza, altrettanto piena e cominciai a guardarmi intorno. Non riuscivo a riconoscere nessuno di familiare quando ad un tratto mi sentii toccare la gamba. Abbassai lo sguardo e mi ritrovai davanti Marlena, la bambina del treno. La mia impressione era giusta, anche suo fratello era un cantante. "Ciao piccola, hai trovato tuo fratello?"; "Non lo riesco a vedere ancora. Tu hai trovato il tuo fidanzato?"; "Neanche io sono riuscita ancora a trovarlo, ci sono troppe persone" le dissi. Mi misi in ginocchio per poterla vedere meglio e per far sì che la mia voce le risultasse più chiara. Aveva gli occhi verdi, e i capelli color castano chiaro, erano tenuti raccolti con una molletta brillantinata sul lato destro della testa e gli cadevano appena sotto le spalle con dei ricci morbidi. Aveva un vestito azzurro con dei decori rosa e bianchi e dei sandali gialli. "La vuoi una caramella?" le chiesi frugando nella mia borsa ed estraendone una. "Grazie. Ti voglio bene" mi rispose mettendomi le braccia al collo. Ricambiai l'abbraccio e le diedi un bacio sulla guancia rosea.

Mentre cercai di alzarmi con Marlena che stava gustando la caramella ancora vicino a me, mi sentii spintonare da dietro. Il primo istinto fu quello di cadere, ma riuscii a mantenere l'equilibrio. "Oh ma stai attento" dissi senza neanche guardare chi fosse stato. Mi girai velocemente e mi sentii abbracciare forte. Era un ragazzo più alto di me con i capelli scuri. Riuscii a capire che era Damiano. "Allora?" gli dissi ricambiando l'abbraccio. "Ma che fai, piangi?" gli chiesi ancora con tono sarcastico, accennando un sorriso. Si staccò un attimo e mi prese il viso tra le mani, poi mi lasciò un bacio sulle labbra e mi guardò negli occhi: "Mo so pronto pe' diventà 'na vera rock star". "Non ci credo, vi hanno presi davvero?"; "Eccerto mica te racconto balle"; "Sono così orgogliosa amore" gli sussurrai all'orecchio abbracciandolo di nuovo.

In tutto ciò non mi accorsi che Marlena era ancora vicino a me. Mi toccò la gamba e mi staccai da Damiano. "E' lui il tuo fidanzato?" mi chiese puntando gli occhi su di lui. "E' lui, sì". "Io mi chiamo Marlena" disse la bambina salutando Damiano con la mano. "Piacere, io sono Damiano" rispose chinandosi e sorridendo. "Sei fortunato, hai una bella fidanzata"; "Grazie, me la sono scelta bene"; "Lo vedi come ti guarda? Si vede che è innamorata" disse a bassa voce per cercare di non farsi sentire da me. "Anche io lo sono" rispose ancora, alzandosi e mettendomi il braccio sulla spalla.

"Ritorno dalla zia"; "Vuoi che ti accompagni?" chiesi alla bambina. "No grazie, ci so arrivare da sola"; "Va bene ti guardo da qua"; "Allora ciao"; "Ci rivedremo in giro" e la salutai con la mano fin che non la vidi scomparire tra la folla.

"Chi era?" mi chiese Damiano prendendomi la mano mentre stavamo girovagando per la stanza alla ricerca di Vic, Ethan e Thomas. "E' una bimba che ho incontrato in treno, è venuta insieme a sua zia perché oggi si esibiva suo fratello"; "Ah si, penso de averlo visto prima. Se è lui quello che penso, l'hanno preso". "Ma sta bambina me conosceva?"; "No le ho solo detto che stavo andando a vedere il mio fidanzato che si esibiva e da lì ha collegato che eri tu"; "Intelligente. Ma Vic n'do sta? Nun ce mai quando c'è bisogno"; "Forse da sua sorella?" provai a suggerirgli. "Bo senti me so stufato. Sediamoce fuori, se c'ha bisogno me cerca" disse Damiano trascinandomi fuori da quella specie di stanza immensa. In un angolo trovammo una panchina, abbastanza nascosta. Ci sedemmo e iniziarono gli ultimi minuti che avevo a disposizione prima di lasciarlo andare al suo destino.

"Ti piace il nome MARLENA?"; "Particolare, ma bello" rispose. "A te invece, piace?"; "Da piccola lo amavo, le mie amiche mi chiamavano così. Non chiedermi il motivo, tutte le mie bambole si chiamavano Maria o Elena, un giorno ho unito i nomi e ne è uscito Marlena. Ancora adesso mi piace da matti. Poi, come hai detto tu è un nome particolare che usano in pochi, è strano che quella bambina lo avesse, forse una coincidenza"; "Forse".

"Come stai?" mi chiese Damiano dopo qualche secondo di silenzio. "Mi manchi già" gli risposi appoggiando il mio viso sulla sua spalla. "Damme n'bacio". Mi alzai e mi misi seduta sulle sue gambe aggrappandomi alle spalle. "Sei furba" disse ridendo. Quel maledetto sorriso mi sarebbe mancato più di qualsiasi altra cosa a questo mondo. La magia di quel momento finì quando arrivò Vic, seguita da Thomas. "Basta baciarve, dobbiamo annà"; "Di già?" chiesi guardando Damiano. "Ce hanno già chiamato cinque minuti fa"; "Vabbè mo arrivo, lasciatece un minuto"; "Damià, UNO, non di più"; "Nun te sta a preoccupà" rispose a Thomas.

Appena i due ragazzi se ne andarono mi fiondai sulle labbra del mio fidanzato, senza pensarci due volte. Inutile dire, che sarei rimasta lì all'infinito. "Mo devo andà, sennò quei tre mi ammazzano". "Mi alzai in piedi e lui fece lo stesso. "Me raccomando, quelle che ce semo detti, non mollare"; "E tu pensa a vincere" gli dissi abbracciandolo un ultima volta.

"Ti amo"; "Anche io Marlè" mi disse ridendo e allontanandosi sempre di più da me.

Stava realizzando il suo sogno. Per me iniziava un capitolo di vita duro, difficile, più di quello che avevo passato fino ad ora. Ma avevo fatto una promessa a Damiano e l'unica cosa che volevo era mantenerla. 

FOR OUR LOVE - Måneskin [Damiano David]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora