Come vetro

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Capitolo 4

Resistente come il vetro antiproiettile,
ma non indistruttibile.

Passò più di una settimana dopo quella sera, dopo che io e dabi stavamo quasi per finire in isolamento per essere stati beccati in cortile. Non so come ci salvammo, bastò uno sguardo di dabi è la guardia non disse nulla, ci porto in cella come se nulla fosse successo.
Non chiesi nulla a dabi, avevo capito che anche le guardie lo temessero; dabi era il leader del carcere.

Durante l'ultima settimana non successe nulla di chè, avevo cercato di conoscere meglio dabi ma lui parve chiudersi di più in sè, mi ignorava. Non capivo il perché, dopo quella sera pensavo che fossi riuscito almeno a essergli simpatico, eppure lui adesso mi ignorava.
Gli parlavo è stava zitto, cercavo il suo sguardo e lui se ne andava...
Tra l'altro non avevo nemmeno risolto con denki e il suo gruppo, avevano provato a parlarmi ma io ero ancora infastidito dalle loro parole.

Però avrei risolto ugualmente, non potevo prendermela, con me sono stati gentili sin dall'inizio, gli unici.
Soprattutto denki.

Fra poco faremo colazione quindi ne approfitterò per risolvere, ovviamente non chiedere scusa. Loro hanno sbagliato, anche se a me non hanno fatto niente.

Mi alzai dal letto è notai che dabi dormisse ancora, dovevo capire perché mi ignorasse. Insomma, pensavo che dopo quella sera... Avremmo almeno socializzato tra noi, invece mi ignora. Dopo quello che mi ha detto, dopo quello che ci siamo detti, mi ignora. Stronzo.
Poi non capisco nemmeno perché faccia così, insomma... Se gli sto sul cazzo avrei fatto la fine di qualsiasi altro detenuto, invece no. Gli sto sul cazzo ma mi ignora, non mi uccide. Attenzione, non voglio essere ucciso ovviamente... Però sono sorpreso che non l'abbia fatto. Anzi, non sono l'unico sorpreso.
Quasi tutti non fanno altro che parlare del fatto che io sia ancora vivo, o comunque avvolte cercò di parlargli ma non mi mena.
A quanto pare io sono "speciale"...

Senza rendermene conto dabi si era svegliato, o probabilmente era già sveglio. Eravamo faccia a faccia, ho un déjà-vu...
«Ehm... Buongiorno(?)» Cercai di aprire un discorso, sperando che non mi ignorasse. Ovviamente si è girato dall'altra parte. Che stronzo del cazzo.
«perché mi ignori!?» Sospirai esausto, liberando finalmente le mie esitazioni.

Ci furono minuti di silenzio poi finalmente mi rispose:
«non ti sto ignorando»
«ah no certo, è io sono la regina Elisabetta» ironizzai, incrociando le braccia al petto.
«Che simpatico» rise sarcastico. Mi prende per il culo? Lui inizia è poi fa del sarcasmo sulla mia ironia? Mi sto confondendo.
«Mi spieghi perché mi ignori?» Sospirai esausto.
Lui si girò e nuovamente i nostri volti erano uno davanti all'altro, mi guardò dritto negli occhi, con il suo sguardo indifferente, quasi annoiato.
Corrucciai lo sguardo, cercando di fargli capire il mio... Disappunto(?)

«Allora? Sto ascoltando.» Dissi serio
Lui continuò con il contatto visivo, era talmente insistente che sentivo mi stesse trapassando l'anima. Sotto il suo sguardo mi sentivo, Titubante in qualsiasi parola o azione, era davvero insistente.
«La smetti...?» Chiesi leggermente in imbarazzo.
Lui ghignò, a quanto pare gli diverte la mia reazione.
«Di fare?» Chiese con fare innocente.
Almeno mi aveva risposto.
«di... Ah lo sai! Di fissarmi con... Con insistenza. Rispondimi invece!» Esclamo, cercando di non cedere all'imbarazzo.
«Ti ho già risposto. Con questa siamo a quattro risposte, vedi? Non ti sto ignorando. È anche se fosse sarebbero cazzi miei. » Rispose acido.
Ecco, è tornato il suo lato stronzo... Anzi, non se ne era mai andato.

«Antipatico» sbuffai sedendomi nel mio letto.
Sentì un sospirò da sopra, poi silenzio.
Quindi dovrò passare anni qui dentro, con il mio compagno di cella che non parla mai, è quando lo fa è uno stronzo? Beh, almeno sono ancora vivo.

L'inferno ha il tuo nome -Dabiˣhawks IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora