Per un frammento di vita

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↳ 𝗣𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝗳𝗿𝗮𝗺𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝘃𝗶𝘁𝗮↲

"We were only a moment"
- Richa Singh



"𝓢iamo solo un momento,
il resto è storia"






Correre. Credo che sia la sensazione più vicina a volare. È quel momento in cui sai che stai per lasciare la terra e andare oltre, in un mondo inesplorato. Senti il sangue gelarsi e il respiro fermarsi tra la gola e la bocca, mentre il corpo si lascia andare ad un mondo di vento e leggerezza.

Ma a volte 'correre' ti ancora al suolo, è una condanna. Corri, corri, il corpo si slancia, ed ogni passo diventa una vittoria, mentre ti lasci alle spalle un pericolo che non vuoi che ti raggiunga.
A volte correre è tutto ciò che sappiamo fare (tutto ciò che ho saputo fare io nella mia intera vita), forse è per questo che i miei piedi si fermarono. I capelli, disturbati dal cambiamento improvviso, si gettarono a capofitto sul mio viso. Mal gridava il mio nome, ormai lontano metri da me. E mentre mi giravo ad affrontare il pericolo, gli occhi mi si riempirono di creature di ombre e armi mortali. E rimpiansi di non essermi fermata prima.



• 17 ore prima •

Prima che fuori scoppiasse il caos e si calasse l'ombra, Kaz riuscì a spiegarci il suo piano:
«Dovete andare ad Est, troverete due barche. La prima porta delle casse che possono sembrare semplice merce, ma c'è qualcosa di molto più esplosivo dentro-»
«Merito del mercantuccio.», aggiunse Jesper, che dopo aver ricevuto una sguardo omicida da Kaz, "chiuse la bocca", iniziando a picchiettare le dita sulle proprie rivoltelle.
«Come dicevo» continuò Kaz «ci sono due barche. La seconda è nella riva opposta del porto, quando farò esplodere le casse, dovete essere veloci a raggiungerla, Nina vi aspetterà lì.»

«Come faremo a raggiungerla?» chiese Mal, rivolgendomi appena uno sguardo.
Sapevo che fosse arrabbiato, deluso, affranto perfino; ma come facevi a dire qualcosa di cui tu stessa diffidavi.

Ma la verità era ben altra.

Sapevo che quei sogni fossero reali da tempo, ma egoisticamente volevo che una parte di me continuasse a credere che fossero soltanto frutto della mia immaginazione. Perché se avessi confessato tutto a Mal (come dovevo fare), se gli avessi detto tutto, allora... allora li avrebbe resi reali e allora sarebbe stata la fine. La fine di una parte di me che credeva possibile la salvezza di qualcuno che neanche la cercava. E rendeva vera la missione che metà dei Ravkiani avevano intrapreso. La missione che, inconsapevole, avevo io stessa intrapreso: la pace di Ravka. E non si poteva avere la pace senza prima uccidere colui che aveva, per primo, iniziato la guerra: Lui, l'Oscuro.

«Inej vi condurrà ad una scorciatoia. Da lì andrete soli.»
«Nina non va con loro?» chiese di nuovo Jesper.
«No. Se là fuori c'è chi penso chi ci sia, due Grisha assieme attirerebbe il nemico come se dassimo fuoco ad un palazzo in piena vista. Nina andrà con Wylan. Tu, Jesper verrai con me e mi coprirai le spalle.»

Dopo essersi scambiati uno sguardo d'intesa Inej mormorò: «Nessun rimpianto» a cui tutti risposero «Nessun funerale.»
Poi tutti si dissolsero per vie diverse, fuorché Jesper che s'avvicinò a Kaz ed Inej, che ci aspettavo sull'uscio della porta.

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