↳𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐮𝐨𝐦𝐢𝐧𝐢 𝐬𝐜𝐡𝐢𝐚𝐯𝐢↲"L'amore è una cosa selvaggia.
Quando tentiamo di controllarlo, ci distrugge.
Quando tentiamo di imprigionarlo, ci rende schiavi.
Quando tentiamo di capirlo, ci lascia smarriti e confusi"
-Paulo Coelho"𝓛' amore, Alina;
è l'unica debolezza della quale non ci libereremo mai veramente"❂
Cosa rende una persona buona o cattiva?
Le sue azioni, forse? O le celate ragioni per le quali è stata spinta a farle?
Cosa rende gli uomini schiavi? La morte? O è forse l'amore?
Domande e domande alle quali non si trova risposta.
Lui lo sa. Aveva provato a trovarle nel corso di centinaia di vite; e mai in nessuna di esse il tempo è stato talmente magnanimo da suggerirgli delle soluzioni.
Ma capita che si ci renda conto che, a volte, il tempo non rende più saggi; solo meno speranzosi di vivere una vita con già le risposte pronte. Finché quelle domande ricoprono il cervello come una valanga, il cuore batte forte e non si sa più che strada percorrere.L'aveva vista, in quella notte macchiata di sangue e cenere; aveva vista la sua Evocaluce. E per un momento, solo un breve e precario istante, l'avrebbe giurato: aveva le risposte. La strada da percorrere era chiara. Ma le domande e le convinzioni di una vita (che sembrava valerne di mille) erano troppe; e molto più esperte di quelle neonate risposte, per lasciargli sbarrata la via.
Eppure, c'erano state. E quel sentiero putrefatto e burrascoso, senza neanche uno spiraglio di luce, che aveva intrapreso, aveva lasciato spazio ad una via più luminosa, una via che lo avrebbe reso di nuovo umano, e non più un mostro; una via che percorreva con lei.
Ma c'è differenza tra un sogno e una speranza fallimentare: il primo svanisce col sorgere del sole, l'altro ci rende schiavi e condannati ad un destino utopico.
E lui, come sempre, non poteva permetterselo.E adesso era lì, nel luogo in cui c'era la donna che gli aveva sempre palesato la reale natura malvagia che gli impregnava l'anima.
Baghra la teneva rinchiusa in segreto, sotto una cascata, a Ravka est, lontana da chiunque ficcanaso che avesse potuto anche solo sospettare di trovarvici qualcuno. Una prigionia che andava avanti da poco dopo che Alina scappò dal Piccolo Palazzo, lasciandolo senza neanche un'ultima parola di addio, prima della battaglia imminente.Da quando uscì dalla Faglia, quasi nessuno sapeva della sua incolumità, e dubita che avrebbe dato gioia a qualcuno, tantomeno a lei: a sua madre.
Gli fu facile attraversare il sigillo che lui stesso aveva creato per tenere isolata la donna al suo interno, è appena fu dentro quasi fece fatica a scorgere nell'ombra, in un angolino ai margini della grotta, una donna che aveva imparato a conoscere meglio delle sue stesse mani.«Stupido ragazzo, ti lasci ancora trasportare dalle debolezze vedo.»
Aleksander si stagliò dal suo stato di trance nel quale era caduto, sospirò. Aveva smesso di aspettare qualche parola di conforto da parte di sua madre ormai tanti secoli or sono. Non che se lo meritasse, dopo averla rinchiusa per settimane; ma anche quando Aleksander era solo un bambino e ancora innocente, la donna non gli aveva quasi mai mostrato un briciolo di affetto nei suoi confronti.
Si avvicinò, le mani intrecciate dietro la schiena. «È sempre un piacere rivederti, madre.»
Baghra, che fino a quel momento era rimasta di spalle, si girò guardandolo con quegli occhi vispi e giudicanti, con cui solo lei poteva; rassegnata e delusa della creatura al suo cospetto che una volta aveva chiamato figlio.
«Mi aspettavo che mi avresti lasciata marcire qui dentro per più a lungo. Devo presumere che il tuo piano per usare il potere dell'Evocaluce non si è adempiuto come speravi?»
STAI LEGGENDO
Nadryv
Fanfiction«Non c'è Luce se non quella che viene dalle tenebre.» -Zohar «Siamo fatti di carne e ossa, di cenere e speranza, siamo luce e tenebra: non un senso ci s'addice senza l'altro. Siamo un concilio di luce e om...